Dolce vendetta...

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Nott alzò lo sguardo dalla sua rivista di Quidditch vedendo il suo compagno di stanza aprire la porta ed entrare senza dire una parola.
-Ehi, come è andata?- chiese un po' titubante all'amico.
Draco lo guardò, il suo sguardo era vuoto.
-Sembra che Potter e Ginny Weasley abbiano confermato alla McGranitt e Piton che io fossi con loro mentre la cercavamo...così è stato classificato come incidente, visto che non sono riusciti ad accusare nessuno...Ah...Mi hanno dato anche cinquanta punti per essere accorso in suo aiuto!- Malfoy sospirò, in quel momento vincere la Coppa delle Case era la cosa di cui gli importava meno.
-Quindi è andata bene, diciamo...visto che quei Grifondoro avrebbero potuto incastrarmi se avessero voluto.-
Theodore si avvicinò, lanciando malamente la rivista sul letto. -Ma perché non mi hai fatto dire ai professori di Zabini? Credevo volessi vendicarti su di lui, finirebbe ad Azkaban!-
Draco sbuffò, quasi esasperato. -E' inutile, te l'ho già spiegato ed anche quello stolto di Potter la pensa come me per una volta. La madre solo il giorno dopo è venuta a prenderlo per andare in Slovenia e sicuramente adesso Zabini sarà a Durmstrang...sarebbe quindi troppo complicato dimostrare la sua colpevolezza senza il diario e senza chiamare in causa la foto fatta a me ed Hermione...- si bloccò per un secondo, solo il pronunciare il suo nome gli faceva male -...e poi, per dirla sinceramente, non mi interessa più la vendetta.- finì, con voce atona.
Nott lo guardò prendere sciarpa e mantello       -Ora dove vai?- gli chiese, sentendosi triste per lui.
-A fare due passi per schiarirmi le idee.- fu l'unica risposta che ebbe, prima di vederlo nuovamente sparire oltre la porta.

Erano passati alcuni giorni da quella notte turbolenta.
Hermione, in fin di vita, era stata trasportata d'urgenza da Piton al San Mungo e per le ventiquattro ore successive nessuno aveva avuto notizie sulle sue condizioni.
Harry e Ron avevano fatto un putiferio per poterla seguire in ospedale, ma la McGranitt era stata irremovibile.
In seguito, un gufo grigio proveniente dall'ospedale aveva fatto la sua comparsa con la posta del mattino. E la McGranitt, senza indugio, aveva convocato nel suo ufficio Harry, Ron, Ginny, Nott e Malfoy per informarli che Hermione fosse sopravvissuta ma che a causa di un'amnesia sarebbe rimasta per alcuni giorni in osservazione, per finire poi la convalescenza nell'infermeria di Hogwarts.
Inutile dire che la gioia di Draco di saperla viva (e del suo ritorno), era stata spazzata via in un nanosecondo, esattamente dopo aver sentito la parola amnesia...
Così Harry aveva visto Malfoy abbassare tristemente lo sguardo, prima di chiedere alla McGranitt il permesso per andare, uscendo poi dal suo ufficio prima ancora che lei avesse il tempo di accordarglielo.
Era stata la prima volta che il Grifondoro si era sentito sinceramente dispiaciuto per lui.

-E' oggi, vero?- trillò Ginny, voltandosi verso Ron ed Harry che stavano giocando a scacchi magici poco lontano da lei.
-Sì.- le rispose Harry, sorridente -Stasera Hermione tornerà ad Hogwarts, anche se purtroppo domani sera non potrà partecipare al ballo, Madama Chips la sequestrerà sicuramente.-
Ron accennò un sorrisetto e Ginny lo fulminò con lo sguardo, capendo subito a cosa stesse pensando il fratello.
-Non essere così felice, Ronald. Anche se Hermione ha dimenticato Malfoy, questo non vuol dire che abbia nuovamente sentimenti per te.- disse acidamente.
Lo sguardo di Ron si rabbuiò ed Harry per un attimo temette il peggio, una delle loro litigate "made in Weasley " era l'ultima cosa che poteva servire ad Hermione...e a lui.
Ma, invece di arrabbiarsi, Ron sospirò.
-Non ho alcuna intenzione di tornare sui miei vecchi passi...- disse a sorpresa -Lei ha scelto un altro, questo nessun incantesimo potrà cancellarlo. Le sarò di nuovo amico perché le voglio bene, ma sto con Lavanda adesso e credo che rimarrò con lei per un po'.-
Harry e Ginny si guardarono.
Forse, si spiegò Harry, la possibilità che Hermione morisse senza che si potessero chiarire l'aveva fatto riflettere. Inoltre Ron aveva ascoltato con stupore della lotta tra Malfoy e Zabini, dell'incantesimo fatto ad Hermione e di come il ragazzo si fosse gettato nell'acqua per salvarla, rischiando lui stesso di morire. E quando aveva incontrato il Serpeverde nei giorni seguenti non era riuscito più a provare quel disprezzo che avvertiva ogni volta che vedeva la sua faccia. Anche se non sarebbe mai stato suo amico, non aveva potuto che ammirarlo per il suo coraggio. Ma sicuramente Ron non l'avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura.
A maggior ragione dopo il piccolo scherzetto che avevano architettato lui e Ginny, facendo credere a Madama Chips che fosse svenuto mentre provava una pozione soporifera fatta per un compito, decidendo di provarne gli effetti lui stesso. Inutile dire che si era beccato non solo la ramanzina della Medimago ma anche le prese in giro di Dean, anche lui in infermeria in quel momento.
Solo per l'amicizia con Harry e per il bene di Hermione aveva tenuto la bocca chiusa. E per fortuna che al suo risveglio aveva trovato Ginny ad istruirlo, se Madama Chips avesse sospettato l'avvelenamento avrebbe chiamato tutto il corpo insegnanti per trovare il colpevole.
Comunque, che lo volesse oppure no, quell'esperienza aveva cambiato Ron...e non solo lui...
Draco infatti aveva iniziato a comportarsi in modo strano. Non insultava più nessun Grifondoro, né si allenava a Quidditch. Parlava a malapena con Nott e non girava più per i corridoi accompagnato da Tiger e Goyle.
Dopo le lezioni, semplicemente, il Serpeverde spariva per ore e nessuno avrebbe potuto dire con certezza dove fosse o cosa stesse facendo, forse neanche Nott ne era al corrente.

D come Draco, M come MisoginoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora