5.

8K 245 90
                                    

Grace POV

<Come sempre quest'anno la squadra di hockey verrà cambiata. Non importa se siete membri fondamentali oppure stupide matricole alle prime armi. Ognuno di voi dovrà attenersi alle qualificazioni per avere almeno una possibilità di successo. I posti in squadra sono sei, mentre quelli in panchina sono sempre sei. Tutto chiaro?>
<Si signore!> Rispondono tutti in coro eccetto me. Jeremy mi fissa sconcertato, gli faccio un mezzo sorriso e un occhiolino. Subito le sue guance pallide prendono una preoccupante sfumatura di rosso.
Mi limito a sorridere mentre le mani mi tremano per l'eccitazione.

<Non l'ho sentita bene signorina Knight!> Mi riprende l'omone davanti a me avvicinandosi pericolosamente. Mi sfida con gli occhi, ma non ci faccio caso, alzo gli occhi al cielo.
<Si signore!> ripeto senza lamentarmi troppo.
Sul suo viso si dipinge un ghigno sadico che non promette nulla di

<Iniziate a pattinare in cerchio, i primi cinque che cascheranno o che arriveranno ultimi dopo il decimo giro verranno eliminati senza esitazione. Mi sono capito!?>
<Si signore!>
<Che ci fate ancora qui? Muoversi!>

Prima che possa anche solo realizzare cosa stia succedendo tutti i ragazzi iniziano a pattinare verso la mia direzione spingendomi da una parte all'altra. Nonostante tutto riesco a rimanere in piede finché una forte mano mi prende per una spalla facendomi cascare con le gambe per aria. Batto il sedere sul ghiaccio facendomi moderatamente male.
I pantaloni fortunatamente sono semipermeabili.
Mi massaggio il fianco dolorante e strizzo gli occhi mettendomi in ginocchio.

Incrocio lo sguardo scuro di un ragazzo che mi sorride accattivante.
<Vai a giocare con le bambole prima di farti veramente male stracciona.>

Digrigno i denti e senza proferire parola mi alzo iniziando a pattinare verso il gruppo di bestioni.

A causa della caduta sono rimasta un paio di metri indietro. Ai primi posti vedo il numero ventuno e il numero sette.

<Vaffanculo.> buttando la stecca di lato inizio a spingere con le gambe da una parte all'altra. I pattini mi vanno troppo grandi, l'equilibrio non è il massimo e i polpacci non fanno altro che sbattere contro il metallo duro degli scarponi.

Siamo già al quinto giro quando riesco a raggiungere gli ultimi del gruppo.
Merda, sono tutti molto più forti e allenati di me.

Continuo a pattinare finché non mi ritrovo in mezzo al gruppo, alcuni al mio passaggio sono cascati e di conseguenze buttati fuori dal coach.
Essendo fisicamente più piccola non trovo difficoltà nello schivare o passare sotto le possenti braccia dei ragazzi troppo occupati a spintonarsi a vicenda.

Mancano solo tre giri quando finalmente mi ritrovo davanti agli occhi le schiene possenti dei giocatori ventuno e sette.
Tutti quelli che erano già in squadra hanno il loro numero sulla schiena mentre, quelli come me, hanno solo una casacca blu scuro.

Li vedo mentre si danno spallate per nulla amichevoli, cercano di buttarsi a terra a vicenda.
Stupidi. Entrambi si abbassano sulle ginocchia per mantenere l'equilibrio ed io trovo finalmente il mio spiraglio.

Dando un'ultima stoccata con la
gamba destra piego le ginocchia e salto oltre le loro teste vuote. Atterro pochi secondi dopo davanti a loro, riprendo stabilità per poi girarmi nella loro direzione con i diti medi ben alzati.
Sussurro un fottetevi e con un piede faccio un giro di 180 gradi godendomi in pieno le loro espressioni scandalizzate.

Li sento imprecare ed io scoppio a ridere continuando tranquillamente a pattinare.
Arrivo davanti al coach tranquilla, con i pattini faccio una leggera brina.

<Chi è arrivato prima? King o Neville?>
L'uomo accanto a me non ha ancora sollevato lo sguardo dal suo quadernone usurato blu. Sorrido ironica.
<Queste deve segnarsela, Knight prima dei suoi scimmioni!>
Il coach alza di scatto la testa fissandomi con gli occhi leggermente spalancati, si schiarisce la gola allargandosi il colletto della polo bianca.
<Ben fatto Knight. Voi altri, siete lenti quanto mia madre!> Urla inferocito ai ragazzi ansimanti dietro di me.
<Ma coach, credevo fosse morta l'anno scorso.> Dice qualcuno dai capelli rossicci mentre si passa una mano sulla fronte imperlata dal sudore.
<Infatti, fatti qualche domanda Miller.>

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora