La sveglia era suonata da più di dieci minuti e Steve era ancora nel suo letto. Non gli capitava di riuscire a dormire così bene e così tanto da un bel po' di tempo, che si era lasciato avvolgere dalla morbidezza delle lenzuola ancora per qualche minuto.
La sera prima alla festa che aveva dato Tony per la rimpatriata lui non aveva toccato neanche un bicchiere di champagne e non perché non poteva reggerlo, ma per il semplice fatto che quando aveva visto Phil provarci senza scrupolo con l'agente Torres gli erano passate tutte le voglie.
Eppure si sentiva estremamente stanco e svogliato, come se avesse bevuto alcool fino a non ricordarsi neanche il suo nome.
Non riusciva dare un nome a quella sensazione che aveva avuto la sera prima quando aveva visto Mia scendere le scale sotto braccio a Tony, con quel vestito rosso, oppure, quando l'aveva vista ridere e scherzare insieme a Fury e l'agente Coulson.
A lui, a dirla tutta, Mia era sempre stata indifferente, forse perché tutti gli uomini dello S.H.I.E.L.D ci avevano provato con lei e lui non voleva essere uno di quelli, o forse perché all'agente Carter non era mai piaciuta e all'inizio della loro relazione Steve pendeva molto dalle labbra di quest'ultima.
Aveva sempre pensato con la sua testa ma quando aveva avuto bisogno di qualcuno che lo ascoltasse, Sharon era stata li, a guardarlo senza dire una parola ed ad ascoltare anche i suoi silenzi. Quando era entrato nel suo periodo più buio, dopo la morte di Peggy, era talmente fragile da lasciarsi influenzare da qualsiasi cosa Sharon gli dicesse.
La loro relazione era strana però. Erano stati insieme per un periodo, prima della morte di Peggy, poi dopo si erano separati e Sharon, pensando che lui stesse con lei solo perché era una Carter, se n'era andata lasciandolo solo. Dopo qualche mese Steve era tornato sulla sua strada, ritrovando anche un po' di serenità insieme alla vecchia compagna e adesso, a dirla tutta non sapeva neanche lui bene in che situazione sentimentale si trovavano.
"Capitano"
La voce metallica dell'intelligenza artificiale gli fece alzare la testa dal cuscino.
Sapeva che qualcuno lo stava cercando ma - in fondo - sperava che quel qualcuno non fosse appunto l'agente Carter.
Il venerdì sera, dopo essere tornato dal Wakanda, aveva spiegato a Sharon che sarebbe dovuto tornare all'Avengers Tower. Si era inventato una scusa più che plausibile perché Fury era stato molto chiaro: nessuno doveva sapere quello che stava succedendo.
Nick non si fidava di nessuno al di fuori delle persone che vivevano fra le quattro mura della struttura in cui si trovava anche lui adesso.
Steve si alzò dal letto e si mise addosso un paio di pantaloncini da ginnastica e una maglietta grigia. Volendo o no, si doveva allenare anche quella mattina.
Si affrettò a raggiungere il piano in cui si trovava la cucina per fare colazione. Tutto sommato era ancora presto e di certo non si aspettava di trovare qualcuno a quell'ora, ma non fu così.
Non appena raggiunse la sala e girò l'angolo per dirigersi in cucina, due piccole mani si posarono sui suoi pettorali.
Steve abbassò lo sguardo verso la figura che gli stava davanti, trovandosi a stretto contatto con due occhi nocciola ancora velati dal sonno.
"Buongiorno" - mormorò lui, e inevitabilmente sorrise
Mia con apparente calma si spostò di qualche centimetro e fece un cenno con il capo, salutando l'uomo.
Si erano ritrovati in quella situazione ben due volte nel giro di poche ore. La sera prima alla festa, Mia era riuscita a dire qualcosa come un 'mi dispiace tanto' prima di sistemarsi il vestito e raggiungere il suo capo.
Steve era rimasto intontito dal suo buon profumo.
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𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||
FanficSono passati due anni da quando lo S.H.I.E.L.D è caduto in rovina e Nick Fury ha usato tutte le sue forze ed una squadra di pochi e fidati agenti per rimetterlo in piedi. Mia Torres è una di loro. Dopo l'ultima missione che l'ha quasi uccisa, Mia...