Cap 20: Draco guarisce la mano di Harry

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Sopportare la punizione di quella megera della Umbridge era molto difficile.
E Doloroso.

Con la mano sanguinante e le parole incise sopra "NON DEVO DIRE BUGIE." Harry si avviava sconsolato per tornare al suo dormitorio.

Prima che potesse avviarsi per la scalinata però, incontrò inaspettatamente Draco, anzi, gli scontrò praticamente addosso.

"Guarda dove vai, Potter."

"Scusami, io..mi dispiace."

Harry era caduto a terra. Draco lo guardò sprezzante, leggermente sorpreso che gli avesse risposto in maniera così docile, quando vide che provò a mettersi su, ma non riuscì a reggersi con la mano, i suoi occhi si ingrandirono ancora di più.


"Beh? Sai ancora come si fa ad alzarsi da terra, no? è una cosa che si impara di solito quando si compie un anno."

Harry non rispose a quella provocazione. Fece di nuovo pressione con la mano e molto lentamente riuscì a mettersi sulle ginocchia. Draco si spazientì e lo tirò su per il braccio, facendolo quasi barcollare.

Per un attimo i loro visi furono molto vicini e si guardarono, poi Draco lo lasciò andare malamente, che barcollò.



"Forse dovresti andare in infermeria, Potter. Non ti reggi in piedi."

"No..io sto bene..grazie."

"Grazie? Stai proprio male invece. Cos'hai lì?" chiese, guardando di sfuggita la mano.

"Niente!" disse Harry, cercando di nascondere la mano, ma Draco fu più svelto di lui. Gli prese il braccio e lo esaminò alla luce.

Era la seconda volta, dopo che lo fece Ron, che lo smascheravano così, ma il gesto di Draco, lo imbarazzò e lo fece vergognare come non era successo con Ron. Forse perché loro non erano mai andati d'accordo.

Draco esaminò minuziosamente la mano di Harry e il suo viso sembrava se possibile ancor più pallido e anche nauseato.

"Chi è stato, Potter?"
"Lasciami la mano, per favore!"

Draco gli strinse il polso più forte, facendolo gemere di dolore.

"Dimmi, chi è stato."
"No!"

"Potter, se non mi dici chi è stato, andiamo dal Preside. Ora!"

Harry guardò il biondo, basito.

Draco Malfoy sembrava ora diventato la fotocopia di Severus Piton.


Lo guardò in faccia e credette di non averlo mai visto così tanto arrabbiato. Una furia cieca gli segnava il volto.

"Perché?? A te cosa importa?"

"Perché, se Lord Voldemort o qualsiasi altro pericolo è arrivato qui a Hogwarts, non puoi permetterti di tenertelo per te, Potter!"

C'erano ben poche probabilità che Voldemort o un qualsiasi criminale o mangiamorte, potesse voler attentare la vita degli studenti a suon di scritte sanguinolente sulle mani, ma Harry in quel momento non aveva la mente molto lucida.



"E va bene e va bene. è stata la Umbridge!"

Per lo shock, Draco lo lasciò andare.

"La..Umbridge? Quel rospo travestito da confetto?"

Harry tuttavia sorrise. Anche il suo nemico pensava che fosse un rospo.

"Lei..è il suo modo di trattare con le punizioni." Disse Harry tristemente.

"Ti ha conciato così per un castigo?"

Harry alzò lo sguardo, sorpreso e incredulo. Era forse compassione e indignazione, quello che leggeva nell'espressione di Malfoy? Era dispiaciuto per lui?

"Vieni con me." disse Draco, trascinandolo via

"No! Non ci voglio andare da Silente!"

"Non andiamo da Silente, Idiota!" *

Draco guarisce la mano di Harry



Draco Malfoy aveva portato Harry nella loro sala comune. Era la prima volta che Harry la visitava, entrando dentro, insieme a Draco, anzi, su invito suo. La cosa era molto strana, sotto tutti i punti di vista

"Piantala di guardarti intorno. Non c'è nessuno a quest'ora e in ogni qual modo, sono libero di farci entrare chi voglio, anche studenti di altre case." Disse Draco, in tono arrogante, poi riservandogli un sorrisetto malizioso.

Harry distolse lo sguardo. Non aveva voglia di immaginare perché mai Draco potesse voler far entrare nella sala comune, studenti di altre case.

"Ma guarda, sei arrossito, Potter, stai pensando a cose sconce? Ti credevo così puritano."

"Falla finita! Perché siamo qui?"

Draco tornò a guardarlo ostile, poi gli disse di aspettarlo qui.

"Perché?"

"Falla finita con le domande e ubbidisci!"

Harry sbuffò sonoramente e si accomodò sulla poltrona di velluto verde, con un gran tonfo.



Draco gli gettò un'occhiata e poi si diresse verso un armadio, Da lì, prese una bottiglietta dal colore verde con striature blu.

Sorrise a vederlo seduto in quel modo.

"Non abituarticisi, dovrai lasciare presto quella poltrona. E pensare che avresti potuto sederti lì, tutte le volte che avessi voluto, se..."

"Se..?" chiese Harry, con il respiro mozzato.

Draco si morse il labbro, consapevole di aver parlato troppo.



"Se avessi fatto parte dei Serpeverde, ovviamente.."

Harry lo fissò sbalordito, era da tanto che non ci pensava, l'aveva quasi rimosso.

"Il cappello parlante, avrebbe voluto spedirmi qui, la prima volta che sono arrivato ad Hogwarts."

Draco lo guardò fisso in volto, sgomento.

"Ah sì?"

"Sì..ma io non ho voluto."

Draco lo fissò duramente, poi con l'ombra di un sorriso.

"Interessante, questo assomiglia quasi come a una trasgressione alle regole. Potrei farti causa a Silente...certo, se me ne importasse qualcosa.."

"Silente lo sa!" disse Harry, arrabbiato per il fatto che il Draco manipolatore e ricattatore, stesse facendo nuovamente capolino quando appena avesse abbassato la guardia.



"Mi ha detto che è per causa delle mie capacità..il parlare serpentese..ma che non sono le nostre abilità che ci dicono chi siamo, ma le nostre scelte.."

"Evita di ripetermi le litanie di quel vecchio balbuziente, per cortesia. E comunque ti ho già detto che non mi interessa, anzi, sono felice che non ti trovi nella mia casa. Ora dammi quella mano!"

Harry continuò a guardarlo storto, ma gli porse comunque la mano.

"Cosa intendevi dire quando hai detto che avrei potuto sedermi qui tutte le volte, se avessi voluto..?"

Draco esitò per un momento, prima di rispondergli.

"Se non ricordo male, al primo anno, ti avevo offerto la mia amicizia, Potter..e se non soffri di Alzahimer precoce, dovresti ricordartelo anche tu."

Harry rimase in silenzio, rimembrando quel momento. Un sentimento diverso dall'odio, stava cominciando a fare breccia dentro di lui. Prima di diventare l'odioso Draco Malfoy che lui e i suoi amici avevano imparato a conoscere, c'era stato un lampo brevissimo di tempo, in cui Draco gli aveva offerto amicizia.

"Quindi..volevi davvero la mia amicizia?"
Draco si morse il labbro e non rispose.



"Io..credevo che fosse solo uno scherzo.." disse Harry, dispiaciuto. Un silenzio pesante e carico di imbarazzo calò su di loro, dopo Draco disse:

"Questo è il tuo problema, Potter. Non prendi mai niente sul serio. Stai fermo con la mano, adesso."

Dicendo così,gli gettò un po' di liquido verde, spruzzato di azzurro, sulla mano ferita.

Harry ebbe appena il tempo di pensare che era davvero una cosa strana, che Draco gli tenesse la mano in quel modo. Prima di quel momento, credeva che piuttosto di fare un gesto così intimo, Draco avrebbe preferito farsi tagliare la mano. Appena il tempo di formulare questo pensiero e sospirò di sollievo. Il liquido bruciava inizialmente per poi avere l'effetto di un balsamo che dava sollievo.



"È davvero un portento, come mai tenete questa roba nella vostra sala comune?"

Ora Draco sembrava lottare per dirgli di farsi i cavoli suoi, ma alla fine decise di rispondergli. Amaramente disse:

"Molti ragazzi qui, trovano divertente, esercitarsi con alcuni incantesimi, per vedere fin dove possono spingersi nella resistenza al dolore, questo unguento serve per guarire le ferite più gravi che non riescono a rimarginarsi facilmente."

"Ma...una cosa del genere, dovrebbe essere illegale!" disse Harry, ma subito gli sovvenne in mente quello che facevano Fred e George con i dolcetti da servire a quelli del primo anno.

Draco sembrò pensare la stessa cosa.



"Osi fare la morale a noi, quando i gemelli fanno quello che fanno, indisturbati, senza essere puniti?"

Harry ebbe l'accortezza di stare zitto.

"Bene, mi fa piacere di vedere che almeno un po' di vergogna la provi anche tu, Potter. Ad ogni modo, il professor Piton, ha già minacciato seriamente alcuni dei miei compagni, ma alcuni recidivi persistono e quindi per sicurezza io ed alcuni amici abbiamo chiesto il permesso di tenere questa roba. Per quanto si cerchi di evitarlo, pazzoidi a cui piace farsi del male, ce n'è sempre. In fondo è anche per questo che non volevi essere qui, no? Perché noi Serpeverde siamo brutti,cattivi e pericolosi e i tuoi amici Grifondoro sono puri, immacolati angeli."

Harry era già stufo di questa litania e di questa sorta di rimprovero.

"Dici che volevi la mia amicizia, ma non ti sei comportato bene con me, né con i miei amici.."

Draco sbuffò a mò di presa in giro.

"Durante il secondo anno, tuo padre, te lo ricordo, ha messo quello schifoso diario, tra le mani di Ginny Weasley, una cosa imperd.."



All'allusione di quell'episodio, Draco alzò una mano. Si vedeva che tratteneva a stento la rabbia.

"Prima cosa, chi ti da il diritto di pensare, se anche fosse vero, che io ne fossi al corrente?"

"Ma..." balbettò harry, preso alla sprovvista. "Io.."

"Eppure credevo che ti fossi tolto ogni dubbio, quando sei venuto in questa stessa stanza comune, a fingere insieme al tuo amico lentigginoso, di impersonare i miei due migliori amici, Potter."

Harry rimase sbalordito più che mai. Dunque lui aveva capito l'inganno quel giorno! Aveva capito che erano loro.
"Come..come hai fatto a.."

"Come ho fatto a capirlo? Vivo a stretto contatto con Tiger e Goyle ogni giorno. Vuoi che non sappia riconoscere un trucco da pozione polisucco, quando me lo trovo davanti? Hai o non hai forse avuto la prova che io non sapessi proprio NIENTE riguardante il mostro di serpeverde e l'erede? Non credi che avrei dovuto SAPERE che fosse stata Ginny Weasley, se fossi stato a conoscenza PRIMA di come tutto iniziò?"

Draco tremava dalla rabbia, era chiaro a Harry, che non aveva il coraggio di ammettere esplicitamente che suo padre avesse messo il diario di Ginny nel suo carrello. Forse dirlo esplicitamente gli faceva male.

"L'anno scorso, ho visto Voldemort resuscitare..e tuo padre era lì con loro!" disse Harry, all'improvviso di nuovo furioso. Se possibile,ora che avevano condiviso questo momento di intimità, si sentiva ancora più tradito, rispetto a prima.

Draco impallidì ancora più del solito.

"Dici che volevi la mia amicizia e poi tuo padre, la tua famiglia, è leale, alla persona che ha ucciso la mia, che voleva morto ME. Non ti sembra..davvero.." ora anche Harry tremava di rabbia, ma Draco di più.

Si alzò,guardandolo furibondo.

"Ti ho mai giudicato per la famiglia in cui sei cresciuto, Potter? Ti ho forse mai detto che sei uno schifoso babbano ignorante, esattamente come gli schifosi babbani con cui sei cresciuto e che non dovresti stare qui?"

"Cosa? No, ma questo cosa.."

"E allora con quale DIRITTO, cerchi di farmi sentire in colpa, per le scelte di mio padre?"

"Io non volevo.."

"Io non ti devo niente. NIENTE!" Gridò Draco, perdendo le staffe.

"Io volevo solo.." disse Harry, scioccato di vederlo così.

Draco si era seduto sullo scalino del camino, tenendosi la testa tra le mani.


"Non avrei dovuto portarti qui. Voglio che tu te ne vada."

"Draco, per favore, lasciami spie.."

"ORA!!"

Harry lo guardò ancora una volta, ferito e deglutendo.
"Ma.."

"VATTENE. " Gridò più forte. "E non tornare." Disse più piano, guardandosi i piedi.


Harry con grande rammarico e tristezza, si allontanò, ma prima di passare attraverso il buco del ritratto, si fermò di nuovo.

"Sono stato così occupato a pensare ai miei problemi, che non ho minimamente mai immaginato che la tua estate potesse esser stata un inferno, esattamente come la mia. Mi dispiace, Draco."

Draco aveva alzato lentamente la testa, per guardarlo.

"Il tuo più grande difetto, Potter, è che pensi sempre di sapere dall'alto della tua arroganza, quello che penso e quello che provo. è per via di questa tua arroganza, che non possiamo essere amici."

Harry non ribattè a questo. Lentamente si decise finalmente ad uscire dal ritratto.

"Grazie per l'unguento." Disse solo freddamente.




Harry piange per Draco



Con il cuore a pezzi, Harry era tornato nella sala comune ed era rimasto sul divanetto della sala, fin quando non smise di singhiozzare. Non voleva farsi trovare e sentire dai suoi compagni di casa, a piangere. Tantomeno per Malfoy. Stranamente, il boccino riuscì in qualche modo, a sentire la sua presenza, scese nella sala comune e si mise in grembo a lui, facendo le fusa. Harry lo coccolò, grato di quel muto conforto.

Quando realizzò dopo mezz'ora, che la crisi di pianto si fu dipanata e non rischiava pericoli, tornò in dormitorio e si mise silenziosamente a letto. Consapevole di avere ancora la faccia sconvolta dal pianto, prese il suo diario e cominciò a scrivere.


Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a piangere per Malfoy.

Prima mi aiuta con la mano ferita da quella strega della Umbridge e poi mi ferisce, dicendomi quelle cose e cacciandomi dalla sua casa, quando era stato lui a invitarmi.

Non mi sono mai sentito tanto ferito e umiliato. Mi ero quasi illuso che avesse smesso di fare lo stronzo, mi sono lasciato incantare dalla sua gentilezza apparente.

Come ho potuto llludermi che potesse preferire ME a suo padre? Era chiaro come il sole, che non avrebbe mai, mai, rinnegato la loro lealtà a Voldemort. Lui viene da una famiglia di mangiamorte.

Sciocco io, a credere che, il fatto che Voldemort abbia ucciso la mia famiglia, potesse contare qualcosa per lui.

Harry smise un attimo di scrivere, perché un flashback prepotente di quell'incontro arrivò a stordirlo come un fulmine.

con quale DIRITTO, cerchi di farmi sentire in colpa, per le scelte di mio padre?

Smise di scrivere e lasciò perdere diario e penna, che buttò dentro il baule di scuola.



Si addormentò con il boccino vicino a lui che lo consolava a modo suo, strofinandosi al suo petto. Harry lo accarezzò con la mano e cercò di addormentarsi, con un ultimo pensiero. Quello che forse, aveva sbagliato davvero tutto con Draco dall'inizio e forse la prima cosa che aveva sbagliato, tra le tante, era stata quella di respingerlo.

"Sono stato così occupato a pensare ai miei problemi, che non ho minimamente mai immaginato che la tua estate potesse esser stata un inferno, esattamente come la mia. Mi dispiace, Draco.

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