Capitolo 3

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Rimasi impalata a fissare quelle mura. Sempre con lo stesso identico pensiero.
Devo uscire di qui.
Era come una frase ripetuta e ripetuta a vita, dentro di me. Come se qualcuno me l'avesse stampata nel cervello.
" Chuck! " esclamò Alby all'improvviso.
" Caspio! È proprio carina! " disse un bambino paffutello dai capelli ricci, stringendomi la mano, " Mi chiamo Chuck! Piacere! Faccio lo Spalatore. " concluse sempre sorridendo.
" Piacere Chuck. " dissi freddamente. Avevo la sensazione di non essere sempre stata così. Ma così come?

Tornammo vicino al Casolare in cui c'erano delle amache, vestiti, e delle specie di mobili.
" Qui ci dormiamo. Tra poco pranziamo e- " iniziò a dire Chuck, ma io lo interruppi.
" Da quanto tempo sei qui? E cosa significa Spalatore? " chiesi curiosa. Sembrava così tenero e piccolo.
" Beh io sono il terzultimo Fagio prima di te. E gli Spalatori sono i pive che non sanno fare nient'altro. Puliscono i bagni, puliscono le docce, la cucina, il macello dopo che hanno ammazzato gli animali... capito? " rispose.
" Capito... " mormorai pensando a quanto fosse sfortunato il piccolo.
" Bene così. " disse Chuck.
Dopo qualche secondo le domande iniziarono di nuovo a bombardarmi nella mente.
" Tutti... tutti voi non ricordare nulla? O sono l'unica? Ho perso la memoria? Cos'è successo?"
domandai insistentemente.
" Tranquilla. Nessuno sa o si ricorda nulla, tranne il nome. Non sappiamo chi ci abbia messo qui, o dove ci troviamo. Ti abituerai. " disse tranquillamente.
" D'accordo. " risposi.

Devi uscire. Devi salvare tutti. Dal primo all'ultimo.
Una frase a cui non avevo mai pensato, come se si fosse materializzata nella mia mente. Come se l'avessi ripetuta un milione di volte.
Alzando lo sguardo, vidi delle persone uscire dal Labirinto. La cosa mi fece alzare dall'amaca agitatamente.
" Chuck. Sono entrati nel Labirinto. Non era la regola principale? NON entrare nel Labirinto?" dissi girandomi verso di lui nervosamente.
" Esatto. Ma loro sono i Velocisti. " rispose.
" I... i cosa? " chiesi confusa. Perché tutti questi termini?
" I Velocisti sono gli unici che possono uscire fuori dalle mura della Radura. Esplorano il Labirinto tracciandone le mappe che poi consegnano ai Geografi. Il loro compito è correre. " rispose di nuovo, orgoglioso di conoscere perfettamente la risposta.
" Correre... " ripetei sempre guardando i ragazzi usciti dal Labirinto.
" Vedi il ragazzo con i capelli neri? Il primo del gruppo? " aggiunse Chuck.
" Sì. Sì lo vedo. " risposi.
" Lui è Minho. L'Intendente dei Velocisti. Coordina, comanda eccetera eccetera. " concluse.
" D'accordo. " sussurrai.
" Basta dire ' d'accordo '! Ora andiamo a mangiare qualcosa! Che sto morendo di fame. " protestò.
D'accordo...

Il sole splendeva nel cielo.
Qui non piove mai. Mai.

Chuck disse che sarebbe andato a prendere un panino dalla cucina e che l'avrebbe portato, nel mentre rimasi seduta a riflettere.
Perché sono l'unica ragazza qui? PERCHÉ sono qui?
Inaspettatamente, qualcuno si sedette per terra di fianco all'amaca su cui ero seduta. Mi girai, e vidi Newt, con una leggera smorfia sul viso mentre spostava la gamba.
" A cosa pensi? " chiese guardando verso le mura.
" Voglio uscire di qui. " risposi direttamente.
" Beh, penso che questa tua affermazione sia impossibile. " rispose con aria convinta.
" Non m'importa. Ci sarà un'uscita? No? " contestai.
" Ci stanno già lavorando i Velocisti. " chiarì Newt.
Aspettai qualche secondo per fare di nuovo delle domande.
" Perché sono l'unica ragazza? " proseguii insistentemente.
" Non lo sa nessuno. È quello che si domandano tutti. " balbettò.
" Da quanto tempo sei qui? " chiesi all'improvviso.
" Tre anni. " concluse Newt, girandosi verso di me. Guardandomi direttamente negli occhi.
" Mi dispiace... " risposi provando un enorme senso di colpa nei confronti del ragazzo. Non riuscivo neanche a immaginare come si sentiva Newt. Tre anni in quel posto. In quella trappola.
" Non sei mica stata tu a portarmi in questo posto. Tranquilla. Ci sono già abituato. " concluse, e si alzò sospirando.
" A dopo pive! " disse.
" Basta chiamarmi pive. " sbuffai, ero stanca di essere chiamata in quel modo.
" E come dovrei chiamarti scusa? " rispose ridacchiando. E se ne andò.
Aveva ragione...come dovrebbe chiamarmi?
" Ehi! Ho preso tre panini. Nel caso ne volessi un altro. " disse arrivando, Chuck.
" Grazie mille. " risposi prendendone uno.
Mangiai un morso, e mi accorsi che stavo morendo dalla fame.
" Pive vacci piano eh! " scherzò Chuck con la bocca piena.
Gustai il panino in silenzio, fino alla fine.

" Ho anche parlato con Alby prima. Da domani inizierai a lavorare. Come Scavatrice. " esordì Chuck.
" D'accordo. " risposi di nuovo.

Io voglio essere una Velocista. Devo esserlo.

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