22.

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Grace POV

<Sei un grosso, fottutissimo bastardo!> Grido nel buio che ci avvolge instancabile.

Gideon ride mentre il mio pugno si schianta sulla sua guancia, sento l'eccitazione scorrere tra le mie vene. Il moto di appagamento che provo mentre le mie nocche si schiantano sul suo viso è ineguagliabile. Tutta la tristezza, la rabbia, l'inadeguatezza che provo costantemente si riversa su di lui. Sento un sorriso sinistro squarciarmi il viso mentre i miei movimenti si fanno sempre più scoordinati e dettati dalla rabbia.

<Credo tu ti sia divertita abbastanza>. All'improvviso mi sento sollevare, spalanco la bocca in un urlo muto mentre vengo violentemente sbattuta per terra, strizzo gli occhi per alleviare il dolore alla testa. Sento il corpo di Gideon schiantarsi contro il mio provocandomi scosse mai provate prima. 

<Levati di dosso!> Le sue labbra carnose si aprono in un ghigno lasciando intravedere una striscia di denti bianchi e dritti.

<Mhm, a me piace questa posizione.> Digrigno i denti infuriata, muovo le gambe cercando di disarcionarlo, ma ottengo l'esatto opposto, il suo corpo si schiaccia contro il mio, i nostri profili si sfiorano mentre i nostri respiri si mischiano condensandosi nell'aria.

<Vedo che hai ricevuto la notizia.>

<Mi avete fatto licenziare! Sapete benissimo che a me servono quei soldi, mi servono per sopravvivere.> Gli urlo in faccia agonizzante, sbatto leggermente la testa sull'asfalto cercando di trattenere i singhiozzi che sembrano voler dividermi in due.

<Non piangere piccola.> Il suo palmo grande e caldo si posa sulla mia guancia accarezzandomela lentamente,

<Se ti arrendessi e iniziassi a far parte degli Outsider non dovresti preoccuparti di niente.> I suoi occhi verdi si scontrano nei miei facendomi sussultare.

<Non lo farò mai Gideon, non voglio vivere come una delinquente. Ho una famiglia di cui occuparmi.>

La sua mano si sposta sul mio collo accarezzandolo fin quando la presa inizia a farsi più stretta.

<Stai parlando di quel bastardo di tuo padre? Oppure di quella puttana drogata che non si ricorda nemmeno di avere due figli? E non parlarmi di tuo fratello Grace, è in coma da tre mesi, non si risveglierà.> Una lacrima si fa largo sulla mia guancia mentre respirare si fa sempre più difficile.

<Grace, non rendere tutto più difficile. Andiamo lo sai che non puoi scappare.>

<Preferisco morire.> Sussurro a denti stretti.

<Non dire cose di cui potresti pentire, tuo padre ha un debito di oltre un milione di dollari Grace. Non hai scampo piccola.>

Cerco di ignorare il senso di sconforto che mi attanaglia lo stomaco e continuo a dibattermi furiosamente.

<Pagherò tutto, datemi tempo.> Rimpiango la nota di disperazione che ho usato nel parlargli, ma mentirei se dicessi di non essere disperata.

<Come? A forza di pompini? Non dirmi che sei come tua madre?>

<Vaffanculo!> Gelide lacrime continuano a scendermi lungo le guance catturando il suo sguardo divertito.

<Guardati le spalle Grace, la prossima volta non ci limiteremo a farti licenziare.>

Stringo la mascella voltando la testa di lato.

All'improvviso sento un vuoto sopra di me, alzo la testa per vedere il corpo di Gideon sdraiato pochi metri lontano da me.

JUDGE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora