10.

7.1K 225 75
                                    


Grace POV

<Signorina Knight, capisce almeno la gravità della situazione?> La voce grave del preside rimbomba nel piccolo studio mentre lo vedo appoggiare il mento sulle mani grosse e pallide.

<No, in realtà non lo capisco affatto preside Willston.>

Accavallo le gambe lisciandomi la gonna blu scuro della divisa scolastica. Alla fine si sono decisi a darmene una della mia taglia, non potevano certo permettersi che andassi in giro vestita da barbona, specifiche parole della vice preside.

Tsk, come se vestirsi da prostitute, di alto rango, ma pur sempre prostitute, fosse più rispettabile. Automaticamente i miei pensieri vanno a Megan, pazzesco vero?

Il motivo scozzese della gonna mi ricorda l'uniforma di una bambola che desideravo anni fa. Mi ricordo ancora quando il momento in cui vidi per la prima volta, aveva lunghi boccoli oro luminescenti, una pelle bianchissima eccetto per le guance arrossate. Gli occhi erano due gemme blu incastonate tra ciglia chiare e la piccola bocca era distesa in un sorriso timido. Era bellissima.

Rammento quando scrissi la lettera a Babbo Natale, chiesi quella specifica bambola insieme ad un po' di felicità per la mia famiglia, più precisamente chiesi che un meteorite cadesse in testa a Mauro. Devo dire che mi manca la mia immaginazione bambinesca. Quel venticinque dicembre non ricevetti nessuno dei miei due desideri.

La bella bambola rimase esposta in vetrina tra mille luci colorate mentre Mauro e la sua indimenticabile birra sul nostro divano.

<Signorina Knight! Mi sta ascoltando? Esigo un comportamento eccellente da parte sua, soprattutto visto la nostra grande generosità nell'accettarla nel nostro istituto! Il fatto che abbia fatto entrare quei falliti sul nostro prestigioso campo da hockey è inaudibile. Tenda bene le orecchie perché glielo dirò una volta sola, lei per noi non è nessuno se non una teppista che abbiamo salvato dalla prigione per via delle doti che possiede. Quindi mi basta uno schiocco di dita per rispedirla da dove è venuta! D'ora in poi voglio essere al corrente di ogni suo spostamento in questa scuola, dovrà venire ogni giorno senza eccezioni. Non mi interessa se sarà malata o sul punto di morire, in quel caso si farà visitare nella nostra più che qualificata infermeria. E si ricordi alla prima infrazione la faccio venire a prendere e spedire in una cella. >

Lo fisso inespressiva inclinando leggermente la testa, i capelli chiari mi ricadono come piccoli fili sullo zigomo pallido. Le sue parole mi scorrono come acqua sulla pelle. Lo vedo riprendere il fiato dopo il suo monologo urlato. Si risistema il nodo alla cravatta cercando di riprendere la sua severa compostezza. Patetico.

< Ha finito?-Mi fissa in cagnesco senza rispondermi-Bene, ora è il suo turno di ascoltare. Io delle sue minacce non me ne faccio niente. Stamattina sono entrata sul suolo scolastico con dei miei amici,non falliti, ma persone come lei o qualunque studente di questa scuola. Non abbiamo usato la vostra attrezzatura e per quanto ho visto non ho causato danni a nessuna proprietà della scuola, quindi la mia unica colpa è quella di aver fatto entrare persone che non fanno parte di questo corpo studentesco sul suolo scolastico. Vuole rispedirmi da dove vengo? Benissimo ha tutto il diritto di farlo e non sarò io ad impedirglielo, mi creda. Ma pensi bene a cosa penserà il pubblico, l'accademia più prestigiosa di New York non mantiene le sue promesse buttando sulla strada una studentessa non privilegiata. Vedo già il titolo scritto nero su bianco sul New York times.> Mormoro ghignando astutamente cercando di raggirarlo a mio piacimento. So per certo, anche se vorrei non ammetterlo, che io ho più bisogno di loro che loro di me.

<Mi sta minacciando?>

Scoppio in una risata fredda e distaccata.

<Non mi permetterei mai signor preside, diciamo che le sto solo consigliando cosa fare. Facciamo passare questo particolare anno spigoloso con la massima discrezione. Lei riceverà il titolo di buon samaritano ed io continuerò a vivere la mia vita in totale tranquillità.> Nascondendo una buone dose di nervosismo serro le labbra in una smorfia inviperita.

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora