XXXIX

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La mattina successiva Steve era andato via abbastanza tardi. Sam era insieme a lui.
Mia gli aveva promesso che sarebbero tornati -lei e Bucky- il sabato in giornata.

Il viaggio del Capitano Rogers e di Falcon era stato breve, ma da Boston a New York Sam non aveva smesso neanche per un secondo di fare domande a Steve riguardo alla sua pseudo relazione con Mia.

Il capitano non si era espresso a riguardo. Aveva accennato qualcosa tipo: non abbiamo una relazione, ma poi ci aveva riflettuto e si era detto che era veramente un grande cavolata.

Loro due si che avevano una relazione, anche se, non ne avevano mai parlato gran che. Qualche giorno prima c'era stato quel bacio e poi erano finiti a letto insieme, più di una volta oltretutto. Mia era dovuta partire per Boston e lui come un bambino innamorato le era corso dietro. Ma in fondo sapeva che lei ne sarebbe stata felice, infatti fu proprio così.

Steve si ritrovò a ringraziare Sam per l'ennesima volta. In fondo lui gli aveva fatto capire che non c'era niente di sbagliato in quella ragazza e poi l'aveva aiutato a fidarsi di lei.

Mia era come un fulmine a ciel sereno e anche se a lui i temporali mettevano tristezza, lei le piaceva da morire e riusciva a trasmettergli un senso di pace e tranquillità.

Qualche ora dopo essere arrivato alla base degli Avengers insieme a Sam, Steve si stava allenando e si chiese se il viaggio della donna che occupava i suoi pensieri, era andato bene.

Mia, quasi dall'altra parte dell'emisfero, si stava chiedendo la stessa cosa. Avrebbe voluto scrivere un messaggio a Steve ma era arrivata proprio nel momento in cui sarebbe iniziato il rito per Bucky.

Lei e le Dora Milaje si erano messe d'accordo qualche giorno prima, sicure che tutto ciò che rimaneva del Soldato d'inverno sarebbe stato spazzato via. Quasi come un anti sortilegio.

Ciò che l'organizzazione Hydra aveva fatto al soldato James Barnes era qualcosa di terribile. Aveva sentito parlare per tanti anni di lui:quando era in missione con Natasha e Clint, alla ex base dello Shield, persino qualche volta da Tony.

Nessuno poteva immaginare il dolore che aveva provato Bucky, nemmeno lei che sapeva bene cosa voleva dire perdere. Era stata vicino al soldato come solo un'amica può fare e l'aveva confortato sempre, nonostante tutti le avessero remato contro fin dall'inizio.

Anche Fury le aveva detto che sarebbe stato impossibile riportare indietro ciò che rimaneva di James, eppure ci era riuscita, ed era una grande vittoria per entrambi.

Ayo, una delle Dore Milaje con cui Mia aveva più contatti, si avvicinò a lei, costringendola a scacciare tutti i pensieri e ad ascoltarla.

"Stiamo per iniziare" - disse con tono atono

Poche volte Mia l'aveva vista sorridere o chiacchierare con leggerezza con qualcuno. Col tempo aveva capito il perché il re era molto orgoglioso delle sue combattenti.

La bionda annuì e si avvicinò alla tenda che era stata messa su per Bucky. Lui era li, seduto a terra con le gambe incrociate, i capelli sciolti e un lungo telo che copriva il braccio amputato.

James le rivolse uno sguardo e poi un flebile sorriso. Lo si poteva vedere dal suo sguardo che era terrorizzato e Mia non poteva far altro che compatirlo. Le disse che sarebbe andato tutto bene e lui abbassò di nuovo lo sguardo.

"Sei pronto?"

Al gruppo si erano aggiunte anche Nakia e Okoye.
Mia era rimasta in disparte mentre le Dora Milaje avevano formato un piccolo cerchio attorno a Bucky.
Cominciarono il rito di purificazione, pronunciando alcune parole che l'agente Torres non aveva mai sentito.

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora