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Grace POV
2 mesi dopo

<Signorina Knight, mi sta ascoltando?> Rivolgo un'occhiata annoiata al mio avvocato.
<Certo.>
<Le sto dicendo che ha solo tre possibilità: la galera, il riformatorio oppure la Upper-Golden Academy.>
Non rispondo, distolgo lo sguardo dalla piccola finestra e fisso la donna davanti a me. I capelli biondi tirati indietro da una crocchia professionale, i piccoli occhiali posizionati sul naso e le rughe leggere intorno agli occhi le conferiscono un'aria severa e austera.
La vedo sospirare per poi portare le mani sotto il mento.
<Sinceramente la Upper-Golden è un ottima scuola, in più non dovrà pagare niente e il processo sarà rimandato a giugno. Avremmo il tempo di preparare uno schema appropriato e riusciremo a mandare quell'uomo al fresco.>

Non ho un minimo di interesse nel frequentare quella scuola per figli di papà, se potessi sceglierei il riformatorio, ma so che non porterebbe tutti questi vantaggi. Upper-golden Academy, ripeto tra me. Che nome del cazzo, non ho mai sentito niente di più snob e disgustosamente ricco.

<Quando dovrei iniziare?>
<Domani, l'anno scolastico è appena iniziato. Non faticherà a riprendere il passo.> Mi rassicura come se questa fosse la mia più grande preoccupazione.
<Perchè mi vogliono in quest'accademia?> Non ha senso, sono una ragazza del "ghetto" con una fedina penale tutt'altro che pulita, perchè mai vorrebbero contaminare la perfetta popolazione studentesca della più rinomata scuola di New York?

La donna davanti a me esita prima di rispondermi, si porta gli occhiali dalle mani e li pulisce con uno straccetto di seta rosa pallido.
<La giuria e il giudice in persona hanno esaminato i tuoi passati esami e i tuoi score nei vari sport. Sei come una bimba prodigio Grace, hanno voluto darti una seconda possibilità, non sprecarla per orgoglio.>
Non mi ha detto tutta la verità, ma non insisto, in fondo il perché non è importante.
<Lei non capisce, preferisco andare in galera che frequentare quei ragazzi con la vita patinata in oro.> Dico duramente sbattendo le mani sul tavolo di ferro. I polsi iniziano a dolermi per via delle manette troppo strette, ma non ci faccio caso.
<Sei sicura Grace? Hai solo quindici anni.>
<Non voglio sapere come mi sentirò a venti allora.> Ribatto ironica. La sento sbuffare profondamente prima di riprendere la calma.
<Vuoi veramente passare i tuoi prossimi trent'anni di vita in galera? Venti se manterrai una buona condotta.>
<Io non ho fatto niente! Lo so io, lo sa lei e lo sa anche la fottuta Giuria!>
<Per adesso è la tua parola contro quella di due corpi in coma.> Ribatte tagliente.
<Vorrei fosse morto.> Ringhio più a me stessa che a lei.
<Grace...>
<Da signorina Knight a Grace, facciamo progressi.>
<Non mi sta rendendo le cose facili signorina Knight.> Dice marcando il mio cognome.
<Per me le cose non sono mai state facili, ma la vita è ingiusta vero signora Hinton?>
Non sembra cogliere la mia frecciatina, o forse la ignora e basta. Invece di infuriarsi e lasciarmi al mio destino come i primi tre avvocati prima di lei, mi guarda con occhi pieni di empatia e tenerezza. Sembra lo sguardo di una madre affettuosa, o almeno è così che mi immagino uno sguardo materno visto che non ne ho mai ricevuto nessuno.

<Si fidi Grace, vai a questa scuola e aspettiamo giugno. La tirerò fuori da questo casino, fosse l'ultima cosa che faccio.>
Non le rispondo, la guardo, la fisso negli occhi. La vedo agitarsi sulla sedia, sistema dei fogli e li ripone nella sua valigetta di pelle nera.
<Okay.>
<Okay? Okay nel senso che domani andrai?> Mi chiede quasi emozionata.
<Sì.>
<Ora firma questo modulo.>
Malamente e disordinatamente firmo il foglio piena di piccole scritte nere.
<Perfetto, ti farò scortare da Abel. Sarà la tua ombra, non ti accadrà niente.>
Faccio un senso di assenso sapendo che protestare sarebbe inutile.
<Ah, un'ultima cosa, dovrà seguire delle sessione con lo psicologo della scuola.>
<Non se ne parla! Non ho bisogno di uno strizzacervelli!>
<Non si discute Grace, è parte dell'accordo.>
<Si fotta.> Le ringhio contro.
<Con piacere.> Mi sorride calorosamente prima di alzarsi e andarsene composta nel suo abitino viola scuro.

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora