Panties & Prison » Larry Stylinson Mpreg || Italian Translation

§ 33 §

Per tutta la notte Harry aveva cercato di contattare Louis. Gli aveva mandato messaggi, lo aveva chiamato, gli aveva mandato email e gli aveva persino twittato - sapendo che Louis non usava mai i social. Sfortunatamente, il più piccolo non rispose.

Ad Harry servì un po' di tempo per capire che aveva mandato tutto a puttane. Louis aveva avuto le palle di chiedergli qualcosa, che Harry stesso aveva troppa ansia di chiedere. Ora, non fraintendetelo, alla fine lo avrebbe chiesto a Louis. Aveva in mente di organizzare una serata romantica dove gliel'avrebbe proposto. Ma ora capiva quanto stupido fosse stato cantilenare 'no' in continuazione. Era così turbato dall'idea che il suo piccolo cupcake gli avesse chiesto per primo di diventare il suo ragazzo ufficiale, voleva essere lui il primo, voleva essere lui a prendere la mano di Louis, sollevargli il mento e sussurrare dolcemente al suo orecchio quelle cinque parole.

Vorresti essere il mio ragazzo?

Sfortunatamente, quell'opportunità gli era stata tolta, e lui aveva dato a Louis una falsa impressione, e cioè che non voleva essere il suo ragazzo - cosa assolutamente lontana dalla verità.

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Quella notte, Harry dormì a malapena, con tutti quei pensieri che gli correvano nella testa. Voleva tenere Louis stretto al suo petto, voleva scusarsi ripetutamente, spiegargli che non aveva intenzione di fargli del male, offrirgli un gelato, assicurarsi che non stesse troppo male, ringraziare Jay... voleva un'infinità di cose. Quindi il giorno seguente, decise che avrebbe guidato fino alla casa di Jay; l'unico difetto di quel piano, era che non aveva idea di dove fosse.

Con un sospiro, Harry si trascinò fuori dal letto, forzandosi di mangiare e vestirsi. Non sapeva come trovare la casa di Jay, quindi provò a chiamare la donna, con una piccola speranza rimasta.

"Pronto, parla Jay." Dopo aver sentito la voce della donna, la postura di Harry cambiò immediatamente, e la speranza incrementò.

"Jay! Per favore lascia che ti spieghi. Non volevo fargli del male - non riattaccare per favore." Parlò talmente veloce che c'era da chiedersi se Jay l'avesse capito.

"Harry?"

"S-Sì v-volevo solo spiegarmi... se non con Louis, almeno con te."

Un sospiro si sentì dall'altro capo. "Okay Styles, dimmi."

"Lou mi ha chiesto di diventare il suo ragazzo, e oh Dio Jay era così nervoso, mi dispiace così tanto... Non avrei mai voluto farlo sembrare come se non volessi essere il suo ragazzo, perché cazzo se lo voglio. E' solo che avrei voluto essere io quello a chiederlo, durante un appuntamento romantico - e per qualche stupida ragione, ho cominciato a dire di no. Non intendevo 'no non voglio essere il tuo ragazzo', intendevo dire 'non può essere, perché non ho avuto le palle di chiedertelo prima io?!'"

Jay stette in silenzio per un po', prima di dire: "Beh allora Styles farai meglio a venire qui e a dirlo al mio bambino."

Diede l'indirizzo della casa ad Harry prima di riagganciare. Il riccio non perse tempo a prendere le sue cose e a fiondarsi in macchina.

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Parcheggiò fuori da quella che il GPS aveva indicato come la casa di Jay. Corse al portone principare, il pugno pronto a bussare, ma la porta si aprì prima che ne avesse la possibilità, rivelando Jay.

"E' di sopra, ultima porta a destra." Sorrise leggermente, cosa che aiutò a calmare i nervi tesi di Harry. Il riccio si tolse le scarpe prima di entrare in casa e dirigersi verso le scale, il cuore che gli batteva forte nel petto.

L'ultima porta a destra, l'ultima porta a destra, l'ultima porta a destra...

Arrivò finalmente alla suddetta porta, aprendola lentamente, e sciogliendosi alla vista che gli si presentò davanti.

Louis era raggomitolato sul petto, con un enorme piumino che lo avvolgeva, fra le braccia di un orso abnorme di peluche. Harry si avvicinò lentamente a lui mentre ammirava la sua bellezza. Tracciò con le dita la pelle di Louis, facendone tesoro, immaginando che un giorno, Louis sarebbe potuto non essere più suo.