~Part 27~

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Mi sveglio a causa dei raggi del sole che mi puntano dritti in faccia e con un gran mal di testa.

Quando apro gli occhi mi accorgo di essere in un lettino singolo di una stanza bianca con dei dettagli azzurri un po' sbiaditi; l'unica cosa che riesco a fare è spalancare gli occhi perché, a causa della mia schiena dolorante, non riesco a mettermi seduta.

La mia vista è ancora offuscata ma riesco a vedere una testa di capelli ricci neri fuori dalla stanza, che parla con una signora in camice blu mentre sta sfogliando velocemente una cartella clinica.

Capisco di essere in un ospedale ma non riconosco il ragazzo intento a parlare con la donna.

Inizio a preoccuparmi, così chiamo la dottoressa per ricevere informazioni sul perché io sia qui tutta dolorante
-mi scusi dottoressa!!- esclamo con il tono di voce massimo che ho, il quale, oggi, è molto basso.
-oh buongiorno cara, per fortuna ti sei svegliata- mi raggiunge dicendo con un tono sollevato
-c-come 'per fortuna'? perché mi trovo qui? chi era il ragazzo con cui parlava?- chiedo terrorizzata dalla risposta
-ecco ciò che temevo...ti ricordi come ti chiami, da dove vieni e perché sei qui a vancouver?- dice toccandomi la fronte e scrivendo su quella che presumo sia la mia cartella clicinca
-mi chiamo Rebecca Brown, ma tutti mi chiamano Becky, vengo da Milano e COSA? SONO A VANCOUVER?- sconvolta mi porto una mano sulla bocca, non realizzando ciò che la donna mi sta dicendo
-vi prego ditemi che sto sognando, perché non mi ricordo niente?- la signora, notando il mio nervosismo mi prende la mano per tranquillizzarmi
-cara non agitarti, peggiori solo le cose, mentre eri all'aeroporto hai avuto un calo di zuccheri e sei caduta sbattendo la testa violentemente e ci sono state delle complicazioni...ti ricordi chi sei e insomma, le cose più importanti ma non altro; abbiamo avvisato i tuoi genitori, sono già sull'aereo, ora vedi di riposarti, lo so che hai tante domande da fare ma cerca di stare il più tranquilla possibile, non è facile, lo so, ma rilassati, provaci almeno- dopo quelle parole i miei occhi iniziano a diventare lucidi
-NO! non se ne vada, aspetti, un'ultima domanda, se possibile- la fermo prendendole l'angolo di stoffa del camice
-certo, anche due- risponde con quel sorriso sul viso che mi tranquillizza
-ci sono delle possibilità che mi ritorni la memoria?- chiedo spostando lo sguardo sulle mie mani
-sì, ma sono davvero poche, sarebbe quasi un miracolo se la recuperassi...- sto per qualche secondo in silenzio sentendo le mie guance bagnarsi dalle lacrime
-chi era il ragazzo con cui stava parlando?- chiedo fissando il muro per lo shook
-non ti ricordi di lui?- sbarra gli occhi guardandolo
-no...lo conosco?- con lieve imbarazzo lo guardo anche io
-oh tesoro, te lo mando qui, avete tanto di cui parlare- risponde posando la mano sulla mia spalla
-ok, ma per favore, stia sempre qui in zona, ho bisogno di qualcuno con cui parlare e lei mi tranquillizza- ammetto prendendole la mano
-ma certo cara, sono sempre qui, tu chiamami e arriverò in un attimo- dice sistemandomi la coperta.

Sono distrutta, la mia vita è andata a farsi fottere: i miei ricordi, le mie amiche, che spero di avere...e se avessi un fidanzato? bello, non mi ricordo nemmeno di lui. Mi sento male solo al pensiero. In questo momento vorrei che mia nonna fosse qui, lei saprebbe cosa dire, mi manca tantissimo: si è trasferita in Virginia, il suo luogo di nascita, la vediamo, di solito durante le feste ma non é più lo stesso senza di lei, sapeva sempre come farmi sorridere e stare bene. Non potrei mai dimenticarmela.

Dopo 3 minuti circa, vedo entrare nella mia stanza un ragazzo alto, altissimo, molto magro, con tantissimi capelli neri ricci e delle adorabili lentiggini sul viso.

È pallido e sembra preoccupato, il suo sguardo impassibile è fisso su di me fino a quando non si siede su una sedia di fianco al mio letto, abbassa lo sguardo e inizia a parlare
-ciao Becky, sai chi sono?- inizia a parlare trattenendo le lacrime con le mani incrociate
-mi-mi dispiace tanto.....no, non so chi tu sia- noto che ha un viso familiare, i miei occhi ritornano ad essere lucidi ma cerco di trattenermi
-come stai?- chiede dopo qualche secondo di silenzio
-meglio, grazie. Senti mi dispiace davvero tanto che non mi ricordi di te, davvero...davvero- non riesco a finire la frase che scoppio in un pianto nervoso e pieno di rabbia, tristezza.

Sto cercando di immaginarmi questo ragazzo, che fino a un giorno fa doveva essere una persona molto importante per me e che ci tiene davvero a me, si vede dai suoi occhi.

-no, non piangere ti prego, non è colpa tua, e colp....no mi si spezza il cuore, non piangere- dice lasciando la frase precedente in sospeso, non ci do tanto peso, non è importante.

SPAZIO AUTRICE
ciao ragazzi!!!!!!
i'm back, le settimane infernali tipicamente piene di verifiche alla fine dell'anno sono finite yayyy, quindi, ciò significa, che aggiornerò più spesso, amatemi ;).
buona serata cuties
love u❤️
-reb🌬

Such a dream||Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora