18.

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Grace POV

<La voglio fuori da questa scuola e lontana da mia figlia! Questa disastrata non dovrebbe nemmeno permettersi di sfiorarci!>
<Mi, mi ha a-attaccato senza motivo!>
Per poco non mi lascio andare in una risata profondamente divertita, alzo un sopracciglio ed osservo attentamente Megan e sua madre che si stringono appassionatamente in un abbraccio disperato, tutto sotto lo sguardo freddo del padre che le guarda con moderata insufficienza.
Lancio un'occhiata ad Abel, che siede sulla mia destra, e noto con piacere che anche lui non sembra colpito da quella scenetta patetica.

<Signora Lohane, cerchiamo di prendere le cose con calma, sono sicura che Grace avrà avuto un motivo più che valido.> Incontro velocemente lo sguardo dolce e tenero della vice preside, non che la professoressa di letteratura inglese Mrs. Gier.
<Io sono dello stesso avviso della signora e signorina Lohane. Dovremmo avvertire lo stato dell'aggressività della signorina Knight nei confronti degli altri studenti e docenti. Non possiamo tenerla nel nostro istituto. Inoltre ho anche ricevuto lamentele dal signor Capeluck e a quanto pare quel fallito di Nova ha fallito nel suo compito, di nuovo.> Corrugo le sopracciglia pensando al mio strizza cervelli in crisi. Cosa centra lui in questo momento?
Non biascico una parola mentre sento Abel irrigidirsi accanto a me. I miei occhi si incatenano con quelli del preside che mi fissano pienamente soddisfatti e con una malcelata cattiveria.

<Signor Lohane io propongo un immediata espulsione.> Spalanco leggermente gli occhi e mi concentro sul mio respiroche si fa mano a mano sempre più affannoso. Se vengo espulsa avrò un immediato processo senza nessun tipo di beneficio e, molto probabilmente, finirò dentro una cella. A quel punto chi si prenderebbe cura di Ashton? Chi darebbe dei soldi alla mamma? Gli Outsider andrebbero da mio fratello per pagare pegno?
Un brivido di puro terrore mi percorre la schiena e sento il sangue defluire dalle mie guance. Non voglio che nessuna i quella merda entri nel suo mondo, non accadrà niente del genere finchè starò in piedi.

Sobbalzo sulla sedia quando la mano grossa di Abel si posa sulla mia e me la stringe con sicurezza. Lo guardo piena di gratitudine e ricambio la stretta, so, o spero che abbia capito la mia paura, ho bisogno di avere qualcuno dalla mia parte.
Traggo dei respiri profondi e provo a non farmi prendere dal panico. Ripenso velocemente alle labbra soffici di Gideon sulle mie, mi passo una mano sulla faccia e reprimo una risatina isterica. Non è possibile, devo ancora capire cosa vogliano specialmente da me e perchè non chiedano semplicemente una pegno da pagare. S arebbe tutto molto più semplice, tra l'altro hanno già preso tutto quello che avevo, quidi non avrei niente da dare a quei bastardi.

Irrazionalmente i miei pensieri vanno a Trevor, a Trevor e alle suo volto insaguinato, gli occhi pieni di una pazzia ceca e il petto muscoloso che si alza a abbassa ferocemente. Squoto la testa prontamente facendo svolazzare i miei capelli sui miei occhi. Mi rifiuto di pensare che l'abbia fatto per gelosia o per colpa di quel bacio. Senza rendermene conto curvo le labbra in alto e sento uno strano calore espandersi lungo il petto.
Sto impazzendo oppure mi sto semplicemnte rincetinendo.

<Io dico di guardare i video di sorveglianza della scuola.> La voce gelida del padre di Megan e spaventosa. Nessun tipo di inflessione o di emozioni, lo guardo e quello che vedo è uno squalo del mondo degli affari. Grandi spalle, capelli e occhi marroni scuro, una barba leggera gli copre le guance e la postura è imponenente e sicura.
Il suo sguardo incrocia il mio e quello che vedo non riesco a capirlo.

<Signor Lohane, mi dispiace, ma i video sono proprietà privata della scuola, e dovremmo aspettare il consenso del proprietario, compiere tutte le procedure...>
<Le devo ricordare di aver donato più di mezzo milione a questa scuola, signor Willstone? Perchè se ricordo bene, e lo faccio, mi sembra che quel denaro abbia contribuito al suo stipendio. Non ho voglia o tempo da perdere per uno dei capricci di mia figlia.>
Il preside stringe i denti e forza un sorriso di cortesia, ma Il signor Lohane rimane impassibile nella sua postura, segretamente ammiro questo uomo e la sua calma glaciale, Megan non sembra troppo toccata dalle parole del padre anche se noto gli occhi leggermente lucidi.
<Certo Signor Lohane, scusi la mia sfacciataggine.>
Willstone prende una chiave dal suo tascino e apre un cassetto della sua scrivania in legno scuro, lo guardo mentre tira fuori numerose cassette guardandole una ad una.
Alla fine ne sceglie una tale e quale a tutte le altre e infila il CD in un piccolo televisore in un angolo della stanza.

Megan si fa sempre più nervosa mentre io inizio a sentire il familiare tic all'occhio.
Tutti nella stanza sono in estremo silenzio e l'unico a semrare rilassato è il signor Lohane.
Osservo attentamente lo schermo che riproduce l'aula in un'angolazione alta e poco inclinata.

Nell'ufficio del preside rimbombano la mia voce mentre spiegavo qualcosa di cui non ricordo nemmeno una minima parte. Il tempo sembra fermarsi metre la litigata tra me e Megan si riproduce lentamente. Inizio a vergognarmi delle cose dette, soprattutto sui genitori di Megan, persone che non conoscevo nemmeno, a quanto pare ero troppo accecata dalla rabbia per rendermi conto di quanto fossi stata immatura. Nonostante tutto stringo i pugni quando sento la voce di Megan offendere mia madre e il resto della mia famiglia. Lei on ha nessun dirittodi giudicare nessuno, non me o chiunque altro su questo pianeta. Chiudo gli occhi furiosa.
Finalmente arriva la scena in cui rompo il naso a miss perfezione e stranamente percepisco una specie di soddisfazione. La signora Lohane sussulta mentre il padre... sorride impercittiilmente, cosa diavolo sta pensando?
<Può interrmopersi qui Richard, ho visto abbastanza- Il preside spenge la registrazione rimanendo in silenzio, mentre il padre di Megan si gira nella mia direzione, deglutisco lentamente, ma non abbasso lo sguardo-Grace giusto?>
<Si signore.> Rispondo freddamente e lo vedo accennare un sorriso.
<Chiamami Nathan, mi dispiace per il disturbo che ti ha recato mia figlia, spero tu possa perdonare la sua stupidità ed ignoranza.>

Spalanco la bocca per la sorpresa, come tutti in questa stanza.
<Ma, ma papà, mi ha rotto il naso! Non è giusto, dovrebbe tornarse nella sua disgustosa topaia insieme a quei tossici dei suoi genitori! è solo una drogata e una teppista e >
<Megan! Sta zitta e vai in macchina con tua madre.>
La signora Lohane, impassibile, prende sua figlia per un braccio e la porta via forza, mentre entrmabe mi lanciano sguardi pieni di rancore.
Nathan si sitem la cravatta marrone scuro e si schiarisce la gola secca.
<Vorrei parlare con lei in privato Richard.>
<Certo. Knight, Lowcraft, fuori di qui.>
<No Richard, voglio parlare con lei.> Irrigidisco i muscoli della schiena mentre lancio un'occhiata sfuggente ad Abel che sembra rigido quanto me.
<Tutti fuori.>
<Signor Lohane, non glielo posso far fare. Grace è sotto la mia personale custodia.>
<Forza Abel, non puoi fare un favore ad un vecchio amico?> Guardo con sorpresa l'uomo alla mia destra che sembra voler evitare il mio sguardo a tutti i costi.
<La riporto a casa io Lowcraft, sei congedato.> Abel sembra profondamente mareggiato mentre io non posso credere ai meie occhi mentre vedo lui e il preside uscire dalla porta. Mi stanno prendendo in giro, non c'è altra spiegazione.
Abel si ferma poco prima di uscire e senza girarsi parla al Signor Lohane.
<Non dire cosa di cui potresti pentirti Nathan.>
<Non ti fidi di me?>
Io no di sicuro.

Non ammazzatemi lo so sono in ritardo, ma vi giuro che nn lo faccio per cattiveria lol.
Cmq capitolo un po' cortino, ma lo posto per non lasciarvi a bocca asciutta lo rivisionerò stasera e domani posto la seconda parte!
Peace out homies♥️🥰

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora