Capitolo 20

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Avviso, che questo capitolo potrebbe essere un pò "triggering"  per qualcuno!!
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Stavo correndo con il cuore che batteva all'impazzata. Il petto in fiamme dalla fatica. C'era solo un corridoio sotterraneo che sembrava infinito, e quasi all'oscurità. Quando mi accorsi di tutto ciò mi fermai. Cosa era successo prima che arrivassi lì? Non ricordavo nulla.
" Ehi! " gridai, producendo un'eco lungo il corridoio.

All'improvviso, sentii dei rumori metallici, e mi girai di scatto dallo spavento

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All'improvviso, sentii dei rumori metallici, e mi girai di scatto dallo spavento. Qualcosa si stava aprendo, una porta di un'ascensore. Una leggera nebbia fece sembrare la vista impossibile, ma quando sentii il verso disumano di una creatura, capii subito tutto.
Era un Dolente. Rimasi come paralizzata sul posto, i piedi incollati a terra. Fino a quando la creatura gibbosa e orribile, iniziò a muoversi verso di me. Iniziai a correre di nuovo, svoltando a destra e a sinistra. All'improvviso mi trovai in un vicolo cieco. Nessuna via di scampo. Nessun nascondiglio.
" Non è reale. Non è reale. " continuavo a ripetere a bassa voce.
Forse è solo un sogno, pensai.
Ma come potevo capire che non era reale?
Forse è tutto reale, e io morirò. pensai, prima che il Dolente mi raggiungesse, fermandosi a qualche metro da me. Era come spento, disattivato. Dopo qualche minuto, appena provai a muovere un muscolo per cercare di scappare dall'altra parte, una forza magnetica mi fissò al muro. Come una calamita. La creatura si azionò di nuovo avvicinandosi strillando. Gridai. Gridai con le mie ultime forze, mentre la creatura mi sbranava. Il dolore era reale. La sensazione di morire era reale.
Era tutto reale.

Aprii gli occhi lentamente, lasciandoli socchiusi dal dolore che provavo. Da quello che riuscivo a vedere, ero su un letto, e dei dottori mi stavano trasportando. Vidi alla mi destra Isaac. Aveva gli occhi lucidi e rossi, come se avesse appena pianto.
Sono viva, pensai.
La testa faceva un male allucinante.
Non è reale, pensai di nuovo.

Mi svegliai nella solita stanza in cui dormivo. Non avevo più forze. Era come se avessi appena corso una maratona, ma non ricordavo di aver fatto nulla del genere. Mi sedetti lentamente dall'enorme dolore che provavo alla testa, e mi guardai intorno. La stanza era uguale a come la ricordavo. Monotona, senza decorazioni. Ma la sensazione di confusione mi stava divorando. Quello che stavo vivendo era reale? Sempre quella stessa domanda. Ma c'era un solo modo per scoprirlo.

Mi alzai lentamente, accorgendomi di avere una maglia grigia e dei pantaloni larghi addosso. Mi tremavano le ginocchia, e mi sentivo sfinita. Mi avvicinai alla vetrata.
Non ho mai provato ad aprirla... pensai, allungando una mano e appoggiandola sul vetro. Da qualche parte doveva esserci un pulsante di emergenza o qualcosa del genere.
Continuai a guardare in giro, per trovare qualcosa. Ad un tratto vidi Isaac, in lontananza, camminare verso la mia stanza.
" Isaac! " esclamai colpendo il vetro due volte.
Corse verso di me e aprì la porta. Dopodiché, entrò velocemente e mi abbracciò. Ricambiai, sapendo che niente di quello era comunque vero.
" Stai meglio? " disse prendendomi per le spalle.
" Cos'è successo? " chiesi.
Almeno in quel posto, forse, potevo avere delle risposte.
" Dovevamo fare dei test più... approfonditi, per analizzare meglio le tue capacità e le tue reazioni. Ti prometto che è stata la prima e l'ultima volta. So che è stato molto difficile, e ora ti sentirai disorientata e confusa, ma andrà tutto bene. " rispose sorridendo leggermente, " Hai finalmente finito i test. Non hai alcuna traccia dell'Eruzione grazie alla C.A.T.T.I.V.O. " terminò contento.
" Quindi tutti quei test ed iniezioni... " iniziai cercando di indovinare.
" Erano per controllare se avessi l'Eruzione, e per eliminarne ogni parte. Ma... i primi erano delle prove per delle possibili cure. Non voglio tenerti nascosto più nulla. Ora fai di nuovo parte di noi. " concluse.
" D'accordo. " risposi freddamente, " Posso andare al bagno, per piacere? " chiesi.
Isaac annuì, spostandosi dalla porta. Il bagno era solamente a qualche passo dalla mia stanza, ma non ne avevo davvero bisogno. Aprii e richiusi la porta del bagno, per fingere di essere entrata, quando in realtà rimasi nel corridoio. Isaac era entrato nella mia stanza, e quando mi avvicinai in punta di piedi, lo vidi seduto di lato mentre fissava il vuoto. Sembrava ferito.
" Mi dispiace. " bisbigliai prima di premere il pulsante rosso.
Isaac si alzò velocemente correndo alla vetrata. La porta si era ormai serrata.
" Cosa fai?! " gridò, guardandomi con occhi spalancati.
" Tutto questo non è reale... " sussurrai scuotendo leggermente la testa.
" No!! " gridò Isaac.
Il suo sguardo era diventato terrorizzato. Come se avesse capito cosa stavo per fare.
" Non andare!! Sono io!! Sono reale! " gridò di nuovo, cercando di convincermi.
Feci qualche passo indietro con le lacrime agli occhi. Quando sarebbe finito questo orribile sogno? O test. O qualsiasi cosa fosse. Dovevo svegliarmi.
Iniziai a correre a sinistra, guardando avanti. Fortunatamente non c'era nessuno. Nessuna guardia, o dottore. Quello era un altro dettaglio, che diceva che tutto ciò, non era reale.
Continuai a correre, fino a quando non vidi un laboratorio. Entrai dentro, e notai subito degli oggetti appuntiti. Ne presi uno, simile ad un coltello dalla punta affilata. Tremavo e sudavo.
" Non è reale, non è reale, non è reale... " continuavo a ripetermi.
Presi la punta dell'oggetto, e la appoggiai al collo. Strinsi gli occhi.
Vogliono solo vedere le mie reazioni, emozioni e capacità, pensai.
Uno...
Due...

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