XXVIX

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Andiamo, andiamo.

Mia era da poco tornata a casa dal parco insieme a Steve. Avevano passato più di due ore a chiaccherare insieme a Chloe e Steve aveva persino giocato insieme ad Ilary.

Quando aveva visto arrivare Rogers al parco era rimasta sinceramente sorpresa, ma, in fondo, neanche troppo.

Steve era, nella sua imprevedibilità, molto prevedibile in effetti.

Mia si era trovata in difficoltà, anche se era molto capace a tenerlo nascosto, quando l'aveva visto e quando lui le aveva chiesto se poteva portarla fuori a cena. Lei aveva accettato senza esitazione, cercando di tranquillizzare lui e persino se stessa.

Non si capacitava di come Steve potesse pensare che lei gli avrebbe detto uno no come risposta. Da quando era tornata a casa a quando era uscita dalla doccia erano passati circa quaranta minuti, e in quel frangente di tempo non aveva fatto altro che pensare a come una donna potesse dire di no ad un uomo come Steve Rogers.

Mia si diresse finalmente nella sua stanza. Era rimasta fin troppo tempo a fissare il suo riflesso allo specchio ed era ora di prepararsi ad uscire.

Steve era al piano di sotto che l'aspettava. Non sarebbe andato da nessuna parte senza di lei.

Nella sua stanza Mia, cominciò a sgattare dentro all'armadio per cercare qualcosa che era rimasto li. Il suo guardaroba ora mai era stato quasi del tutto trasferito alla base degli Avengers e non sarebbe stato molto comodo viaggiare da Boston a New York solo per recuperare un paio di indumenti.

Troppo elegante, pensò e sbuffò gettando nel letto un vestito lungo, completamente nero.

Questo neanche ricordavo di averlo, si disse ancora fra se e se continuando a scartare tutto ciò che le capitava sotto mano.

Ad un tratto le capitò sotto gli occhi un vestito bianco, ne troppo corto ne troppo lungo, elegante al punto giusto e odorava ancora dell'acqua profumata che sua madre era solita a spruzzare sui suoi vestiti.

Lo indossò senza pensarci due volte, sciolse i capelli che asciugò velocemente e si mise un filo di trucco.

Scese al piano di sotto, così velocemente che Steve si sporse dalla salotto pensando che fosse precipitata dalle scale.

Si sorrisero e nello stesso istante Liam Torres entrò dalla porta di casa sua.
Dopo un paio di sguardi decisamente ambigui, Mia si decise a salutare suo padre.

"Papà" - mormorò incerta -"lui è Steve"

Il biondo allungò il braccio e strinse la mano del generale Torres. Liam non proferì parola, sorrise solo leggermente.

Aveva conosciuto tanti amici e compagni do classe di Mia quando frequentava il liceo e anche i pochi fidanzati che aveva avuto, ma sapeva che Steve era diverso. A dirla tutta: sapeva esattamente chi era Steve Rogers.

Ma la vera domanda rimane: chi non sa chi è Steve Rogers?

L'uomo che ha combattuto negli anni quaranta contro i nazisti e contro l'Hydra. L'uomo che nonostante abbia perso tutto, ha comunque lottato per tutto.

"Molto piacere.." - Steve osservò l'uomo davanti a se e poi abbozzò anche lui un sorriso -"generale Torres"

Il capitano aveva visto poche volte quelle due stelle cucite sulla divisa di un uomo del comando militare, ma le avrebbe riconosciute comunque.

Mia era una grande donna e aveva preso tutto dai suoi genitori, su questo Steve ne era sicuro.

"Signor Torres va bene" - rispose Liam con tono atono

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒉𝒆𝒂𝒅 || Marvel Story ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora