Capitolo Dodici

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Sono passati tre mesi da quando sono andato per la prima volta dallo psicologo. L'autunno è finalmente arrivato. I calmanti mi fanno dormire, quindi ogni volta che mi sento un attimo ansioso prendo il lexotan, vado da uno dei miei amici e dico di avere sonno. Non ho detto a nessuno che prendo quelle pastiglie e non ho detto a nessuno delle mie ansie, semplicemente cerco di starmene calmo e prendo i medicinali.

Abbiamo fatto uscire il singolo e il Take Me Home Tour è finito, finalmente. Dopo la premiere e l'uscita del film ci sono state milioni di interviste ma ora abbiamo solo l'impegno di andare in giro per il mondo a promuovere il disco e poi faremo il 1Dday a novembre.

Il sole passa attraverso le tapparelle e faccio una piccola smorfia quando un suo raggio mi arriva sugli occhi, comunque chiusi. Mi giro dall'altra parte e faccio un piccolo grugnito appena mi ritrovo un riccio sul naso. Sbuffo e apro gli occhi, Harry dorme davanti a me con le labbra socchiuse. Questa notte mentre parlavamo e facevamo i cretini in camera mia poi lui è rimasto da me a dormire. Sono indeciso se abbracciarlo o meno. Lo psicologo mi aveva consigliato di vedere se lui avrebbe potuto interessarsi a me, ma non ne sono capace. Cosa dovrei dirgli? "Hey Harry, provi qualcosa per me?" Mi metto le mani sul viso e mi stropiccio gli occhi.

Siamo in Italia per la finale di XFactor e riesco a sentire da qua le fan sotto all'hotel urlare. Mi rigiro e guardo l'ora dal mio cellulare appoggiato al comodino: 9.03

Dio, ho dormito sei ore ore. Mi metto seduto sul letto e mi stiracchio allungandomi. Mi alzo e facendolo inciampo sul tappeto nero al bordo del letto, andando così addosso alla lampada sul comodino. Per fortuna non rompo nulla ma faccio un rumore assordante.

-Che succede?- borbotta Harry. Mi giro e lo vedo agitarsi fra le coperte, fa il peso sulle mani e si alza con il busto per guardarmi. I suoi occhi sono socchiusi e assonnati. Ritorna con il busto sul materasso poco dopo e si sistema fra le coperte e i cuscini, guardandomi ancora.

-Vieni.- Non è una richiesta, è un affermazione.

-Fra mezz'ora dobbiamo scendere per la colazione, Harry...- mormoro e distolgo lo sguardo dal riccio. Ancora un secondo in più e mi sarei buttato fra le sue braccia e gli avrei dato mille baci sulle labbra.

Oh, ma che pensieri idioti!

Scuoto la testa, afferro i pantaloni del giorno prima che ho lasciato sulla sedia e poi me li infilo, sbadiglio, vado in bagno e mi ci chiudo dentro.

Quindici minuti dopo esco dal bagno pulito, profumato e pettinato. Harry si è di nuovo addormentato.

-Haz...- inizio a battere le mani per creare rumore mentre mi avvicino al suo busto e poi inizio a cantare

'It's time to get up in the morning, in the moooooorning!- urlo e salto sul letto, iniziando a scuoterlo sul busto.

-Mi alzo!- urla prima di colpirmi in faccia con un cuscino, facendomi cadere di lato sul materasso. Mi scappa un urletto poco maschile che suscita in lui non poche risate. Si mette a sedere e poi scuote la testa.

-Il piccolo Niall è una femminuccia!- urla e poi si mette a gattoni sul materasso, venendo a sedersi accanto a me. Mi sistemo, mettendo le gambe a penzoloni dal letto e poi faccio l'offeso, girando la testa dal lato opposto, mettendo il broncio.

-Ed è anche una bambina!- urla, posa le mani sul mio braccio e mi scuote.

Io ringhio imitando un cane e poi mi butto su di lui, facendolo sdraiare sul materasso, mi metto a cavalcioni sulla sua pancia e inizio a fargli il solletico. Lui inizia ad agitarsi e a ridere, cercando di fermarmi le mani che stanno vagando dal suo collo, ai fianchi, alla sua pancia. Sposto il bacino contro il suo per potergli solleticare anche la pancia ma appena vedo la sua espressione e mi rendo conto dei miei movimenti, arrossisco e mi alzo velocemente da lui, prendendo un cuscino e buttandoglielo subito dopo in faccia, cercando di nascondere l'imbarazzo.

Nothing Like Us (Narry, accenni Larry, Ziam e Ziall)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora