Con tutto ciò, fu una nottata scomodissima: dormire sul pavimento parve a tutti e tre un'opzione di gran lunga preferibile, anche se nessuno ardì riconoscerlo. Il clima non era certo dei migliori all'interno della casetta, perciò Ottavio fu ben felice di andarsene molto presto per recarsi alla stamperia; fu ancora più felice perché, insieme a lui, anche Ferraris dovette uscire: aveva infatti in programma una visita al maestro Robertone Rossi per certi affari, sosteneva lui, di politica. Intendeva dire politica di bottega, perché una volta incontratosi con lo stampatore, presente Ottavio, gli fece alcune domande circa i fornitori, gli spostamenti dei dipendenti e i contatti con persone esterne al settore. Cose che, perlopiù, Ottavio aveva già scoperto informandosi durante la pausa pranzo, ma cui la conferma del padrone dava un aspetto nuovo e inquietante: si scoprì, infatti, che il commercio dei libri passava per la Marca stellata e che al primo sciogliersi della neve sui valichi montani cominciava un andirivieni di piccoli convogli diretti alle fiere oltreconfine. La strada non passava vicino al palazzo Malancisi, a detta di Robertone, ed era anzi un allungamento inutile e dispendioso per chi si dirigesse ai valichi.
Dopo qualche indagine spacciata per chiacchiera, Ferraris demorse, o almeno stabilì una tregua: diede appuntamento a Ottavio per pranzare insieme in una locanda, quindi lo salutò diretto a San Giulio per protrarvi le ricerche. Si ritrovarono all'una di pomeriggio: Ferraris comunicò ben poche novità e tutte di poco o nessun conto.
«Bisogna tener d'occhio la corporazione; avete già partecipato a qualche assemblea?» concluse, prima di mordere un pezzo di pane nero con dell'insaccato. Ottavio, sconsolato, scosse il capo: «Io stento a definirle assemblee... Magari a Parigi, a Lione o a Venezia se ne può parlare, ma qui sono incontri di bevute in cui si parla di tutto meno che del mestiere. C'è un'aria di complicità che mi ha spaventato: pensate che certi torcolieri di Trestalli hanno chiaramente ammesso di aver bastonato il maestro in una vietta scura e di averla fatta franca in barba a quello sprovveduto...»
Ferraris lo incoraggiò: «Proprio quello che ci serve sapere! Più pettegolezzi raccoglieremo, prima capiremo chi potesse avere modo e interesse di ricattarvi».
«L'ho pensato anch'io», ribatté, «ma in presenza di un estraneo non si raccontano fatti troppo scomodi.»
«Chiedete di qualche odioso personaggio che se n'è andato di recente, magari troverete un suo acerrimo nemico che vi racconterà le cose peggiori...»
«Avete già un nome?»
«Nomi no, nessuno. Sono astuti, questi stampatori, e non si infamano tra loro. Tuttavia, il punto debole è sempre scoperto, basta trovarlo. Quel tipo, Bastiano, che lavora dal Rossi, mi sembra sufficientemente ingenuo...»
Ottavio annuì e addentò una fetta di farinata di ceci spalmata di formaggio, quindi aggiunse: «Anche Nicolò, il compositore, è un po' strano. Arriva da Trestalli, mi hanno detto; ha fatto là l'apprendistato e il maestro Rossi l'ha preso con sé per pietà, perché in fondo è una testa calda, ma è suo nipote...»
Ferraris mugolò in assenso, masticando ancora un morso di pane. Quindi abbandonò un avanzo sul tavolo, prese un sorso di vino rosso e rialzò lo sguardo sul marchese. Tese le labbra, umettandole con la punta della lingua, e si accomodò contro lo schienale.
«Di vostra moglie cosa mi dite?» domandò con voce roca.
Ottavio si spazientì subito e non si preoccupò di nasconderlo; inghiottì l'ultimo boccone di farinata e si passò il dorso della mano contro il mento, un'abitudine presa per confondersi nell'ambiente basso delle locande. Poi, parlando lentamente, disse: «Non ho nulla da riferirvi riguardo a lei».
«Nel senso che tutto tace, tutto è quieto?»
«L'acqua quieta distrugge i ponti.»
«Appunto. Non va affatto bene che, dopo tutti questi mesi, siate ancora in questa situazione.»
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Sposa di marchese
Historical FictionSequel di "Figlia di mercante" Una nuova, rocambolesca avventura sta per coinvolgere Galatea e la sua famiglia. Nessuno, nemmeno la sposa del marchese, può ritenersi al riparo dalle insidie della vita: ogni momento felice può racchiudere in sé il ge...