Capitolo 19

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Nelle ultime ore, dopo la visita di mio fratello, rimasi pietrificata. Stremata sotto ogni aspetto. Intontita sia mentalmente che fisicamente. Non potevo credere a ciò che mi aveva raccontato. Voleva dire che non avevo più nessuno. Non avevo alcun motivo per cercare di scappare, trovare un posto sicuro con loro. Isaac era stato dalla C.A.T.T.I.V.O. da più di un mese, e non si era preso la briga di dirmi una parola. Ormai, ero diventata un oggetto, utilizzato da loro per fare test e prove inutili. Completamente inutili.

Un giorno come gli altri cambiò tutto in peggio.
Mi svegliai con il suono irritante della sveglia, e trovai due guardie, la dottoressa Paige e Isaac di fronte a me. Le guardie mi afferrarono per le braccia, come se sapessero che avrei tentato di liberarmi, e mi trascinarono verso il corridoio.
" Isaac! Isaac, che succede?! " gridai.
" È giunto il momento. Mi dispiace. " disse tranquillamente.
Cosa voleva dire? Volevano uccidermi? Volevano portarmi fuori? Non servivo più a nulla?
" Cosa? " sussurrai.
Ero turbata. Il suo volto non esprimeva alcun senso di compassione verso di me. Verso sua sorella che avrebbe fatto di tutto per lui.
La dottoressa Paige spalancò la porta della sala, e mi legarono a una sedia posizionata in un modo quasi verticale.
" Lasciatemi!! " gridai prima che mi iniettassero un siero nel collo. E dopo qualche secondo, iniziai ad addormentarmi senza volerlo. Era un sedativo.
" Andrà tutto bene. Fidati di me... " disse Isaac mostrando un leggero sorriso, mentre mi mettevano degli aggeggi sulla testa.
Poi, mi addormentai.

Aprii gli occhi, trovandomi sdraiata in mezzo ad un prato verde e meraviglioso. L'erba ondeggiava grazie alla lieve brezza intorno a me. Il cielo era di un azzurro brillante, e portava quiete e tranquillità. Richiusi gli occhi, prendendo un profondo respiro. Forse ero in paradiso. All'improvviso mi sentii travolgere, ricordando di tutto. Mi sedetti di colpo, cercando di non andare in panico, e mi guardai intorno. Rimasi scioccata. Attorno a me si trovavano delle enormi mura. Ero ritornata nella Radura, nel Labirinto. Mi alzai, ma non vidi nessuno.
" C'è qualcuno?! " gridai avvicinandomi a quelle che sembravano delle amache.
Ad un tratto sentii dei rumori dietro a dei cespugli.
" Ehi! C'è qualcuno? " chiesi di nuovo.
Vidi una figura muoversi velocemente, che iniziò a correre. Era indecifrabile.
" Ehi!! " gridai, prima di iniziare a rincorrere la persona.
Si fermò di colpo, e appena svoltai dietro a un albero lo vidi. Era un bambino. Era Chuck.
" Chuck... " mormorai stupita.
" Autumn! Ciao testa di sploff! Mi eri mancata davvero tanto! " esultò avvicinandosi per abbracciarmi calorosamente.
" Uccidilo. " disse una voce severa dietro di me.
Mi girai, ma non c'era nessuno. Mi accorsi di avere una pistola in mano, il dito sul grilletto.
" Ho detto uccidilo. Fallo ora. " disse di nuovo quella voce.
Iniziai a tremare e a sudare. Il mio battito aumentò di colpo.
" Non posso. " mormorai.
" Che c'è Autumn? " chiese il piccolo sorridendo.
Una lacrima mi rigò il viso.
" Mi manchi tanto Chuck... mi dispiace per tutto. Te l'avevo promesso... scusami tanto... " gli dissi, inginocchiandomi di fronte a lui.
" Di cosa stai parlando? Che dici? Io sono qui! " esclamò di nuovo Chuck.
" UCCIDILO!! " gridò la voce.
Mi tappai le orecchie, sentendo un assordante ronzio.
" Cos'hai? " chiese Chuck preoccupato.
" Niente. Niente... " risposi rivolgendomi a lui.
" Ho detto uccidilo!!! Uccidilo!!! Uccidilo!! " strillò la voce ripetitivamente.
" Basta! Ora basta!! " gridai tappandomi di nuovo le orecchie e chiudendo gli occhi.
La testa mi pulsava, e pensavo che sarebbe esplosa da un momento all'altro.
" Se non lo uccidi... lo uccideremo noi. " disse Chuck.
Lo guardai con occhi spalancati. Aveva preso la pistola e l'aveva puntata alla sua testa. Fissava il vuoto, con occhi spenti. Sembrava un fantasma.
" No!! " gridai spostando velocemente il suo braccio, facendo scivolare la pistola.
La ripresi in mano. Chuck si avvicinò a me con un respiro affannoso, gli occhi fissi su un punto. Muoveva di scatto la testa di lato. Sembrava un animale pronto all'attacco. All'improvviso balzò su di me, buttandomi a terra. Non era più Chuck. Era Gally.
" Sei stata tu!! Li hai uccisi tutti portandoli via da qui!! " gridò furiosamente prendendomi per il collo.
Bloccò ogni via respiratoria, e non riuscivo a far entrare neanche un filo di aria. Sentivo il petto infuocato dal disperato bisogno di un respiro.
" Li hai uccisi tutti!! Chuck, Newt, Minho, Alby, Clint, Frypan, Winston!! Sei stata tu!! " urlò ancora.
Guardai intorno, e vidi tutti i Radunai. Stavano ridendo, bisbigliando tra di loro, mentre io venivo soffocata. Vidi Newt tra la folla, aveva un sorriso insopportabile stampato in faccia. Di colpo capii tutto.
" Questo non è reale... " sussurrai mentre Gally continuava a stringermi dal collo.
Presi la pistola e la poggiai sul lato della mia testa. Premetti il grilletto.

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