~Part 37~

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Ci incamminiamo nel vialetto pieno di alberi innevati, la strada è completamente coperta dal candido velo bianco, l'aria è fredda e pungente, ma noi siamo riscaldati dal calore dei nostri corpi vicini. Ho la mano congelata, ma Finn, già sapendo che mi sarei lamentata, ha portato un paio di guanti in più, ne prendo solo uno per la mano sinistra.

Passeggiando, il cielo si fa sempre più chiaro e, mentre chiacchieriamo, Finn riceve una telefonata inaspettata, considerato anche l'orario, temo che sia ciò che penso. Iris di nuovo. Ma vengo tranquillizzata dal nome sullo schermo: 'mamma'.

Finn's pov
Nel mentre del nostro cammino ricevo una chiamata inaspettata da mia madre, sono un po' preoccupato sinceramente

Inizio chiamata
F: pronto? ciao mamma che succede?
M: ciao tesoro! niente di grave, solo che papà non è stato molto bene stanotte, quindi rimandiamo a stasera, per cena.
non ricordo nessuna cena o pranzo che sia
M: ti ricordavi vero?- guardo Becky impanicato chiedendo spiegazioni e lei mi mima e mi suggerisce a bassa voce che avevamo in piano un pranzo insieme con le sue famose lasagne, mi si accende la lampadina e mimo un 'ohh'
F: sì mamma, certo, comunque va bene, non ti preoccupare, ma vi serve qualcosa? dobbiamo venire?
M: no amore, non ti preoccupare, ci vediamo dopo
F: va bene mamma, a dopo, ti voglio bene
M: anche io tesoro, a dopo!
fine chiamata

Metto giù con lo sguardo addosso di Becky impaziente di sapere cosa fosse successo, adoro il fatto che si preoccupi molto quando si tratta della mia famiglia.

-mia mamma mi ha detto che dobbiamo spostare il pranzo di oggi a cena perché mio papà non è stato bene- spiego spegnendo il telefono
-oh mi dispiace, hanno bisogno?- chiede con sguardo preoccupato
-no, nulla di grave, ma apprezzo che ti sia preoccupata- le rispondo abbracciandola e dandole un bacio a stampo.

Ci stacchiamo e continuiamo tranquillamente mentre le luci dell'alba tardando ad arrivare.

Avvistiamo un bar molto carino sulla Melbourne Street che sembra molto accogliente, affrettiamo il passo ed entriamo, richiudendo la porta il più velocemente possibile per non lasciar entrare il freddo. Ci accoglie calorosamente una ragazza sulla trentina, rossiccia, e ci invita a sederci al nostro tavolo.

Il bar si rivela essere un locanino semplice, sui toni del rosso e legno, sembra quasi di montagna. Le pareti sono di legno scuro con delle adorabili finestre con dei cuori intagliati e delle tende rosse e bianche natalizie, diciamo che è un locale molto natalizio, è pieno di oggettistica e molto piacevole, caldo e, come previsto, accogliente.

La cameriera arriva quasi subito a prendere gli ordini, dato che il locale è praticamente vuoto, tranne un anziano signore vestito di tutto punto, con un bastone che sembra essere molto pregiato e di valore.

-allora ragazzi, cosa vi porto?- chiede una ragazza con la coda e i capelli mogano, con gli occhiali alla Harry Potter, sulla ventina, con un sorriso stampato in faccia, non forzato, molto graziosa
-io prendo una cioccolata calda fondente con la panna, grazie- dice Becky sorridendo
-cioccolata fondente con panna, perfetto- ripete scrivendo la ragazza -e per te?- chiede spostando lo sguardo verso di me. Spalancando improvvisamente gli occhi, credo mi abbia riconosciuto
-sai, ti stimo molto- dice di punto in bianco, le sorrido e guardo Becky, pensando che la stesse guardando male, quando invece vedo che la sta ascoltando allegramente con un sorriso a trentadue denti. Sono contento che non sia gelosa
-grazie mille- le rispondo -apprezzo che mi si dicano queste cose- proseguo
-scusa l'interruzione- si ricompone la ragazza, le mimo un 'niente' e continua -cosa vuoi ordinare?- mi chiede in totale tranquillità
-una bevanda calda alla nocciola, per favore- rispondo dandole il menu
-perfetto ragazzi, arrivo subito- ci assicura la cameriera
-grazie- diciamo io e Becky all'unisono.

Such a dream||Finn WolfhardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora