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Grace POV

Guardo Nathan negli occhi e continuo a cercare una qualunque risposta, ma non ne vedo nemmeno l'ombra.
<Continuo a non comprendere signor Lohane.>
<Chiamami Nathan Grace, siamo più vicini di quanto tu possa nemmeno immaginarti.>
Osservo il suo sorriso caloroso e mi sembra di essere in presenza di un uomo completamente diverso. Che fine ha fatto lo squalo degli affari freddo e distaccato?
Muovo il sedere sulla sedia in pelle scura cercando una posizione più comoda.
<Non l'ho mai vista in vita mia signor... Nathan. Non capisco.> Lo osservo freddamente mentre si alza e si dirige verso una finestrella sulla parte sinistra della stanza, posso perfettamente sentire i rumori della città frenetica che è New York.

Un moto di disagio si impossessa del mio stomaco, perchè per quanto lo voglia negare sento che questa non è la prima volta che incontro il padre di Megan.
Provo a sforzarmi, ma tutti i miei ricordi si fanno sempre più confusi e sbiaditi.
Mi passo una mano tra i capelli biondi e mi massaggio le tempie per lo sforzo, sospiro arrendevole e mi lascio andare sulla sedia.
<Tutto verrà a galla a tempo debito Grace, alla fine niente e nessuno può nascondersi veramente.>

Resto in silenzio osservando la mia divisa stropicciata, dalle mie stesse mani. Tutto questo mi sta facendo impazzire. Rimpiango la mia vita all'infuori di questo istituto. Quando, per quanto la mia vita fosse una casino, riuscivo a tenere il controllo su tutto, nessuna sorpresa, niente intrecci sentimentali. Le mie giornate avevano una routine ben precisa ed io andavo avanti senza dovermi mai guardare indietro. Ora invece è tutto un grande fottutissimo punto interrogativo, ogni secondo,ogni ora e giorno che passano mi sembra di perdermi sempre di più, non riesco quasi a riconoscermi.
Inoltre tutta la questione con gli Outsider, la banda di Rick e mio padre mi sta sopprimendo. Mio fratello è da solo in una maledetta stanza asettica e a mia madre non potrebbe fregar di meno, sono da sola e anche se qualcuno si offrisse di aiutarmi sarebbe impossibile sistemare qualcosa. Appoggio una mano al petto e stringo la camicetta bianca in un pugno sentendo il battito del mio cuore accelerare. Respirare diventa faticoso, ma mi costringo a stringere i denti e sostenere lo sguardo di Nathan che si è insistentemente posato su di me. Cerco di fare movimenti lenti e moderati, ma le fitte al petto aumentano costringendomi ad incurvare leggermente le spalle. Dilato le narici, ma l'aria che dovrebbe finirmi nei polmoni sembra bloccarsi a metà strada.

<Prendi quel maledetto inalatore Grace, non devi provarmi niente.>
Lo guardo sorpresa e un senso di sollievo si irradia nel mio petto, ma continuo a non muovermi. Come fa a conoscermi?
<Grace, prendi quell'inalatore.> La voce dell'uomo davanti a me si fa più cupa e severa mentre io non ho alcuna idea se fidarmi o meno, in fondo Megan è sua figlia. Ammettere le mie debolezze è sempre stato un grande NO e non ho nessuna intenzione di cominciare ora, non quando tutto potrebbe crollarmi addosso da un momento all'altro.
<Non è ho bisogno, posso andarmene ora?.> Biascico con voce roca.
Lo vedo fare uno scatto verso di me ed io non riesco a muovermi mentre lo vedo Prendere la mia borsa nera e tirare fuori il mio inalatore, me lo infila in bocca e preme con forza il pulsante rosso in cima. Inizio ad ispirare ed espirare. Il petto sembra piacevolmente aprirsi ed io mi sento più libera.
Lo guardo con rabbia e mi alzo di scatto allontanandomi da lui, l'inalatore cade a terra, ma non me ne curo. Agguanto la mia borsa e corro fuori dall'edificio. Maledizione, trenta dollari buttati nel cesso. Attraverso alla massima velocità tutti i corridoi vuoti della scuola, sento le voci nelle aule, ma non mi fermo. Probabilmente dovrei tornare in classe dove Abel mi sta aspettando, ma non se ne parla. Oggi è stato fin troppo... fin troppo di tutto. Sono quasi arrivata al portone principale, ma vengo presa per un braccio e all'improvviso vedo tutto nero.
Il rumore di una porta che si chiude mi fa sobbalzare, apro la bocca per urlare, ma una mano grande e calda si posa con forza sulla mia faccia. Improvvisamente sento un corpo grande e muscoloso sopra il mio, sensazione fin troppo familiari e spiacevoli mi scorrono lungo il corpo. Un profumo di menta e sigarette mi inebria facendomi chiudere gli occhi.
Scuoto la testa prepotentemente e con gli occhi spalancati alzo un ginocchio pronta a colpire chiunque.

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora