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Trevor POV

Non c'è. Non c'è e non la posso vedere, non c'è e non la posso sentire. I suoi occhi così diversi non incontrano i miei facendomi stringere lo stomaco e dei suoi capelli biondi, quasi bianchi, non ce n'è nemmeno l'ombra.
Stringo la mano attorno al tovagliolo di stoffa mentre cerco di ignorare i mormorii pesanti che inondano la mensa facendomi venir voglia di sbattere ripetutamente la testa sul tavolo. Stamattina Grace non è venuta agli allenamenti, così come non è venuto nemmeno Michael, l'idea totalmente irrazionale che quei due possano essere insieme mi fa torcere le budella. Da quando lo conosco è la prima volta in assoluto in cui ho notato un qualunque tipo di interesse nei confronti di una ragazza, il fatto che questa ragazza sia proprio Grace mi fa incazzare.

Inevitabilmente penso a ieri sera e non posso fare a meno di pensare al modo in cui mi ha girato le spalle per andarsene con quell'armadio di un russo. Rivivo la scena a rallentatore, io che le porgo la mia mano per essere ignorato e abbandonato come un cazzo di cucciolo bisognoso.
Mi domando che tipo di relazione abbiano, nonostante i pochi minuti in cui li ho visti assieme mi sono sembrati parecchio affiatati. Serro la mascella, mi sembra di vederla continuamente circondata da maschi e non posso sopportarlo, prima il suo capo da quattro soldi che a parere mio sembra uscito da una telenovela spagnola, poi quello stronzo di Gideon che sembrava volerla scopare su quel fottutto lettino in palestra, non contando i suoi amici un po' troppo vicini di cui ho avuto l'onore di incontrare sulla pista da ghiaccio ed ora quel russo che sembra appena uscito di galera. Non sono geloso, ma non mi piace che altri tocchino la mia roba e lei è mia, solo mia.

Tutto questo doveva solo essere un gioco per distogliermi dalla noia continua che aveva iniziato a far parte della mia vita come un cancro. Grace era, è qualcosa di diverso, avrei dovuto giocarci come facevo di solito con tutte le ragazze prima di lei, ma non ci riesco. Non riesco a fregarmene,non riesco a non pensarla, non riesco a trattarla come tutte le altre. Sorrido amaramente, sono un mostro, ho usato ed uso le persone come se fossero giocattoli pronti a rompersi al mio volere, non mi sono mai preoccupato di niente o di nessuno al di fuori della mia famiglia e di me stesso.

<Amico, se continui così ti ritroverai con una manciata di fili invece che con un fazzoletto di seta.> Lancio un'occhiataccia a Diego che perde immediatamente il suo ghigno divertito e comincia a guardarmi preoccupato.
<Lascialo stare Nesbo, è incazzato perchè la sua fidanzatina non è presente.> Brian oggi è al settimo cielo, all'allenamento mattutino ha preso il posto di Grace e ora crede di poterla rimpiazzare per il resto della stagione.
<Perchè non ti fai i cazzi tuoi Space, e comincia a pensare a non sbattere il culo sul ghiaccio per almeno tre minuti di fila.> Le sue guance si tingono di un imbarazzante rosso accesso che non passa inosservato al resto del tavolo.
<Calmiamoci, la prossima settimana abbiamo la prima partita contro i Wolves, questo clima non ci aiuterà a schiacciarli.> Afferma fermamente Cole.
<L'anno scorso ci hanno fatto il culo.> Mormora qualcuno, ma io sono troppo preso dai miei pensieri.
<Ora abbiamo un asso nella manica.> Sono sicuro che si stiano riferendo a Grace.
<è minuta, ma è una scheggia, dovremmo preparare una tattica al più presto. Che ne dici Trevor?> Una scheggia, la mia scheggia.
<Trevor?>
<Concordo, possiamo parlarne al coach domani mattina.>
<Non dovreste contare molto su quella sgualdrina, l'intero corpo docenti la vuole fuori di qui al più presto.> Guardo Megan che si arrotola una ciocca nocciola intorno al dito.
<In piùvgira voce che in realtà sia figlia di un famoso banchiere Sloveno e che tutta questa sia solo scena, manie di protagonismo dicono.>
<E fammi indovinare Megan, questa voce l'hai messa in giro tu?> Rachel si sporge in avanti per guardarla negli occhi. Sorrido fiero. Si sfidano con lo sguardo fino a quando Megan non decide di averne abbastanza e decide di abbassare il suo. Sbuffa infastidita muovendo la manina delicata come una vera diva. Patetica.
<A proposito, qualcuno ha idea di dove possa esser finita? Dovevamo pranzare insieme.> La voce enuinamente preoccupata di mia sorella si fa largo tra i chiacchiericci futili del nostro tavolo.
<Probabilmente è in overdose in qualche vicolo insieme agli altri disgraziati dei suoi amici.> Liam e mia sorella trucidano Megan con lo sguardo mentre io mi devo trattenere da tirare un pugno contro qualcosa o meglio qualcuno. Non riesce proprio a tenere la bocca chiusa quella stronza. Le sue risate idiote e delle sue amiche mi fanno sanguinare le orecchie.
<Chetati Lohane.> La zittisce Liam, spalanco gli occhi per la sorpresa, non l'ho mai sentito usare questo tono contro nessuno. Mai.
<Ah scusami, non sia mai che mi metta a parlare della vostra nuova amichetta del cuore. Ci avete abbandonati per stare insieme a una delinquente da quattro soldi. Non è che state con lei per procurarvi qualche strisce di coca?>
<Stiamo con lei perchè non è una stronza viziata che colpisce alle spalle Megan e anche se volessimo della droga, faremmo meglio a chiedere a uno dei tuoi numerosi ragazzi, non trovi?>
Il resto del tavolo inizia a sentirsi a disagio davanti a questa piccola discussione mentre io non riesco a non compiacermene.
<Parlando di persone che colpiscono alle spalle, non lo stiamo facendo tutti scrivendo su quel quaderno?> Irrigidisco le spalle sudando freddo.
<Chiudi quella bocca Megan.>
<Che c'è? Non riuscite ad ammettere a voi stessi che vi state comportando come dei fottuti diavoli vestiti da angioletti del cazzo? Non provate ad atteggiarvi come se foste meglio di me, perchè non lo siete.>
<Io non ci ho ancora scritto e non ho intenzione di farlo.>
<Ma fammi il piacere Rachel, non andresti mai contro il volere del nostro caro preside rischiando una borsa di studio per Harvard.> Tutti cadono in silenzio, gli studenti che ci circondano non hanno idea del casino che abbiamo combinato.
<Fanculo, stasera finiamo quello che abbiamo iniziato, riempiremo quel maledetto quaderno e non ne avremo più a che fare.>
<Io mi tiro fuori, troppo rischioso.> Altri dopo Brian si tirano indietro, alla fine rimaniamo io, Megan, Liam, Rachel, Cole e Mike che in realtà non ha veramente avuto alcuna parola al riguardo.
<Bene, è tutto deciso.>
<Lo sapete che sarà impossibile. Il preside ci ha detto che avremmo dovuto aggiornarlo ogni giorno per i prossimi sei mesi e per quanto ne so io sono passate due settimane.>
<Quel bastardo si accontenterà.>

Le porte della mensa si spalancano rimbombando in tutta la stanza. Il volto trafelato e pallido di Grace mi colpisce come un pugno in un occhio. Si nasconde nella sua solita felpa enorme mentre stringe a sé la borsa nera che qualche giorno fa conteneva centinaia di dollari. Devo ancora chiarire questa questione.
Vedo il poliziotto alzarsi dalla sua postazione per correrle incontro con il viso congelato in una smorfia di rabbia. è tutto il giorno che pne domande a destra e amanca e cerca di tenere il minimo di controllo su sé stesso.
Grace è palesemente stanca, ha le spalle ricurve, delle occhiaia violacee sotto gli occhi e la pelle bianca come l'alabastro.
Non riesco a non staccarle gli occhi di dosso, nonostante tutto è bellissima.
Non ci perdonerà mai.


La scuola è finita da appena pochi minuti, sono appoggiato sul muretto fuori davanti alla scuola. Aspiro il fumo della sigaretta e sento i nervi che ho a fior di pelle rilassarsi. Rachel è accanto a me e non perde occasione per guardarmi malamente.
<Se la mamma o papà venissero a scoprire di questo tuo vizio di castrerebbero.>
<Mamma e papà sono fumatori accaniti, si faranno due domande prima di castrarmi.> La sento sbuffare e non posso trattenere un sorriso, che si spegne appena vedo Grace correre verso una destinazione indefinita. Non guarda niente e nessuno eppure mi sembra di incorciare i suoi occhi spiritati. Ci fissiamo per troppo poco tempo, le sue iridi si legano alle mie facendomi sussultare. Poi sparisce come è comparsa.
<Merda.> Chiama gli altri e di loro di muovere il culo, non le do il tempo di rispondere che mi metto a inseguirla. Schivo goffamente i passanti mentre il suono dei clacson e delle grida mi rende sordo a qualsiasi altro rumore.
Cazzo, cazzo cazzo. Non vedo più la sua testa bionda, continuo a camminare lentamente finchè non noto l'entrata per una metropolitana. Decido di rischiare tutto per tutto, mi fiondo lungo le scale ignorando i commenti poco carini dei passanti e dei turisti che spingo di lato. Mi ritrovo in mezzo a una calca di persone al centro della stazione sotterranea, l'odore di spazzatura, sudore e freni bruciati mi inonda violentemente, l'aria è pesante e non faccio altro che girarmi intorno cercando quei familiari nastri biondi. Il rumore è insopportabile, mi porto le mani alla testa stringndo i capelli in una morsa dolorosa.
<Vieni con me.> Incontro immediatamente gli occhi gelidi di Mike, mi prende per un braccio e mi trascina verso la ferrovia che porta per il Bronx.
<Dove stiamo andando?> Chiedo mentre saltiamo agilmente oltre la barriera di metallo. Il controllore ci guarda infastiditi, ma continua a leggere il suo giornale.
<Credevo fossimo all'inseguimento di un coniglio bianco.> L'angolo della sua bocca si storge in un ghigno che io non ricambio.
<Gli altri ci raggiungeranno ad Harlem.>
<Come facevi a sapere quale treno prendere?> Il mio tono è palesemente accussatorio.
Lo guardo mentre irrigidisce le spalle.
<Non è rilevante al momento.> La sua voce è piatta e completamente priva di emozione. Ci addentriamo in una carrozza alla fine del lungo treno, siamo circondati di persone eppure non riesco a trattenermi.
<Per me è rilevante Michael, come facciamo a sapere se Grace è veramente su questo vagone o su questo maledetto treno?!> Sbatto il pugno contro la porta in ferro che trema sotto le mie nocche. Sento qualcuno sussultare, ma il biondo davanti a me non sussulta nemmeno.
<Grace sta sempre nei vagoni centrali e prende sempre questo treno.> Mi avviccino minacciosamente al suo volto.
<Come cazzo fai a saperlo?> Ringhio.
<Risorse personali.> Mi rendo conto che andando avanti così non risolveremo niente. Mi siedo a peso morto sulla sedia argentea che dondola sotto il mio peso, mentre Mike si appoggia al palo che trapassa il soffitto e finisce sul suolo.
Bastardo.

Cme promesso gli altri ci raggiungono alla fermata di Harlem. Passiamo tutto il viaggio in un silenzio morboso. Più ci avviciniamo a destinazione più i vagoni si fanno più vuoti. Rachel dorme sulla mia spalla mentre Megan sbatte furiosamente i pollici sullo schermo del suo cellullare. Mike, Liam e Cole continuano a guardarsi intorno con circospezione. Sono quasi due ore che siamo in viaggio, tra fermate e ritardi quello sarebbe dovuto essere una corsa da cinquanta minuti si rivela in una pena dell'inferno. Il caldo è soffocante e il freddo che troveremo fuori sarà paralizzante.

Finalmente ci fermiamo al capolinea, la stazione è praticamente deserta eccetto che per qualche mendicante e persone di passaggio. Noto subito Grace che si confonde con il triste panorama del Bronx.
Non ci puoi scappare.

Ragazze! Buon natale!!!!
Mi dispiace un sacco per il tremendo ritardo am sono in Egitto e la Wi-Fi fa schifo. Ho provato più volte ad aggiornare la storia ma non ci sono riuscita. Il capitolo non è finito, ma Wattpad non riesce a caricarmelo completo così preferisco postare questa prima parte.

Come state?
Fateci sentire e ditemi che ne pensate🎅🏼♥️
Vi auguro delle vacanze strepitose.


JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora