Insicurezza

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"Allora, Hermione?" si sentì un disgustoso rumore di cibo masticato.
" Mi racconti cosa è successo ieri sera? "
La ragazza si girò lentamente verso la voce che la stava assillando incessantemente da almeno dieci minuti, disturbando quella che doveva essere la sua colazione.
"Dimmi Ron, cosa c'è?" rispose, con voce atona.
"Come cosa c'è?" esclamò l'amico, ingoiando un gran boccone di bacon fritto."Te l'ho chiesto almeno dieci volte e non ci credo che non ti ricordi la domanda! Se non mi rispondi giuro che inizierò a ballare sul banco durante la lezione di Trasfigurazione!" disse rancoroso, strappando un sorriso ad Harry.
Ron sperava in una reazione da quella che un tempo era la sua migliore amica e che quel giorno era solamente l'ombra dell'Hermione Granger conosciuta da tutti.
" Fai come vuoi, non sarò certo io a fermarti ...".
Ron giurò di aver sentito la sua mascella staccarsi dalla faccia.
Ma Hermione non era in vena quel giorno. Un tempo lo avrebbe affatturato solo per aver pensato ad una sciocchezza del genere.
"Dai, non insistere..." intervenne Harry, con un'espressione tirata ma apparentemente tranquillo. Non era riuscito a scambiare neanche una parola da solo con lei ed era preoccupato che la notte prima fosse accaduto qualcosa con Zabini mentre lui cercava di far passare Nott dalla loro parte, ma non poteva chiederglielo apertamente davanti a Ginny e, soprattutto, davanti a Ron, che da quando l'aveva incontrata in Sala Comune non accennava a lasciarla un secondo in pace.
Quanto lo odiava quando faceva così.
"Se Hermione non ha voglia di parlare in questo momento non puoi costringerla, vedrai che poi ci racconterà, vero Hermione?"
Ma la ragazza non rispose neanche a lui, continuando ad osservare le sue uova nel piatto quasi volesse farle scomparire con lo sguardo.
Anche Ginny, seduta accanto ad Harry, aveva notato la faccia triste dell'amica ma non si era ancora azzardata a dire nulla per non peggiorare la situazione.
Ma Ron non aveva certo il tatto della sorella.
"Malfoy ti ha fatto qualcosa di male? Ti ha toccata?" continuò, imperterrito.
A quelle parole la Grifondoro rabbrividì.
Le vennero in mente le sue parole di qualche giorno prima.

"Non toccarmi!"
"Sei pazza, Mezzosangue? Non mi faccio toccare da nessuno..."

Se possibile, si sentì ancora peggio.
Con lo stomaco aggrovigliato, lanciò uno sguardo al tavolo verde-argento.
Malfoy era tra Tiger e Goyle, mangiava nervosamente e senza degnare di uno sguardo qualsiasi forma di vita fosse nella stanza. Zabini invece non era a tavola. Almeno il sollievo di non vedere la sua brutta faccia fin dal primo mattino.
"Quindi Malfoy ci ha provato con te? Se non mi rispondi lo prendo per un sì!" la voce di Ron era salita di un'ottava, facendo girare Lavanda e Calì, sedute a spettegolare poco distanti da loro.
"Dimmi che lui non ha fatto come la sua amichetta a sangue freddo..." continuò, lanciando uno sguardo torvo a Pansy Parkinson dall'altra parte della stanza.
Hermione osservò spazientita Lavanda e Calì guardarla con gli occhi scintillanti di chi aveva appena appreso dove si trovasse il più grande tesoro di tutti i tempi. Se fosse stato vero, sarebbe stato lo scoop del secolo per loro.
"No, Ron, non mi ha neanche sfiorata." mentì.
Ancora una fitta al cuore.

"Non darmi mai più ordini, Granger, ma più... o ti ucciderò!"

Per Merlino, le veniva di nuovo da piangere, non poteva farlo mentre negava una cosa del genere davanti a quelle due oche che aveva per compagne di casa.
" E allora perché hai quella faccia da funerale ?!"
Strinse convulsamente la tovaglia, cercando di reprimere la voglia di legarla intorno al collo del suo migliore amico.
"Non ho dormito bene, Ronald, ho solo sonno. Vuoi lasciarmi in pace una buona volta?" il tono della ragazza non ammise repliche, anzi, era pericolosamente vicino all'isteria.
Harry fiutò aria di guai.
"Andiamo Ron, mi avevi promesso quella rivincita a scacchi prima di Storia della Magia, muoviti o non faremo in tempo."
Ron le lanciò un'ultima occhiata perplessa.
"Va bene..." disse dopo qualche secondo, vedendo che Hermione non aveva neanche iniziato quella che di solito era una lunga lista di raccomandazioni:
"Solo una partita ragazzi, mi raccomando non fate tardi, non marinate la lezione, non fate confusione durante le spiegazioni..."
Invece se n'era rimasta zitta con lo sguardo perso nel suo piatto.
Ginny aspettò che i due fossero lontani prima di avvicinarsi.
"Hermione, hai un minuto?" chiese timidamente.
Hermione Granger si voltò verso l'amica, non voleva ignorare anche lei, non sarebbe stato giusto. Ginny non era mai stata invadente come il fratello.
"Certo, dimmi pure." rispose stancamente.
Ginny si guardò intorno, anche Lavanda e Calì erano in silenzio in attesa che parlasse.
"Ehm... non qui." disse scocciata "Tanto hai finito, no?" indicò il piatto dove giacevano le uova martoriate da Hermione, non aveva toccato cibo quella mattina.
Lo sguardo preoccupato ed interrogativo di Ginny la fecero sentire una sciocca.
Non poteva stare così male per lui. Non era giusto né, tantomeno, aveva senso.
"Ok, andiamo ai dormitori, tanto dovevo riprendere il libro di Trasfigurazione, l'ho dimenticato in camera."
Le due amiche sparirono sotto lo sguardo deluso delle compagne.

D come Draco, M come MisoginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora