31.

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Grace's POV

Merda, merda, merda!
Deglutisco portandomi una mano tra i capelli che mi si attaccano al viso come ventose.
Continuo a camminare lungo questo corridoio scuro e immenso, lancio un'occhiata agli uomini davanti e dietro di me. Scuoto la testa leggermente ignorando il battito furioso del mio cuore. Dopo aver chiamato Abel sono stata trascinata dentro una limousine di lusso, simile a quella dell'amico di Trevor. Sono passate ore da quando ho lasciato l'ospedale.

Ashton... Si è svegliato, si è veramente svegliato e mi ha riconosciuta. Reprimo un sorriso mentre gli occhi mi si appannano, sbatto velocemente le sopracciglia scacciando via le stupide lacrime.
A quest'ora dovrebbe essere già con Abel, quell'orso farà meglio a trattarlo bene.
Vorrei proprio vedere quella bestia alle prese con un bambino di nove anni. Inevitabilmente penso a Trevor, Liam e Rachel. Piccoli frammenti di ricordi mi inondando facendomi rabbrividire. Vorrei aver avuto più tempo.

<Cammina.> Un uomo alto quasi due volte me mi spinge dentro una stanza.
<Non mi sembrava di essere sdraiata.> Lo sento grugnire per poi sbattere la porta dietro di sé lasciandomi completamente immersa nell'oscurità. Perfetto fottutamente perfetto, quel bastardo di Marcus è resuscitato e ha messo la vita di suo figlio in pericolo, di nuovo. Digrigno i denti mentre stringo i pugni.

Sobbalzo quando delle luci si accendono all'improvviso accecandomi momentaneamente. Da quello che ho capito siamo nelle periferie di New York, dove di preciso non ne ho idea, ma devo andarmene il prima possibile, devo scappare.

<Grace, cara, spero che il viaggio qui sia stato di tuo piacimento.> Mi volto verso la voce cavernosa di un uomo. Corrugo le sopracciglia irrigidendomi leggermente.
<Chi cazzo sei?> Lo guardo spalancare leggermente gli occhi per poi scoppiare a ridere, si piega in due portandosi le mani sulle ginocchia. Mi guardo un attimo attorno notando diversi uomini agli angola della stanza nessuno di loro sembra sorpreso quanto me, anzi direi che sembrano quasi spaventati.
<Sei esilarante, veramente un tocca sana per un uomo come me. Sono Duke Lancaster.> Mi guarda allargando le braccia. Il suo completo dall'aria troppo costosa si tende sulle sue spalle larghe, è decisamente alto e molto imponente. I suoi capelli biondi scuro gli ricadono sugli occhi disordinatamente, delle piccole rughe ai lati degli occhi lo rendono più... umano ma una sensazione di gelo continua ad opprimermi ogni secondo di più. Chi è quest'uomo? Ci osserviamo in silenzio, deglutisco facendo un paio di passi indietro mentre del sudore mi cola lungo la schiena. Voglio solo andarmene il più lontano possibile, voglio solo avere una vita normale.
Continuo a guardarlo il più freddamente possibile, mi osserva attentamente, come se stesse aspettando una mia reazione. Si avvicina lentamente mentre i suoi occhi si scuriscono sempre di più.
<Dovrei conoscerti?> Incrocio le braccia al petto, ma prima che io possa fare qualunque cosa me lo ritrovo addosso, una sua grande mano mi stringe le guance facendomi male.
<Porta rispetto Grace. La linea tra l'essere coraggiosi e molto stupidi è estremamente fine. La tua vita è tra le mie mani, ricordatelo.> Mi lascia andare di scatto facendomi traballare leggermente. Il cuore sembra pulsarmi in testa, deglutisco abbassando leggermente lo sguardo.
<Spero che i miei uomini non siano stati troppo maleducati, ma non puoi aspettarti molto da delle bestie. Be' Benvenuta negli Outsider Grace.> Stringo i denti deglutendo qualcosa che non avrei mai pensato di dover reprimere, l'orgoglio.
<Di cosa stai parlando?>
<Ah, credevo di esser stato abbastanza chiaro quando ti abbiamo visitato a casa tua. La vita di tuo fratello in cambio della tua devozione. A proposito, devo dire che hai proprio un abitazione adorabile. Tua madre ti ha aiutato nella decorazione?>
Rimango in silenzio, più confusa che spaventata.
<No, immaginavo, quella puttana non sapeva nemmeno fare un lavoro decente con quella sua boccaccia, meno male che non devo più preoccuparmene.> Alzo la testa incontrando il suo sguardo a dir poco divertito a pochi centimetri dal mio.
<Cosa significa?> La voce mi esce strozzata mentre rivoli di sudore gelato mi colano lungo il viso.
<Inizio a dubitare del tuo intelletto dolcezza, significa che tua madre a quest'ora si sta facendo un viaggetto nel fiume Hudson, dentro un sacco possibilmente.> Traballo leggermente, un giramento di capo mi investe, finisco sulle ginocchia vomitando l'anima. Lacrime amare fluiscono tracciando percorsi di fuoco lungo il mio viso. Mia madre, non mi ha abbandonata, è morta o forse mi ha abbandonata e poi è morta. Scoppio a ridere perchè non mi rimane nient'altro da fare.
<Lo sapevo che eravamo uguali, se non avessi un figlio direi che tu sia sangue del mio sangue.>
<Brutto bastardo! Io non sono neanche vicina ad essere come te!> Gli salto addosso lanciandogli un debole pugno sul naso. Non ho forze, vengo tolta da sopra di lui per poi essere lanciata contro il muro.
<Non sfidarmi Grace, la tua vita e quella di tuo fratello sono nelle mie mani. Puoi ringraziare Marcus.>   
<Mio fratello ed io non abbiamo niente a che fare con Marcus! Hai ucciso mia madre! Ho già pagato una parte dei suoi debiti.> Mi conficco le unghie nei palmi delle mani quando scoppia nuovamente a ridere. Cerco di trattenere i singhiozzi, ma il petto mi fa male in un modo allucinante. L'uomo davanti a me torna nuovamente serio per poi avvicinarsi nuovamente.
<Non piangere, Trisha non è mai stata tua madre, se non biologica. è sempre stata una stronza, non piangere la morte degli infami.>
A quanto pare ho trovato qualcun più bipolare di Trevor.
<Se vuoi prendertela con qualcuno vai da Marcus e lascia me e mio fratello in pace.> La gola sembra esser stata cosparsa di benzina. 
<Marcus, Marcus, Marcus, quell'inutile bastardo.> A quanto pare siamo d'accordo su qualcosa. Mia madre è morta per colpa sua, non ce la faccio. Non posso superarlo. Devo, devo tenere tutto dentro, non mi hanno fatto niente. Non mi hanno fatto niente, mia madre è morta, io non posso farci niente. Non è il momento per piangermi addosso, eppure l'unica cosa che voglio fare e chiudere gli occhi e non riaprirli mai più.
<Il suo debito ammonta a più di due milioni di dollari Grace.> Spalanco gli occhi e la bocca, ma l'unica cosa che riesco a fare è un suono strozzato. Due milioni di dollari. Due fottuti milioni di dollari.
<Ma, mi è stato detto che il debito da estinguere era di cinquecento mila dollari.>
<Be', quello era prima che il tuo caro papino cercasse di fregarmi.> Alza una mano guantata facendo cenno a uno degli uomini che annuisce e scompare dietro una tenda rossa.
<Cosa vuoi da me?> Lo sento sospirare mentre si siede su una specie di trono poco lontano da me.
<Sto iniziando a pensare che tu sia un idiota Grace, da oggi fai ufficialmente parte degli Outsider! La mia piccola apprendista. Erano anni che qualcuno non mi incuriosiva così. E se non vuoi che io in persona vada a fare visita al piccolo e adorabile Ashton, ti conviene accettare in silenzio.>
<Perchè io?>
<Perchè no?> Un ghigno terrificante gli squarcia il viso.

<Grace! Piccola mia, sei venuta a salvarmi?> Mi giro di scatto e devo reprimere altri conati di vomito quando vedo Marcus in ginocchio davanti a me. Un tanfo di sangue e piscio mi investe facendomi fare un paio di passi indietro. Lo guardo attentamente, con lentezza sotto la luce bianca delle lampade. Il suo viso è a dir poco irriconoscibile, gonfio e sporco, ma quando noto che non ha più un braccio e che una sua gamba è girata in una maniera a dir poco innaturale non posso far altro che lasciarmi sfuggire un gemito sorpreso. Cosa diavolo gli hanno fatto?
<Cosa, cosa significa?>
<Ti ho detto che la formica qui presente ha cercato di fregarmi. Gli ho solo ricordato con chi avesse a che fare. L'uomo dietro di lui è un vero maestro, ho imparato tanti trucchetti con lui. Si chiama Ivan, viene dalla Russia, me lo ha presentato un vecchio amico italiano.>
<Grace! Piccola mia, aiutami, mi dispiace, ma lo sai che io ti ho sempre voluto bene. Ti-ti ho cresciuta come se fossi figlia mia. E-e Ashton ha ancora bisogno di suo padre, portami via da qui. Non puoi lasciarmi morire>
Mi costringo a non dire niente, lo ignoro, come lo scalpitare del mio cuore.
<Perchè lo hai portato qui?>
<Ah, quasi dimenticavo cosa dovevo fare.>
Uno sparo, il suono di un corpo che cade e poi solo silenzio.
Morto, Marcus è morto, eppure non riesco a sentire alcuna pena se non per mio fratello che, seppur merdoso, ha perso suo padre e sua madre. Anch'io ho perso mia madre. Una pozza di sangue si allarga sotto la sua testa fino ad arrivare ai miei piedi. Alzo lo sguardo incontrando gli occhi gelidi di Duke.
<Cosa devo fare?>
<Vedo che ci capiamo.>

Tre settimane, ventuno giorni e troppe ore da poterle contare,chiusa in una stanza senza nessun contatto col mondo esterno.
Sospiro stremata, sono due ore che mi sto allenando stando agli ordini di uno scimmione.
<Muoviti se non vuoi che tiri fuori la frusta puttanella.> Stringo i denti colpendo nuovamente il sacco davanti a me. Lui e quella maledetta frusta, un giorno, giuro su Dio, gliela ficco su per il culo.

<Come stiamo andando Maurice?> Non mi fermo, ma lancio un occhiata a Lancaster che, come al solito, è vestito impeccabilmente.
<Ancora non capisco perchè tu l'abbia voluta così tanto.>
<Ma non vedi il suo grandissimo potenziale, sarà la mia piccola arma.> Sento lo scimmione sospirare.
<Secondo te?>
<Secondo me cosa Maurice, ricordati chi sono inutile sacco di merda!> Di queste scenette ne ho visto fin troppe. Sento Duke picchiare a sangue lo scimmione, sbuffo continuando a colpire il sacco, dove cazzo sono finita.
<Mi dispiace sua grazia. Non penso che la ragazza sia pronta.> Patetici, lentamente smetto di muovermi e appoggio le mani sudate al sacco.
<A parer mio abbiamo aspettato fin troppo.>
Sento una mano pesante sulla spalla nuda, mi giro incontrando gli occhi verdi di Duke così familiari, eppure non riesco a ricordare dove devo averli visti.
<Sei la mia piccola bambina Grace, Marcus non aveva idea di cosa avesse per le mani.> Pazzo, completamente fuori di testa. Una sensazione spiacevole mi attanaglia lo stomaco pensando al corpo privo di vita di Marcus. Automaticamente penso ad Ashton e alla vita a cui avevo aspirato per così tanti anni. Trattengo un singhiozzo, mentre una lacrima mi scende lungo la guancia, rabbrividisco quando il suo pollice coperto dai suoi soliti guanti mi accarezza quasi teneramente.
<Non piangere bambina, presto avremo tutto quello che ci serve.>

Non riesco a distogliere lo sguardo, per la prima volta in vita mia ho veramente paura. Non vedo nessuna traccia di umanità, sono occhi splendidi ma vuoti in un modo spaventoso.

La porta in ottone si apre di scatto facendo cadere Maurice che si era appena rialzato. Sobbalzo allontanandomi da Duke.

<Gideon?>
<Figlio?>   

Hellooooo io voglio suicidarmiii, lol scherzo ma veramente non c'è la faccio più a stare chiusa in casa. Voi come state?
Cmq buona pasqua in ritardo!
Spero il che il capitolo vi sia piaciuto... è successo un po' un casino. Che ne pensate?
A parte questo i veri OG si ricorderanno di IVAN....
Vi lascio in pace, vi adoro e alla prossima!
 

    

  




  

 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 14, 2020 ⏰

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