Grace POV
I rumori mi arrivano completamente ovattati e l'unica cosa che vedo è lui che mi guarda come se fossi una sua preda.
Ignoro i brividi che mi scorrono lentamente sul collo, mi inumidisco le labbra secche cercando di dare una calmata al mio cuore che batte furiosamente contro il petto. Che gli Outsider siano venuti a riscattarmi?
Lentamente una rabbia malcelata si fa largo dentro di me facendomi stringere i pugni, è colpa loro se casa mia è ridotta un disastro, è colpa loro se ora sono senza un fottuto penny.
Il sorriso del ragazzo si espande mentre si passa una mano tra i capelli marroni. I riccioli scuri gli ricadono sulla fronte nascondendo i suoi occhi che brillano di eccitazione.Ritorno alla realtà quando mi sento chiamare a gran voce. Sobbalzo leggermente trovandomi davanti il coach di football: un uomo basso e leggermente in sovrappeso con i capelli neri rigati di grigio. Gli occhi gelidi mi osservano con superiorità e disgusto.
<Knight! Guardi di stare attenta, mi hanno avvisato sul suo conto e non ho nessuna intenzione di perdere tempo con lei.>
Annuisco solamente riportando gli occhi sul diavolo dagli occhi verdi. Mi fissa divertito. Un brivido di agitazione si diffonde lungo la mia schiena facendomi irrigidire.<Allora, come ogni anno, oggi faremo un corso di autodifesa con degli atleti della Columbia University addestrati dal signor Jeremia Scott.> Un coro di applausi rimbomba dentro la palestra.
<Inizieremo con una piccola dimostrazione e poi vi divideremo a coppie, uno di voi sarà l'attaccante e l'altro la vittima. Tutto chiaro?>
<Sì signore.> Rispondiamo tutti in coro.Una ragazza non troppo alta, ma carina, di circa vent'anni si mette in mezzo a uno dei numerosi tappetini sparsi per terra e sorride maliziosa ad un ragazzo biondo che si avvicina elegantemente a testa alta. Mi costringo a fissarli pur di ignorarlo ma il suo sguardo mi pesa enormemente.
I due ragazzi iniziano a girarsi intorno sorridendosi. Il biondo, in uno scatto, la butta giù con delicatezza sovrastandola, con un gomito la ragazza lo fa ribaltare mettendosi a cavalcioni su di lui. Gli spettatori urlano e fischiano per poi tacere immediatamente al rimprovero dei coach.
I due lottatori si rotolano per terra per un altro po' con le istruzioni dell'allenatore della Columbia e poi si alzano tornando a accanto al resto dei loro amici. I due professori ci spiegano cosa fare, ma io ormai mi sono rintanata nel mio mondo personale, trattengo l'impulso di correre via il più velocemente possibile. Una sola domanda mi rimbomba ripetutamente nella testa: Cosa diavolo ci fa uno della banda di Rick alla Columbia University?<Bene, ora faremo le coppie, gli studenti universitari sceglieranno per primi e poi i rimanenti faranno coppia. Ricordatevi di non andarci troppo pesante, siamo qui per imparare e voglio che questo sia un ambiente sicuro.> L'allenatore di football mi fissa insistentemente come a volermi avvertire di non fare cazzate.
Quelle che dovrebbero essere le mie compagne iniziano ad urlare isteriche facendomi strizzare gli occhi per il fastidio.
<Gid! Per Favore scegli me!>
<No, no scegli me! Sono molto più carina!>
<Gid!>
<Tanto sceglie sempre Megan!>
<Non è giusto!>
Mi allontano dal gruppo il più discretamente possibile quando vado a sbattere contro qualcosa di estremamente duro, traballo all'indietro alzando di scatto la testa, ma i miei occhi si legano a due gemme verdi terribilmente gelide. Li fisso quasi rapita, nessuna scintilla di empatia, di emozioni o di semplice umanità. Due distese di giada inespressive. I miei muscoli si irrigidiscono completamente facendomi quasi male, provo ad ingoiare il groppo che mi si è formato in gola, ma non ci riesco. La sua mano fredda mi circonda l'avambraccio. Lo guardo senza fare niente. Le urla delle ragazze si assopiscono piano piano e realizzo che Gid è qui davanti a me che mi sorride senza felicità.
<Facciamo coppia insieme?> Mi sussurra all'orecchio con voce estremamente roca. La gola mi si serra e respirare diventa sempre più difficile. Cerco di fare respiri profondi che però si interrompono di scatto lanciandomi delle fitte al petto. Indietreggio d'un passo ma la sua presa sul mio braccio si rafforza facendomi male.
<Chi tace acconsente.> Ghigna portandomi accanto al tappetino più isolato della palestra. Forse non è lui, forse è solo un ragazzo inquietante, in questi giorni non ho dormito e le mie potrebbero essere solo paranoie infondate. Scuoto la testa rimproverandomi di essere così stupida, lo so che è lui, il mio istinto non sbaglia mai. Osservo gli studenti accanto a me, improvvisamente mi sento debole, debole dentro come non lo sono mai stata. Mi sforzo di tenere la bocca chiusa senza dire niente. Devo sapere cosa vuole da me, devo sapere perchè se la sono presa con me.
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JUDGE ME
RomanceUna ragazza cresciuta nel ghetto che per salvare la sua famiglia si macchia di una colpa più grande di lei. Per scampare al riformatorio e alla probabile galera, lo stato le propone un accordo. Deve frequentare la scuola più rinomata e famosa di Ne...