Amicizia

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"Questo... cosa diavolo vuol dire? "
Hermione, inizialmente, non capì nemmeno che Harry si stesse riferendo a lei.
"Uhm? " borbottò, continuando a leggere assorta.
"Hermione, spiegami cosa vuol dire: Cara Granger, domani sera ci sarò anche io al vostro romantico appuntamento..."
La ragazza si sentì gelare "C...Cosa? "alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi e furenti di Harry. Infilò meccanicamente la mano destra in tasca per cercare quello che, chiaramente, ormai si trovava nella mano del suo amico.
"B. Z." Continuò lui arrabbiato "Starebbe per Blaise Zabini, immagino... che diavolo c'entra con te? "
"Aspetta, Harry, lasciami spiegare."
"Cosa vuol dire appuntamento romantico? Hai una storia con Malfoy? "
Hermione stava entrando nel panico, ed ora cosa avrebbe potuto fare? Non poteva mentire ancora all'amico dopo tutte le bugie che gli aveva detto, non sapeva neanche se l'avrebbe perdonata solo per quello che stava per raccontargli.
"Io mi fidavo di te! " disse lui distogliendo lo sguardo, deluso "Speravo di sbagliarmi, ma questa volta lo sapevo che qualcosa non quadrava. Eri troppo strana in questi giorni, non sembravi neanche più tu! "
Hermione si sentì un verme. Harry già sospettava qualcosa? Le vennero in mente tutte le bugie che aveva detto ai suoi amici in quei giorni.
"Ora voglio assolutamente che tu mi dica la verità Hermione, pensavo che ci tenessi alla nostra amicizia! "
"Ma certo che ci tengo! " rispose lei con forza, tenendo comunque la voce bassa, vista l'ora. "E' proprio per questo che non vi ho detto nulla."
Hermione cercò di controllarsi e raccontò all'amico tutto per filo e per segno, dal ricatto alla foto, dai pedinamenti alle minacce via gufo. Però sorvolò completamente l'argomento "Malfoy-forse-mi-piace". Il cuore di Harry sicuramente non avrebbe retto a tanto, e neanche il suo se l'avesse ammesso ad alta voce a qualcuno.
Il ragazzo l'ascoltò in silenzio, attonito e preoccupato.
Quando lei ebbe finito, Harry si rigirò pensieroso il biglietto tra le mani.
"Perché non hai detto tutto a Malfoy, visto che è coinvolto quanto te? "
"Perché sai meglio di me com'è fatto... picchierebbe Zabini e, peggio ancora, gli consegnerebbe la nostra espulsione su di un piatto d'argento. Malfoy forse verrebbe riammesso qui a scuola, dato le conoscenze del padre, ma io non credo che avrei lo stesso trattamento." i suoi occhi si riempirono di lacrime. "Per me Hogwarts è tutto... la mia vita è questa ora... non posso rovinare tutto così..."
Harry la guardò addolorato, anche per lui la scuola era tutto, capiva bene i sentimenti dell'amica.
L'espressione imbronciata e delusa del ragazzo svanì del tutto, lasciando il posto a quella dolce e comprensiva di un amico preoccupato.
L'abbracciò teneramente e la ragazza iniziò a singhiozzare sulla sua spalla. "Potevi venire da me o Ron, non ti avremmo mai fatto affrontare tutto questo da sola, lo sai che puoi contare sempre su di noi." le disse Harry dolcemente, dandole il colpo di grazia...
Hermione si aggrappò a lui, piangendo tutte le lacrime che avrebbe voluto versare in quei giorni, sfogandosi di tutta la rabbia e la frustrazione che aveva accumulato.
"Pazienza, tanto dovevo lavarla uguale questa camicia." pensò Harry tra sé e sé.
"Come avrei potuto dirvi tutto? " esordì Hermione qualche minuto dopo, allontanandosi per ricomporsi un pochino.
"Ron a volte è peggio di Malfoy, lo sai."
Harry le porse il suo fazzoletto "In effetti..."
"Non gli dirò nulla se non vorrai, almeno finché non troviamo una soluzione per toglierti dai guai."
"D... Davvero? " Hermione non riuscì a credere alle proprie orecchie.
Lui la guardò con occhi seri ed indagatori "Sì, ma promettimi che non mi mentirai mai più."
Hermione lo abbracciò stretto, troncandogli il fiato "Oh, Harry! Certo che te lo prometto, non ti mentirò più! "
Harry sorrise imbarazzato.
"Se però ora entra Ron, ci pensi tu a spiegargli che non sto tradendo sua sorella con te."
Hermione scoppiò a ridere, lasciando la presa "Hai ragione, anzi, meglio che me ne vada... se Ron mi vedesse in questo stato non riuscirei a mentirgli ancora."
Si alzò sentendosi più leggera, quasi le avessero estirpato un macigno dal cuore.
"Domani però..." continuò Harry ritornando serio "Cerchiamo un modo per riprenderci quella foto! "
Hermione sorrise, commossa. "Grazie." disse, prima di riprendere il suo libro babbano e sparire per le scale del dormitorio femminile.
Forse adesso avrebbe preso sonno più facilmente, già il sapere che non sarebbe stata più sola la rendeva più serena.
Il giorno dopo Hermione si svegliò con il sorriso.
"Buongiorno! " disse sorridente a Lavanda e Calì, che si scambiarono uno sguardo perplesso.
Andò, canticchiando, a lavarsi.
"Non sono più sola, Harry mi aiuterà." questo pensiero l'aveva resa talmente felice che si era persino dimenticata della ronda che l'aspettava la sera.
Ma non appena arrivò al tavolo rosso-oro in Sala Grande, fu la faccia sconvolta di Ron a riportarla con i piedi per terra.
"Buongiorno ragazzi." disse un po' titubante, sedendosi di fronte ai suoi amici e accanto a Ginny.
Ron alzò lo sguardo dal suo piatto di uova e bacon, miracolosamente intatto.
"Buongiorno..." disse affranto. Aveva delle occhiaie da far paura.
"Ciao Hermione! " risposero anche Harry e Ginny, lanciandole però uno sguardo della serie "Per favore non chiedergli nulla sennò ricomincia..."
La Grifondoro si servì le uova, prese un toast e riempì la sua coppa di succo di zucca.
"Avete la partita con i Corvonero la prossima settimana? " chiese a Ginny, ignorando lo sguardo insistente di Ron.
"Già, infatti ci alleneremo fino a tardi stasera." rispose l'amica.
La frase gelò Hermione sulla sedia, cercò Harry con lo sguardo. Sperava che ci sarebbe stato lui quella sera a proteggerla da Zabini.
Harry le restituì lo sguardo, dispiaciuto e silenzioso.
"Hermione..." sussurrò Ron, facendo voltare preoccupati Harry e Ginny.
"Preparati per stasera, se la tua ronda sarà come la mia, domani non avrai quel bel sorriso con cui sei entrata."
La ragazza tremò impercettibilmente, mentre Harry si passava nervoso una mano fra i capelli corvini.
" Che ti ha fatto stavolta la Parkinson? Ti ha offeso? " chiese lei accigliata "Ti ha puntato contro la bacchetta? "
"Peggio! " rispose il ragazzo, con gli occhi di fuori "La Parkinson ci ha provato con me! "
La coppa scivolò dalle mani di Hermione, rovesciandosi sul tavolo "Accidenti! "disse subito, imbarazzata. Con un colpo di bacchetta si affrettò a ripulire velocemente tutto.
"Hermione per te sarà peggio, non voglio assolutamente che tu faccia la ronda! " continuò Ron, "Chiedi immediatamente alla McGranitt di sostituirti, dì che ti senti male."
"La Parkinson ci ha provato con lui? Che cosa stanno macchinando quei due? " pensò arrabbiata la ragazza, girandosi verso il tavolo verde-argento.
Blaise e Pansy erano seduti vicini e parlavano sommessamente, ghignando di tanto in tanto.
Spostò lo sguardo dall'altra parte del tavolo, Malfoy ancora non era arrivato.
"Non posso, non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro, non sono una codarda." rispose all'amico, voltandosi a testa alta.
Ginny la guardò ammirata.
Harry, preoccupato.
Ron, come se fosse impazzita.
"Ma se Malfoy ti fa qualcosa di male? " chiese Ron, deglutendo a fatica.
"Lo affatturo e chiamo un professore." rispose lei con noncuranza, addentando il suo toast.
Harry trattenne un sorriso vedendo la faccia perplessa dell'amico, che Hermione avesse del fegato non vi erano dubbi; lui non era preoccupato per Malfoy, ormai sapeva che non poteva essere un pericolo reale per l'amica, era Zabini il vero problema, tradire un amico e ricattare una compagna era il minimo che si potesse aspettare da lui.
Non appena terminarono di mangiare, Harry approfittò della confusione della Sala Grande per sussurrare qualche parola ad Hermione.
"Ci vediamo fra cinque minuti in biblioteca."
"Ma arriveremo tardi a Storia della Magia! "
"Hermione..."
"E va bene..."
Intanto Ron faceva la paternale a sua sorella "Cerca di non distrarti stasera agli allenamenti, dobbiamo assolutamente vincere contro i Corvonero."
Il sopracciglio alzato di Ginny non prometteva nulla di buono "Veramente, sei tu che ti distrai per guardare Hermione, ed io ne approfitto sempre per segnarti." rispose maligna e sorridente.
"COSA? " sbottò lui, sgranando gli occhi.
Ginny, lestamente, baciò Harry sulla guancia e fuggì via con la scusa di avere Piton alla prima ora, che poi tanto scusa non era, Piton non era tenero con chi arrivava in ritardo.
Ron, invece, era rimasto a guardarla senza parole.
"Vado un secondo in bagno, ci vediamo in aula." gli disse poco dopo Harry, non appena arrivarono davanti alle scale.
"Va bene, andiamo Hermione? " si voltò verso l'amica, con le orecchie ancora scarlatte per la battuta di Ginny.
"No, vai avanti, ho dimenticato un libro in stanza, torno subito." senza aspettare una qualsiasi risposta, Hermione si voltò e sparì dietro l'angolo.
Ron sospirò, guardandola andare via.
La sua giornata iniziava proprio male.
"Ancora un paio di ronde così, e quello straccione sarà sotto il mio controllo." disse Pansy giuliva, alzandosi da tavola.
Blaise la seguì "Sì, ma non fare magie, ricordati che sono rintracciabili dai professori."
Pansy Parkinson rise da oca "Ma caro..." gli fece uno sguardo sensuale "Noi streghe possiamo ammaliare anche senza magia! "
Zabini la guardò perplesso "Se lo dici tu."
"Comunque non preoccuparti, non appena entrerò più in confidenza con lui agirò prontamente... intanto stasera tocca a Draco ed alla Mezzosangue..."
"Sì, ma ci sarò anche io con loro, non temere." le rispose il compagno, con uno sguardo serio.
In quel momento passò davanti a loro Nott.
Senza volere, il ragazzo aveva sentito il discorso fra i due.
Theodore e Blaise si squadrarono glaciali per qualche secondo, prima che Pansy aprisse di nuovo bocca.
"Bene, mi fido di te, voglio la mia vendetta su quella sporca Grifondoro."
Hermione aveva iniziato a camminare avanti ed indietro davanti alla biblioteca, in preda all'agitazione più completa.
"Harry! " esclamò, non appena vide la chioma corvina dell'amico girare l'angolo.
"Fra cinque minuti inizia la lezione, perché ci hai messo tanto? "
Il ragazzo si avvicinò a grandi passi "Ho dovuto fare tutto il giro perché sono dovuto andare dalla parte dei bagni."
Hermione si morse un labbro, arrivando subito al nocciolo della questione. "Speravo che stasera mi avresti accompagnata, mi sarei sentita più tranquilla."
"Hai ragione, ma il capitano non può certo mancare agli allenamenti e ieri mi sono completamente dimenticato del Quidditch quando abbiamo parlato."
Harry si passò una mano fra i capelli, come faceva sempre quando era nervoso o pensieroso.
"Comunque non preoccuparti, non appena finirò di allenarmi verrò subito a cercarti, e poi da quanto ho capito, se ignori Malfoy quella serpe di Zabini non ti farà nulla."
Hermione sentì distintamente il suo cuore accelerare.
"Fosse facile, Malfoy ha fiutato qualcosa e sono sicura che cercherà di estorcermi la verità con ogni mezzo."
Harry impallidì "Questo non me lo avevi detto! "
Intanto il cervello di Hermione lavorava frenetico "Allora mi presteresti il tuo mantello dell'invisibilità? " chiese improvvisamente, spiazzandolo.
"Visto che tu non ci sarai, ne avrò bisogno se le cose si mettessero male."
"V...Va bene, ma stai attenta, Malfoy e Zabini non devono assolutamente sapere che lo posseggo."
Hermione accennò un sorriso"Stai tranquillo, non ho intenzione di usarlo se non come ultima risorsa."
Ad Harry bastò "Ok, mi fido di te."
Poi guardò l'ora "Oh cielo, sbrighiamoci o faremo tardi a lezione!"
La mattina ed il pomeriggio passarono velocemente. Anche troppo.
"Allora noi andiamo, ci vediamo dopo Hermione! " disse Ron con uno sguardo ansioso, guardando l'amica sedersi con un libro davanti al fuoco della Sala Comune.
Era già in divisa da Quidditch insieme ad Harry e Ginny, mentre gli altri componenti della squadra li avevano anticipati al campo.
"Sei sicura di voler fare la ronda? " chiese speranzoso.
Hermione lo fulminò con lo sguardo "E' la centesima volta che me lo chiedi."
"Okay, ricevuto, non ti scoccio più."
Harry e Ginny, accanto a lui, nascosero un sorriso.
"Ciao Hermione! " disse Ginny, infilandosi nel buco del ritratto seguita a malincuore dal fratello.
Anche Harry fece per andarsene "Allora siamo d'accordo, io arriverò il prima possibile ma te stai attenta, ok? "
"Certo."
"Il mantello dove lo hai nascosto? "
"E' in camera mia, lo prenderò prima di uscire, tanto l'appuntamento con Malfoy è fra venti minuti circa..."
Harry le fece l'occhiolino, prima di sparire dietro alla Signora Grassa.
"Draco, tra quanto hai la ronda? " chiese Theodore Nott, sdraiato sul letto della loro camera.
Malfoy sbucò da dietro una rivista di Quidditch "Più o meno tra venti minuti, perché? "
"Niente, volevo sfidarti a scacchi magici, ma non credo che faremo in tempo."
Il biondo Serpeverde ghignò malignamente "Ma se ce ne metto dieci a stracciarti di solito."
"Sì, nei tuoi sogni." Fu la simpatica risposta del compagno.
Draco accennò un sorriso.
Theodore per un momento tornò serio. Era indeciso da ore se parlare all'amico di quello che aveva sentito da Pansy e Blaise, ma poi vedendolo di così buon umore rispetto ai giorni precedenti, non se l'era sentita.
"Ehi, che ti prende? " chiese Draco, squadrandolo. "Hai un'espressione pensierosa, non è da te."
Nott non fece una piega.
"Stavo pensando a quanto ti rovinerà una storia con la Granger." buttò lì, per sviare l'amico.
Alla fine, era tutta colpa della Granger se Pansy era così ossessionata dalla vendetta.
Doveva almeno capire.
Malfoy sgranò gli occhi "Ancora con questa storia? " esclamò, minaccioso.
Theodore lo fissò, rimanendo calmo "Sì, perché secondo me ti metterà in un mare di guai."
Malfoy si alzò e silenzioso si diresse alla porta.
"Dove vai? " berciò l'amico, già sapendo intimamente la risposta "C'è ancora tempo prima della ronda."
"Mi avvantaggio, vado a mettermi nei guai! " rispose Draco senza guardarlo, sbattendogli la porta in faccia.

D come Draco, M come MisoginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora