Capitolo Diciassette

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-Svezia svezia svezia, è il paese per me- canticchio la canzone del musical di Spamelot, la presa in giro di re Artù e la tavola rotonda, mentre apparecchio la tavola. In realtà sono in Irlanda, a Mullingar da qualche ora e i miei genitori dovrebbero arrivare a casa mia per mangiare un pranzo fatto da me. Adoro avere i miei a casa, anche se sono divorziati non litigano più e questo mi aiuta molto, infatti se invito entrambi a casa non si sentono in imbarazzo o altro. Mi ricordano anche che sono sempre il solito Niall e non il famoso Niall Horan.

La televisione in cucina è accesa, impostata su MTV e Wrecking Ball di Miley Cyrus risuona per tutta la stanza. Afferro il telecomando e cambio canale più volte fino a trovare un telegiornale, poso il telecomando affianco alla tv e prendo il cellulare: zero chiamate e zero messaggi. Harry non risponde da ieri sera.

Sbuffo prima di girarmi e guardare la tavola che ho preparato. Sembra tutto in ordine... la mamma adora l'ordine, quindi ho cercato di fare del mio meglio nel disordine.

Il campanello suona ed io mi precipito all'ingresso per aprire la porta. Mia mamma e mio padre entrano e io butto le braccia al collo di mia mamma. Quanto mi è mancata? Dio lo sa solo.

-Piccolo mio!- cinguetta lei, accarezzandomi i capelli.

Quando mi stacco abbraccio mio padre con forza, mentre lui mi lascia alcune pacche sulla schiena.

-Mi siete mancati troppo!- sorrido a entrambi e poi li faccio entrare in casa, chiudendo la porta.

-Abbiamo visto le vostre performance sul computer, siete sempre più bravi! E tu piccolo mio stai migliorando un sacco, sono fiera di te, ed è per questo che ho fatto il tiramisù!- Mia mamma è la solita. Mi fa complimenti, mi dice che sono sempre più bravo a cantare e poi se ne esce con il tiramisù che continua a fare da quando quella volta le regalai un viaggio in italia e si innamorò di quel dolce.

-Mamma, dai- Scoppio a ridere e li faccio sedere in cucina. Io spengo il fuoco dove cuoce la pasta ormai cotta e preparo il sugo di pomodoro con cui condire essa. So che a papà piace con tanto sugo e quindi esagero.

-E gli altri dove sono? So solo che Zayn è a Londra insieme a Perrie, quei due sono sempre più uniti.- scoppio a ridere ma prima che possa rispondere mia mamma ricomincia a parlare- Ah, ed Harry non è a Los Angeles? Bobby ha letto ieri che era con una ragazza, ma non ricordo più.- sputo il fusillo che stavo assaggiando per capire se avessi messo troppo sale e mi giro verso i miei genitori. Cosa?

-Niall, ma che schifo! Cosa fai?- mia mamma si avvicina a me dopo essersi alzata dalla sedia e poi prende dello scottex per pulire quello che avevo combinato. Io osservo i suoi movimenti ma resto immobile perso nei miei pensieri. No, sicuramente non è nessuno e quella ragazza è Gemma.

-Era Gemma?- il tono della mia voce è debole, così ripeto la frase un po' più forte, guardando mia mamma e poi mio padre.

-Oh no, riconoscerei Gemma a migliaia di chilometri per quei suoi capelli.- Ma santo cielo...  provai a far finta di niente per non fare una scenata seduta stante, mi girai in silenzio verso la pentola della pasta e la divisi in tre piatti. Alcuni minuti dopo non ce la faccio più e una volta portato il cibo in tavola, guardo mio padre.

-E cosa stavano facendo?- lui, dopo aver assaggiato un fisillo immerso nel sugo mi guarda e aggrotta le sopracciglia.

-Parli ancora di Harry?- annuisco e inizio a mangiare velocemente per il nervosismo, tenendo comunque una faccia neutrale.

-Guarda che non scappa la pasta, tesoro!- mia mamma scoppia a ridere e posa una mano sulla mia. Guardo mio padre mentre bevo un sorso d'acqua.

-Erano in una macchina, ma perché tutta sta curiosità?- Mi scruta mio padre con i suoi occhi attenti e io accenno una risata per smorzare la tensione.

Nothing Like Us (Narry, accenni Larry, Ziam e Ziall)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora