BETTY'S POV
La palestra era decorata con nastri blu e oro e le luci multicolore illuminavano e raggiungevano ogni angolo della stanza.
La musica era piuttosto alta ma si poteva parlare con facilità ed era principalmente commerciale e talvolta partivano dei lenti.
Dopo aver dato un'occhiata meravigliata alla palestra raggiungemmo Archie e Veronica che si tenevano per mano.
Mi sporsi per abbracciare entrambi e completamente sorpresa volli capire.-ragazzi, voi due siete... da quanto?
Veronica abbassò lo sguardo ridendo e Archie si girò di profilo grattandosi timidamente la nuca. Fu lei a prendere parola.
-B ho seguito il tuo consiglio: mi sono buttata e tu avevi ragione. Grazie mille migliore amica
Ora anche lei era felice. Si dico "anche lei" perché io ero felice, però non come avrei voluto esserlo. Ma Luke era un bravissimo ragazzo e dargli un'opportunità non avrebbe guastato.
Partì d'un tratto una canzone che fece muovere i nostri piedi senza il nostro controllo e ci spingemmo in pista scatenandoci come pazzi. Ridevamo e ballavamo. Alla fine della canzone eravamo esausti ed andammo al tavolo dove c'erano le bibite. Per mia fortuna non c'era nessuna bibita alcolica: meno male, non reggevo per niente l'alcool. Mi riempii il bicchiere con della Coca Cola ed andai a posizionarmi in un angolo poco affollato seguita dagli altri.
Partii poi un lento. Archie e Veronica andarono quasi subito in pista.
Stavamo per andarci anche io e lui ma poi ricevette un messaggio che spense il suo sorriso.-Betty devi scusarmi. Mia sorella è davvero insopportabile. Devo andarla a prendere ad una festa e riportarla a casa. Ci metterò solo 20 minuti. Ti dispiace se ci vado?
In realtà un po' sì: non volevo rimanere sola però non potevo fare l'egoista proprio durante il nostro momento di approccio.
-figurati, deve essere importante. Sopravviverò in questa calca di ragazzi con gli ormoni a palla
Lui scoppiò a ridere ed io lo seguii. Mi lasciò un bacio all'angolo della bocca e se ne andò.
Sospirai. Luke mi iniziava a piacere ma qualcuno ancora non voleva uscire dalla mia testa.
Mi diressi verso gli spalti, superai le coppiette che si stavano baciando e mi sedetti sull'ultimo gradino più in alto.
Mi sentivo fuori posto in quel contesto: ero rimasta da sola e non ero nemmeno questa gran cima nelle relazioni sociali con gli altri.Mentre ero immersa in quei pensieri sulla pista da ballo si fecero largo molti fischi di approvazione. Da quell'altezza riuscivo a vedere perfettamente tutta la palestra: appena la calca di adolescenti si spostò mostrò Jughead e Kristel che si stavano baciando mentre ballavano il lento.
Lui aveva uno smoking blu con una camicia bianca mentre lei indossava un vestito stupendo: era nero ma il corpetto aderente era tempestato di brillantini e la gonna era vaporosa come una nuvola.
Era ovvio perché Lui avesse scelto Lei.
Io al confronto non ero nulla, una formica rispetto a lei. Niente rispetto a lei.
In quel momento la mia autostima cadde ancora di più nell'oblio.
Stavo per mettermi a piangere in quel preciso istante. Cercai con lo sguardo Archie e Veronica ma non c'erano: forse si erano appartati, in fondo ora sono una coppia.
Tentai anche di chiamare Luke.-Luke?- chiesi con la voce roca e tremante dal pianto che si stava per avvicinare
-ehi no, non piangere cosa succede? Sto tornando da casa mia, ci vorranno solo 5 minuti
-i..io non v..voglio stare q..qui. Voglio tornare c..casa- dissi ormai con le lacrime agli occhi
Lo sentii sospirare dall'altra parte della cornetta.
-tutto quello che vuoi. Comincia ad uscire così quando arrivo ti riporto a casa.
Gli risposi e chiusi la chiamata.
Scesi le scalinate e cercando di passare il più inosservata possibile me ne andai da quell'inferno.
Feci solo una deviazione in bagno. Mi chiusi dentro e diedi sfogo ad un pianto cercando di essere silenziosa, ma a volte i miei singhiozzi si facevano largo tra le mie corde vocali.
Quando mi sentii meglio uscii, mi sciacquai la faccia e i polsi ed infine aprì la porta, ma davanti a me mi ritrovai Jughead.Feci per superarlo dandogli anche una spallata ma lui prontamente mi afferrò per un polso facendomi girare nuovamente.
-ehi aspetta- mi disse mentre lo faceva
Io rimasi in silenzio. Non volevo sapesse cosa mi faceva provare e stare ma i miei occhi lucidi e tutti i miei singhiozzi rimasti nel bagno, erano prove troppo evidenti. Perciò per mascherarle tenni lo sguardo abbassato.
-mi spieghi perché stai piangendo?- mi chiese mentre tentava di farmi avvicinare a lui.
Ma io piantai saldamente i piedi a terra e non mi mossi.-perché ti dovrebbe interessare? Mi hai umiliato ieri perché ora ti interessa di come mai stia piangendo?- stavo di nuovo per piangere ma dovevo trattenermi davanti a lui
-perché...aaahhh, è complicato. Tutta la situazione è complicata ma se me lo concedi ti spiegherò tutto, devi solo aspettare a dopo Natale. E perché mi manchi
Rimasi sconvolta. Nonostante tutte le cattiverie che aveva detto nei miei confronti io gli mancavo. Solo che non sapevo se fosse sincero oppure no.
-come faccio a crederti?- chiesi
Lui mi fissò attentamente. Posò gli occhi sulle labbra un secondo prima di sfiorarle con le sue. Ma non fece in tempo a farle aderire che una voce stridula ci interruppe.
-JUGGIEEEEE. Dove sei?
Lui si staccò in fretta da me che ero come paralizzata. Dava le spalle al corridoio ma io riuscivo a vedere benissimo chi si stava avvicinando: Kristel.
Vidi Jughead entrare nel panico. Poi mi fissò in viso e lo vidi con gli occhi lucidi: non capivo le sue intenzioni.-scusami, davvero scusami tanto- mi disse talmente sottovoce che feci fatica ad udirlo
Poi la sua mano si alzò in aria e si abbatté sulla mia guancia sinistra. Girai la faccia nella direzione opposta da dove proveniva il colpo: non era stato fortissimo ma aveva fatto male comunque, sia fuori che dentro.
Stavo tremando e quando girai il volto per guardarlo vidi che lo stava facendo anche lui.
Provò a prendermi la mano ma io mi scansai talmente tanto forte che caddi all'indietro. Si avvicinò ulteriormente ma io mi rialzai, con le lacrime che già erano scese copiose sulle mie guance, scappando via da lui.
L'ultima cosa che sentii prima di uscire fu lo scocco di un loro bacio, che mi fece piangere ancora di più.
Come mi aveva detto Luke era fuori che mi aspettava e quando mi vide uscire in lacrime mi venne incontro e mi abbracciò. Ero stremata è solo lui avrebbe potuto risollevarmi da terra.-ti riporto a casa- mi disse ed entrambi entrammo in macchina.
Nel tragitto le lacrime continuavano a scendere senza una fine.
Arrivammo davanti a casa mia. Lui entrò con me per essere sicuro che stessi bene. Gli chiesi di aspettarmi sul divano. Salii in camera mia, mi cambiai, mi struccai e riscesi.
Mi abbracciò di nuovo sempre senza chiedere spiegazioni sul mio comportamento.
Poi mi prese il viso e mi baciò.
Le sue labbra erano morbide e dolci, sapevano di vaniglia. Fu il primo bacio di una catena di altri, sempre a stampo però.
Gli chiesi se potesse restare con me. Lui accettò ed insieme ci addormentammo sul divano.
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I CAN'T FALL IN LOVE!
Fanfiction•••Perché si, forse mi stavo innamorando di Jughead Jones, ma non potevo permettermelo. Mi avrebbe ferita, e il mio cuore non avrebbe retto all'ennesima crepa••• Se ci si innamora si è fottuti, Betty e Jughead lo sanno bene. Due ragazzi che si conos...