VII

2.9K 133 30
                                    

8 agosto 2019, New York, Avengers Tower


"Per la miseria" – il filantropo sbuffò nuovamente –"ma dove è finita?"

Tony Stark guardò l'ora sul suo orologio, era in ritardo di più di un'ora.

Quando Mia gli aveva detto che il suo aereo sarebbe partito con un leggero ritardo Tony si era ripromesso di non alterarsi troppo e di non far ricadere la colpa su di lei, ma i suoi buoni propositi stavano andando in mille pezzi perché stava decisamente cominciando a perdere la pazienza.

Tutti sapevano che Tony era irrascibile di per se e se c'era una cosa che proprio non riusciva a sopportare erano i ritardatari.

Sapeva che la colpa non era della donna che stava aspettando ma si continuava a chiedere perché avesse accettato di andare a prenderla quando poteva benissimo andarci il suo taxista e accompagnatore Happy.

In realtà il motivo per cui l'aveva fatto lo sapeva bene. Teneva particolarmente a quella ragazza e ogni cosa che lei gli chiedeva Tony Stark si sentiva in dovere di farla e poi, pur di farla partecipare alla festa che aveva organizzato per la rimpatriata degli Avengers, avrebbe fatto anche quello.

Quando Tony aveva chiesto a FRIDAY di mandare un invito anche all'agente Torres non si aspettava sicuramente che lei lo avrebbe ricattato. Mia gli aveva esplicitamente fatto capire che avrebbe partecipato alla sua festa solo se fosse andato lui a prenderla e non Happy come succedeva tutti i lunedì in cui lei tornava a New York.

L'uomo cominciò a battere freneticamente la punta del piede per terra, sperando di non dover aspettare ancora un minuto in più, o sarebbe impazzito.

Aveva affidato i preparativi alla sua adorata assistente e fidanzata Pepper Potts ma – anche se si fidava cecamente di lei – voleva essere presente per tenere sotto controllo la situazione.

Guardò di nuovo il Rolex al suo polso e si accorse che da quando l'aveva guardato la prima volta erano passati solo quattro minuti. Alzò lo sguardò verso il monitor che indicava l'arrivo dei voli e tirò un sospiro di sollievo quando vide che quello che arrivava da Boston era appena atterrato.

Avanzò di qualche metro per fare in modo che l'agente Torres lo vedesse anche se – con tutta la sua modestia – sapeva che lei lo avrebbe riconosciuto subito.

Era Tony Stark, il grande e famoso Iron Man, chi non lavrebbe riconosciuto?

Si schiarì la gola con un colpo di tosse, si sistemò il colletto della polo bianca che indossava per poi alzare il braccio nella direzione della donna che era appena uscita dal gate numero quattro.

Mia gli sorrise non appena lo vide e gli fece un cenno con il capo per salutarlo.

Tony durante i suoi primi anni nella Stark Industries si era abituato alla presenza di tante belle donne e non si destabilizzava più di tanto quando ne vedeva una, però, dal canto suo Mia Torres le superava di gran lunga tutte quante.

Lasciando da parte il fatto che il signor Stark amasse con tutto il cuore la signorina Potts, l'agente Torres era davvero una gran bella donna e lui non l'aveva mai negato, neanche davanti a quella che prima o poi sarebbe diventata sua moglie. La fortuna voleva che Pepper non fosse gelosa dell'agente S.H.I.E.L.D ma che, al contrario, l'ammirasse molto proprio perché come lei riusciva a sopportare il signor Stark nonostante vivere insieme a lui non fosse cosa facile.

"Ricordami perché ti ho aspettata per più di un'ora" – borbottò lui prendendo la valigia della donna

Mia rise divertita –"Perché mi vuoi bene" – si tolse il giubbotto di pelle rosso e poi gli puntò il dito contro –"non provare a negarlo"

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora