XXVII

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Steve non credeva che Mia lo avrebbe ascoltato per tutto il tempo, e invece l'aveva fatto. Si era chiesto almeno una decina di volte perché lei lo stava facendo, dopo tutto lui le aveva mentito in diverse occasioni eppure era li, con lo sguardo fisso nel suo, ad ascoltare ogni sua singola parola.

Erano usciti dalla sala in cui Steve aveva incontrato T'Challa e Bucky e poi si erano diretti in un posto ancora sconosciuto al capitano.

Mia in quel frangente di tempo non aveva detto niente di niente. Non si era neanche girata a guardarlo negli occhi. Si era limitata a proseguire a testa alta verso il punto in cui era diretta.

Dopo un quarto d'ora di silenzio e almeno duemila passi, erano arrivati in quel posto. Mia ci andava spesso quando tornava in Wakanda a trovare Bucky.

C'era una piccola capanna in legno con il tetto in paglia, contornata interamente da un bellissimo e immenso prato verde. Davanti a loro, le cascate più belle che Steve avesse mai visto.

Si sedettero fuori dalla capanna, l'uno accanto all'altro e Mia ascoltò tutto ciò che Steve aveva da raccontare. Le sembrò per un attimo di tornare indietro ai tempi in cui sua nonna le raccontava le storie, ma quelle belle, quelle con i lieto fine, quelle in cui la principessa sposa l'amore della sua vita.

Il rumore delle cascate sovrastò la voce del capitano per qualche istante, e lui si costrinse al alzare il tono. Le disse che era - in primis - era dispiaciuto per ciò che era successo. Le raccontò per filo e per segno della sua relazione con Sharon e si stupì di se stesso.

Non aveva mai parlato tanto con nessuno, neanche insieme a Natasha e non aveva mai raccontato tutta quella storia a nessuno, nemmeno a Sam.

Mia restò in silenzio per un tempo indefinito, poi spostò l'angolo della bocca e a Steve parve per un'istante che avesse sorriso.

"Di qualcosa" - la mano di Steve scivolò velocemente sul ginocchio di Mia e a quel contatto lei rabbrividì. -"Ti prego"

La voce del capitano risultò un sussurro in confronto del rumore dello scrosciare dell'acqua. Mia notò subito il suo mezzo sorriso quando si accorse che quel contatto le aveva provocato una scarica di brividi.

Era impossibile per lei, riuscire a stare calma, a respirare regolarmente e a non pensare di avere Steve Rogers al suo fianco.

Ti ha mentito ma non ti importa.

Si ripeteva quella frase da quando era partita per il Wakanda, ed era vero, era tremendamente vero. Lui le aveva mentito, l'aveva messa in pericolo eppure Mia non riusciva a portare rancore nei suoi confronti.

"Cosa dovrei dirti?" - disse lei, voltandosi leggermente, il giusto per guardare il profilo di Steve -"che sei un idiota? Che ti sei fidato della persona sbagliata? Che cazzo.." - respirò profondamente, cercando di non dire più parolacce. Se l'era promesso. -"Ci sono quasi rimasta secca. Per la seconda volta oltretutto"

Steve non disse una parola. Aveva una voglia che gli cresceva dal petto ma non sapeva bene dargli un nome. Voleva baciarla probabilmente.. si, forse era quello.

"Si" - alzò la voce -"sono un idiota, un cretino, uno stupido e tante altre cose"

"Ma sei umano" - rispose lei al suo posto. I loro occhi si incontrarono in un turbinio di emozioni -"e tutti sbagliano"

Steve non poté far altro che sorridere. Le dita della sua mano si strinsero leggermente nella pelle nuda di Mia. Lei si costrinse a non saltargli addosso, ma non per togliergli i vestiti di dosso, per quello ci sarebbe stato tempo, voleva solo essere stretta fra le sue braccia.
Sentiva il bisogno fisico di un contatto, che andasse oltre al sfiorarsi le mani o a toccarsi per sbaglio.

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora