Capitolo 10

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Mi addormentai, ripensando a mio fratello, a Newt, e ai Dolenti.
Perché qualcuno avrebbe dovuto portarci in questo posto?
Da dove veniamo?
C'è qualcosa là fuori?
I pensieri mi tormentavano, ma sognavo comunque. Sognai dei Dolenti che mi inseguivano, e mio fratello che correva al mio fianco.
" Autumn!! Autumn!!! Sento delle urla fuori!! Svegliati!!! " gridò il ragazzo. Ma io non sentivo nulla.
" Io non sento nulla. " risposi sorridendo, come se fossi in uno stato di trance. Continuavo a correre verso una luce.
" Ascoltami!! È la realtà questa!! Devi svegliarti!! I Dolenti!! Sono qui! "  continuò gridando, ma nel sogno non era così. Nel sogno stava solo sorridendo e correndo insieme a me. La sensazione era così tranquilla e allegra. Non volevo più svegliarmi.
" I Dolenti? Quali Dolenti? " chiesi ridacchiando, ma ad un tratto sentii uno strillo terrificante. Quello di un Dolente. Mi girai, e le luci divennero scure, e il buio invase tutto ciò che mi circondava. Il cuore iniziò a battermi all'impazzata. Il Dolente assumeva forme strane, e si ribaltava a tratti nel Labirinto. Vidi che mio fratello era scomparso, e di fianco c'era Newt. Newt si girò e guardandomi disse: " Ora svegliati. "

Aprii gli occhi e le prime cose che sentii erano urla. Era ormai buio fuori. Mi alzai bruscamente, cercando di tornare alla realtà.
" Newt!! " urlai con voce rauca. Tossii e tentai di nuovo di chiamarlo. Ma le uniche cose che sentivo erano urla e strilli. Strilli di Dolenti. Presi le sbarre e iniziai a spingerle e ad agitarle.
" Newt!! Minho!! " gridai sentendo urla e vedendo del fuoco. " Alby!! " continuai.
All'improvviso vidi Newt correre agitatamente verso la Gattabuia.
" Newt!! Che succede?! " chiesi preoccupatamente.
" Non c'è tempo di spiegare! Veloce! " gridò prendendomi la mano.
Corsi assieme a lui al Casolare, dove tutti stavano in piedi, ansiosi. Chiuse la porta velocemente, e vidi Winston fissare due tegole di legno con dei chiodi, sulla porta.
" Cosa sta succedendo?! " dissi con il fiatone.
" Le mura. Non si sono chiuse. " rispose Minho con le braccia incrociate e la voce tremante.
" Com'è possibile? " chiesi di nuovo.
" Oh tu lo sai! Secondo me sei stata proprio tu!" iniziò Gally, " Sarai stata proprio tu! È colpa tua! Alby mi ha raccontato tutto su di te! Sei stata tu a- " continuò, ma all'improvviso si sentì un rumore assordante arrivare dal tetto, al piano di sopra. Tutti guardarono verso l'alto impauriti. Forse avevo capito cos'era stato.
Vidi Chuck con la coda dell'occhio in un angolo a pingere, e corsi da lui.
" Chuck! Chuckie? Andrà tutto bene te lo prometto. Ok? " gli dissi cercando di sembrare tranquilla. Non volevo che si preoccupasse ancora di più, volevo proteggerlo.
" Il tuo amichetto ha sacrificato la sua vita per venirti a salvare dalla Gattabuia, anche quando dovevi rimanere lì a morire! Traditrice! " gridò prima che il tetto letteralmente si ridusse in pezzi. Ero rimasta sotto dei pezzi di legno, e la testa mi faceva tremendamente male. Vidi un Dolente agitarsi al centro di quella che una volta era la sala principale del Casolare. Delle urla familiari, quelle di Alby. Poi, il buio.

Ero in un salotto, circondato da luci bianche. Gli oggetti e i visi erano indistinguibili.
" Mamma, guarda! " dissi mostrando ad una donna, che probabilmente era mia madre, un disegno. Tutte le figure erano così sfocate, che non riuscii ad assimilare nulla.
" Che bello! Complimenti tesoro. Ora vieni, la colazione è pronta! " rispose sorridendomi e dandomi un bacio sulla fronte.

La situazione era completamente diversa. Mi trovavo in una stanza, circondata da mura bianche, quasi di un colore azzurro pastello, prive di qualsiasi tipo di decorazione. E ciò mi sembrava più che noioso. Ma mi sentivo tranquilla ed emozionata. Ero seduta su un letto, e sembrava che stessi aspettando qualcosa o qualcuno. C'era un comodino accanto al letto, con una lampada bianca e una sveglia dello stesso colore monotono. Finalmente qualcuno arrivò alla porta di fronte a me, e con un clic si aprì. Era una donna, e nel sogno pareva piacermi e starmi molto simpatica.
" Dott.ssa Page! " esclamai felicemente.
" Oggi è il giorno che aspettavi da molto tempo. Finalmente potrai incontrare un tuo coetaneo. " disse sorridendomi cordialmente. Indossava un camice bianco e lungo, con un'etichetta. C.a.t.t.i.v.o. Mi alzai dal letto entusiasta. Sentivo di avere più o meno 14 o 15 anni. Presi la dottoressa per mano e avanzammo verso il lungo corridoio dalle luci bianche. Mentre guardavo in giro, osservavo delle altre stanze con altri bambini sottoposti a dei test, come immaginavo io, con degli aggeggi sulla testa.
Finalmente la dottoressa si fermò di fronte a uno stanzone, che aprì con una carta. La porta fece un suono simile ad un bip, e si aprì. La stanza era completamente vuota, a parte un tavolo di metallo e un ragazzo seduto vicino. Il ragazzo si girò e sorrise, sentii che stavo arrossendo piano piano. Ero così entusiasta di incontrarlo finalmente.
" Avete 10 minuti ragazzi. " disse la donna, chiudendo la porta.
Mi sedetti accanto al ragazzo, e non sapendo il suo nome, chiesi: " Come ti chiami? " .
" Mi chiamo Newt. " rispose.
Aveva i capelli biondi con alcune ciocche più scure, gli occhi marroni brillavano alle luci bianche della stanza. Indossava una maglietta grigia e dei jeans, proprio come me.
" Io sono Autumn. " dissi.
" Quindi... siamo amici? Giusto? " chiese il ragazzo.
" Amici. " risposi.
Lui portò la mano davanti a me, e io gliela strinsi.

Aprii gli occhi prendendo un profondo respiro, come se fossi appena stata sotto l'acqua. Sentivo un dolore lancinante alla testa, e mentre guardavo nel buio, vidi solo macerie. Era ancora notte fonda, e cercai di riprendermi dai profondi ricordi che avevo sognato.
" Newt? Chuck? " cercai di gridare.
" Autumn!! " gridò Newt, correndo e aiutandomi ad alzarmi.
Mentre mi alzavo, riuscii a scorgere del sangue a terra. Newt mi abbracciò forte, quasi piangendo.
" Dove sono i Dolenti? " chiesi, staccandomi da lui.
" Se ne sono andati Autumn... " disse con gli occhi lucidi e lo sguardo afflitto.
" Cosa c'è?! Dove sono gli altri?! È successo qualcosa?! " iniziai a tempestarlo di domande.
" Mi dispiace Autumn... " mormorò. Sentii un dolore terribile dietro la schiena, come se qualcuno mi avesse conficcato un enorme ago. Forse era così. Feci una smorfia di dolore, e mi girai lentamente. Era Gally. Caddi di lato, mentre Newt mi prese velocemente, tenendomi sulle sue ginocchia. Il buio vinse di nuovo, trascinandomi verso i miei ricordi lontani.

" Vedrai Autumn. Il progetto del Labirinto sarà un successo. Riusciremo finalmente a trovare una cura e andrà tutto bene. " disse una voce maschile. Isaac. Era in piedi davanti a me con un sorrisetto stampato in faccia, e mi teneva le mani.
" Ne sono sicuro. Vedrai. " continuò.

Mi trovavo nel Labirinto, a passeggiare, guardando il risultato di un lavoro faticoso. Scorrevo le dita tra l'edera delle mura.
" Che te ne pare? Abbiamo dato un gran contributo alla C.a.t.t.i.v.o. , non dici? " chiese Isaac.
" Vero. " risposi.
Avevo paura per i miei amici. Non volevo che gli succedesse nulla di male.
" Quando troveremo una cura, potremo finalmente dire di aver dato un enorme aiuto. Potremo salvare migliaia di vite! " disse con entusiasmo.
Continuavo comunque a ignorarlo quasi. Sentivo che in quegli ultimi anni passati alla C.a.t.t.i.v.o., stavo cambiando. In peggio. I miei pensieri erano confusi, e a volte sentivo di aver preso l'Eruzione.
Io non sono immune, continuavo a ripetermi.

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