16.

5.7K 201 33
                                    

Grace POV

I giorni trascorrevano come tutti gli altri, non avevo tempo per niente. Lavoravo, lavoravo come una pazza cercando di provvedere a tutto e a tutti. Mia madre usciva la sera e tornava nel tardo pomeriggio solo per prendere un po' di soldi, suppongo schiantasse a casa di qualche sua amica drogata quanto lei. Ero andata a visitare mio fratello solamente due volte quella settimana, le sue condizioni erano sempre le stessa. Il suo viso una volta paffutello era scavato dal coma e dai medicinali.
Trattengo le lacrime e stringo i pugni, avrei voluto ammazzare quel bastardo di nostro padre, ma a quanto pare non ci ero riuscita. A differenza di Ash si stava riprendendo sorprendentemente bene.
Respiro a fondo cercando di calmarmi, penso al mio inalatore nella borsa e al sollievo che potrebbe darmi se solo mi decidessi a usarlo. Ma non ammetterò mai a questo branco di ingrati dei miei compagni una mia debolezza. Mi sbranerebbero senza pietà.

Ogni giorno, l'ora di pranzo, la trascorrevo a fare da tutor a Rachel o a Trevor.
Sospiro pensando a tutte quelle ore trascorse a leggere lentamente per lui o con lui, mi intenerisco pensando ai suoi sforzi e alla dolcezza della sua voce mentre cercava di fare del suo meglio. I pensieri negativi di poco fa sembrano scomparire quando mi concentro su due occhi del colore del piombo. Durante quelle ore mostrava una parte di sé che stonava completamente con il Trevor prepotente, dominante e cupo. Di tanto in tanto parlottavamo complicitamente per poi ignorarci completamente fuori dalla magica libreria. Le uniche persone con cui interagivo in tutta la scuola erano Rachel, che nonostante la sua instancabile bocca, era una persona accettabile e Liam, che sono venuta a sapere essere il cugino del mio caro psicologo.
Ogni ora che passo insieme a lui lo vedo sempre più disperato e amareggiato. Come se la sua vita dipendesse da queste nostre sessioni.

<Ragazzi, andate nel gimnasio cambiatevi e aspettate ulteriori informazioni dal coach di football. Ricordate oggi c'è il corso di autodifesa.>
Ascolto distrattamente il professore di matematica che continua a fissarmi storto.
<Signorina Knight, ha bisogno di un cafè? La vedo parecchio stanca, anche se non ascolta nessuna delle mie lezioni.> Mi rimbecca aggiustandosi la cravatta colorata.
Senza rispondergli mi alzo stancamente seguendo la massa di studenti. All'improvviso mi sento agguantare per un braccio, mi giro di scatto con gli occhi furenti. Mi ritrovo faccia a faccia con il professore che sembra quasi volermi ringhiare contro.
<Esigo che mi risponda quando le parlo.> Scandisce con voce roca, ma abbastanza alta da attirare l'attenzione.
Prepotentemente tolgo la sua grossa mano dal mio polso.
<Io non gioco con bambini ultrasessantenni professore Capeluck.> Vedo la sorpresa è la rabbia dipingersi sul suo volto lasciandomi un moto di soddisfazione  per me stessa.

Sento lo sguardo di Abel piantato nella schiena mentre lentamente mi allontano da lui. In questi ultimi giorni ho cercato di muovermi il possibile indispensabile, solamente per andare a lavoro e a scuola. Le sue continue occhiate sospettose mi costringono a tenere un profilo basso.
Cammino verso la palestra con un costante sapore acido in gola. I miei trentaseimila dollari, i miei soldi rubati. Serro i denti non riuscendo a buttar giù questo boccone amaro. Cazzo quanto fa male, non mi sono mai ritenuta una persona materialistica, ma perdere così tanto in così poco è devastante. Il lavoro di due anni perduto per via di una persona di cui mi fidavo e acuì voglio bene. Forse è Il tradimento a ferirmi così profondamente.

Entro nello spogliatoio femminile facendo sbattere spropositatamente forte la porta in metallo, vedo alcune ragazze sobbalzare e lanciarmi un'occhiata stizzita.
<Grace, cara, il canile è dall'altra parte della strada.> Lancio un'occhiata annoiata a Megan che con una manina perfetta si copre il gesso al naso.
<Come va il naso Lohane?>
<Sei fortunata che io non ti abbia denunciato piccola stronzetta, ma non pensare di cavartela. Dopo scuola abbiamo l'incontro con il preside, non vedo l'ora di vedere la tua mammina o il tuo papino. Scommetto che sono delle gran belle persone eh.> Sbianco completamente maledicendomi per essermi dimenticata di una cosa del genere. Abel me l'aveva detto, ma io ero troppo presa dai miei problemi per farmene fregare qualcosa.

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora