13.

5.8K 200 28
                                    

Grace POV

Le nove e un quarto di sera. È passata esattamente un ora da quando ho lasciato casa mia nel buio della notte senza guardarmi indietro.
Il vento gelido che riesce a trapassarti le ossa mi soffia contro rendendo tutto ancora più insopportabile, mi mordo il labbro inferiore cercando di sovrastare il dolore che sento dentro con quello fisico. Sbatto gli occhi più volte cercando di trattenere lacrime che non ne vogliono sapere di lasciarmi stare.
Cammino lentamente per le strade affollate di New York senza una vera meta.
Tremo e non so se per il freddo o per la rabbia, magari per entrambi. Indosso ancora l'insulsa divisa scolastica che non riesce nemmeno a coprirmi propriamente le gambe. Noto qualche sguardo incuriosito nella mia direzione, scommetto che gli studenti della Upper non camminano tra i comuni mortali. Sorrido freddamente continuando a tenere lo sguardo basso.

Ho cercato di andare a lavorare al Black Mamba, volevo distrarmi e perdermi nel lavoro, ma Scott mi ha cacciata appena mi ha vista. A parer suo avrei fatto più danni che altro nelle mie condizioni e col mio aspetto attuale avrei probabilmente spaventato i clienti. Non mi ha chiesto niente, si e' limitato a scortarmi fuori e mettermi in un taxi che ha pagato lui, mi ha dato un'affettuosa carezza sulla testa e ha ordinato al tassista di riportarmi a casa. Invece di tornarmene nel Bronx ho chiesto all'uomo di mezza età di lasciarmi in Midtown, vicino a Central Park. Riluttante ha fatto come gli ho chiesto.

Nonostante sappia benissimo che Scott non ha tutti i torti e che lo ha fatto solo per proteggermi non riesco a non sentirmi offesa. Non ho detto a nessuno quello che mi e' successo. Sarebbe stata troppa vergogna e umiliazione per me da reggere. Essere traditi dalla persona che dovrebbe proteggerti, sangue del tuo sangue e' qualcosa che non augurerei al mio peggior nemico. Il vuoto gelido che si prova e' distruttivo in un modo letale. Questo tipo di dolore ti entra nelle vene e ti infetta lentamente facendoti sentire ogni singola fitta, ogni parte di te sembra bruciare fin quando non riesci più a sentire niente, divieni il niente perché quella persona ti ha portato via tutto lasciandoti con gli scarti, e per quanto possa suonare drammatico e' così che ci si sente.

Quello che mi ha confessato mia madre non dovrebbe esser stata una tale sorpresa, ma sentirselo dire in faccia fa più male del previsto. Non abbiamo mai avuto un legame particolarmente vicino o amichevole, in fondo sono cresciuta da sola, ma ho sempre pensato, sperato, che nel caso del bisogno ci saremmo state l'una per l'altra. Ma forse questo era una cosa a senso unico. Ho sempre fatto il possibile per lei e per mio fratello e sinceramente non me ne potrei mai pentire. Ho sempre provato con tutte le mie forze ad aiutarla. Prima col prendermi cura di Ashton, poi con un po' di aiuto economico ed infine proteggendola come potevo da quel bastardo. Strizzo gli occhi osservando il cielo buio di New York, non si vedono le stelle, solo piccoli barlumi di luce degli enormi palazzi in lontananza oppure di aerei che viaggiano lontani.

L'impulso di chiamare Bubble, Bubu o chiunque altro dei miei amici non mi ha ancora abbandonata. Ma non posso chiedere loro aiuto più di quanto non abbia già fatto. L'unica cosa che odio più del sentirmi impotente e' essere in debito con qualcuno.

Stanotte, nemmeno sotto minaccia di morte, tornerò a casa mia. Potrei continuare a camminare all'infinito pur di non stare sola con i miei pensieri. Sbatto contro un paio di persone che si aggirano allegre nei loro cappotti caldi e rassicuranti. Li guardo sorridere o camminare col volto rilassato e stanco e anche le persone col broncio mi sembrano più felici di me. Li invidio come non ho mai fatto in vita mia, e anche se so che sono tutte apparenze vorrei provare a vivere come loro, solo per un giorno. Avere una famiglia che ti vuole bene, un lavoro stabile e magari un'adolescenza spensierata.

Un magone di lacrime rabbiose mi chiude la gola quando il numero preciso dei miei soldi rubati mi lampeggia davanti agli occhi. Ventiquattro mila dollari, trentasei contando anche quelli che ho avevo nascosto in cucina, sono sicura che non abbiamo risparmiato nemmeno quelli. Mi sono riputata abbastanza intelligente da spartire i soldi e dividerli in due posti diversi, ma non ho tenuto in conto che mia madre gli avrebbe detto esattamente dove cercare.

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora