"Mia"
La ragazza scrollò la spalla e Bucky tolse la mano. Alzò gli occhi al cielo e tentò di richiamarla.
Il viaggio dal Wakanda a New York era stato eterno ed ora mai erano almeno cinque ore che Mia si era addormentata nel sedile del passeggero.Bucky aveva imparato a pilotare anche grazie a lei. Era stata severa ma almeno lui era riuscito ad imparare tutto ciò che gli serviva. Si era proposto come guida al posto suo dato che aveva notato dai suoi occhi che era molto stanca, infatti, dopo qualche minuto si era addormentata.
"Mia" - allungò il braccio e la mosse leggermente-"siamo arrivati"
Lei aprì di scatto gli occhi, guardando fuori. Era buio pesto e se lei non fosse stata una pilota non avrebbe avuto idea di dove si trovassero in quel momento.
"Bugiardo" - borbottò prima di voltarsi leggermente e rimettersi a dormire
"Non dormire" - la richiamò lui
Mia sbuffò, e tenendo sempre gli occhi chiusi gli rispose -"sono stanca Bucky"
Lui allungò il braccio per arrivare alla leva e virare verso destra. In realtà non era proprio una bugia quella che le aveva detto prima. New York non era tanto lontana.
"Può darsi che sia l'età"
Lei alzò un sopracciglio, sempre con gli occhi serrati. Alzò il braccio nella direzione del suo amico e gli mostrò il dito medio. Aveva capito perché l'aveva svegliata. Era passata la mezzanotte da qualche minuto e lui sapeva bene che il 14 settembre era il suo compleanno. Quello era un modo per farle gli auguri.
Bucky analizzò quel gesto. Mia era abbastanza sfacciata e non si faceva mettere i piedi in testa, quel gesto fatto da lei non era del tutto inaspettato. Non si sorprese, poi rise.
"Senti chi parla" - disse, poi si sistemò sul sedile, aprendo finalmente gli occhi -"tu hai cent'anni"
Lui emise un verso divertito -"ne ho cento quattro" - la corresse
Mia alzò le mani in segno di scuse per prenderlo in giro e mormorò un: o si scusa.
Non le era mai capitato di soffermarsi a pensare all'età di Bucky o di Steve, forse non le era mai importato troppo. In quel momento però, non riuscì a non pensarci. Quando ancora era alla vecchia base dello Shield aveva letto i fascicoli di entrambi.
Era solo un agente di livello due, e a quelli di quel livello non era permesso leggere i fascicoli di nessuno, ma Fury sentiva che da li a poco sarebbe successo qualcosa che avrebbe fatto crollare la sua creazione. Si era fidato di Mia, a tal punto, da lasciarle una missione di livello quattro, insieme a Barton, Romanoff e Steve.
Superata la missione, soprattutto grazie al suo aiuto, Mia era passata da essere un agente di due livelli più alti.
Se anni prima domande non ne aveva, adesso si.
Steve poteva invecchiare lentamente, poteva guarire in pochissimo tempo, e lei invece, era del tutto normale. Non poteva definirsi umana perché anche il capitano Rogers lo era, ma lei poteva invecchiare, poteva restare ferita e la guarigione poteva essere molto lenta, ma soprattutto, poteva morire.Si ritrovò a non essere più sicura di niente. Se a lei fosse successo qualcosa, Steve ne avrebbe risentito, e non voleva causare dolore all'uomo che stava amando.
Bucky virò a sinistra e le luci del jet illuminarono la base degli Avengers. Era quasi l'una e la base era completamente buia. Mia si spostò leggermente per aiutare il suo amico nell'atterraggio e pochi secondi dopo erano finalmente a New York.
Mia non fece in tempo a scendere e recuperare il suo borsone che la mano metallica di Bucky afferrò il manico per poi sollevarlo senza fatica.
"Non ce n'era bisogno" - disse lei piano, mentre entrambi raggiungevano l'ascensore
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𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||
FanficSono passati due anni da quando lo S.H.I.E.L.D è caduto in rovina e Nick Fury ha usato tutte le sue forze ed una squadra di pochi e fidati agenti per rimetterlo in piedi. Mia Torres è una di loro. Dopo l'ultima missione che l'ha quasi uccisa, Mia...