Capitolo 1

873 24 1
                                    

Aprii gli occhi di scatto e presi un grande
respiro. Buio. Sentivo dei rumori metallici, e forse anche versi di animali. Cercai di alzarmi e di orientarmi.
" Aiuto! " urlai, quasi non riconoscendo la mia stessa voce. Quello mi mandò in panico.
Com'è possibile?
Troppe domande iniziarono a catapultarmi in testa. Cercai di aggrapparmi ai miei ricordi, che sembrava stessero volando via, lontano. Molto lontano. Respiravo a mala pena, il mio cuore batteva all'impazzata, e sentivo la gola secca. Ero così disorientata e confusa. Toccai le pareti, e dalla sensazione sembrava fosse un ascensore che stava salendo verso l'alto, molto rapidamente.
Chi sono?
" Per favore! Aiuto! " gridai ancora una volta, "Fatemi uscire! ". E come se qualcuno avesse ascoltato la mia richiesta, l'ascensore si fermò di colpo, facendomi cadere a terra. Dopo qualche secondo, sentii dei rumori, come se qualcuno fosse saltato sopra l'ascensore. Poi, si aprì, e una luce accecante colpì i miei occhi. Sembrava come ricevere una frustata sulle palpebre. Strizzai gli occhi, e dopo averli strofinati, iniziai ad abituarmi alla luce.
Per quanto tempo sono stata qua dentro?
Vidi delle figure sfocate sopra di me. E improvvisamente, qualcuno saltò dentro, guardandomi sorpreso. Era un ragazzo, che dopo avermi vista si voltò verso gli altri, turbato.
" È una ragazza! " disse. La sua voce mi sembrò così familiare, che mi diede il voltastomaco.
Non ricordo nulla! Nulla!
Volevo urlare, scappare via, sparire. Si alzò un brusio di sottofondo, voci sorprese.
Perché? E dove sono?
Qualcuno tese un braccio per farmi uscire, e senza pensarci due volte mi aggrappai, cadendo di nuovo per terra. Vidi dei ragazzi, alcuni ridevano, altri sorridevano. Solo ragazzi.
" Cosa... " sussurrai a bassa voce.
Mi tirai su, e quello che vidi poi, fu ancora più scioccante. Enormi mura attorno allo spazio in cui mi trovavo. Volevo urlare. Il mondo iniziò a girare attorno a me.
Voglio solo scappare via.
Sudavo, tremavo, a il cuore continuava a battermi all'impazzata. Era come se stessi per avere un attacco di panico. In quel momento, la decisione più semplice, fu quella di correre.
Con il respiro affannoso, corsi, e nel mentre, intravidi uno spazio smisurato tra le mura.
Voglio uscire. Devo uscire.
Anche se la specie di Radura sembrava di grandissime dimensioni, iniziai a sentirmi clautrofobica. Mi sentivo a disagio, la fuga da quel posto orribile sembrava quasi impossibile.
Il mio obiettivo era quello di uscire da lì.
Di punto in bianco caddi bruscamente a terra.
" Ehi! Dove pensi di andare pivellina? " qualcuno gridò da dietro ridendo. Avevo la nausea, mi sentivo debole e non avevo alcuna intenzione di alzarmi. Per questo lasciai che l'oscurità prendesse il sopravvento. Mi lasciai cullare dai rumori del silenzio.

Promesso? Promesso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora