Capitolo XI

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BETTY'S POV
La mattina dopo casa di Jughead mi venne la febbre così restai a casa. Ma purtroppo il forte mal di testa mi fece svegliare comunque presto. Rimasi però nel letto: non avevo le forze per alzarmi per andare anche solo a prendere un'aspirina, e i miei genitori erano già usciti per andare al lavoro. D'un tratto il mio cellulare suonò. Lo presi in mano e lessi il nome scritto sullo schermo: Veronica. Risposi

-pronto?

-ehi B che succede? Hai una voce pessima sicura di stare bene?

-no infatti V ho la febbre, oggi non vengo a scuola

-oh no mi dispiace. Ti prego riprenditi

-grazie mille V

E chiusi la chiamata. Ma dopo poco un altro nome apparse sulla schermata: Archie

-ehi Archie

-Betty ti sto aspettando, non vieni oggi?

-no Arch ho la febbre e non sto bene

-ah ok...

-dai Archie quanto ci metti.

Questa però non era la voce di Archie. Era quella di Jughead.

-scusa Betty sono in ritardo ci sentiamo dopo?

-si certo- risposi debolmente e poi staccai la chiamata tornando sdraiata sul materasso.
Pian piano le palpebre incominciarono ad appesantirsi finché non mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi erano le 18.

Ma quanto ho dormito? Tutto il giorno?

Mi sforzai di alzarmi per andare in bagno e per mangiare qualcosa perché anche se non avevo fame per prendere le medicine dovevo riempire lo stomaco.

Così mi diressi dapprima in bagno, presi il termometro e andai in cucina. Aprii il frigo che era quasi vuoto, presi una mela, un coltello e me la tagliai in spicchi. Poi misi il termometro sotto l'ascella, aspettai qualche minuto e lo tolsi per vedere la temperatura: 38,5. Cazzo, è alta sul serio. Presi una pastiglia e tornai in camera mia. Quella sera ero da sola in casa e fuori infuriava un temporale. Ed è proprio in questi momenti che se qualcuno bussa alla tua porta non devi aprire per nessuna ragione.

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JUGHEAD'S POV
Quella mattina mi svegliai energico. Non vedevo l'ora di incontrarla.
Mi preparai e quando aprii la porta mi ritrovai davanti Archie.

-ehi amico, che ne dici di andare a scuola insieme?

-ottima idea

Così ci incamminammo. Però facemmo una deviazione: invece di dirigerci direttamente a scuola ci fermammo davanti alle vetrine di Pop's. Penso che stessimo aspettando qualcuno. Ma proprio quando stavo per chiederglielo il suo cellulare suonò.

-ehi Betty ti sto aspettando dove sei?

Ecco la risposta alla mia domanda, sempre lei: Betty.

-ah ok

Continuò il rosso. Guardai l'orologio: erano già le 7:50

-dai Archie quanto ci metti- esclamai. Non volevo arrivare in ritardo.
Così lui liquidò Betty e staccò la chiamata.

-andiamo, oggi Betty non viene a scuola, ha la febbre.

Mi limitai ad annuire. Pensavo che se non avessi fatto troppo tardi sarei potuto andarla a trovare.

Intanto arrivammo a scuola e le lezioni cominciarono.

Finite queste tornai a casa ma quando entrai nella mia roulotte mio padre non c'era. Non mi preoccupai più di tanto, sapeva cosa faceva solo che anche io volevo esserne certo, così mi recai al bar dei Serpents, il White Wyrm. Presi quindi la mia moto e sfrecciai nella sua direzione. Una volta arrivato parcheggiai il mio mezzo ed entrai nel locale.
Era abbastanza malandato da fuori, ma all'interno era piuttosto moderno, con tavoli da biliardo, la sala per i fumatori e l'enorme bancone del bar dove dietro, a servire i clienti, c'era una persona nuova, ma nonostante ciò familiare. Non mi ci soffermai troppo e salii al piano di sopra dove si trovava l'ufficio di mio padre. Prima di entrare bussai. Una voce roca da dentro mi diede il permesso di entrare e quando lo feci trovai mio padre seduto sulla poltrona con una lattina di birra in mano ed altrettante sul pavimento e sul tavolo.

-Jughead! Allora come è andata a scuola?

-come il solito grazie- rimasi interdetto dalla sua domanda perché di solito non mi chiedeva mai niente a proposito della mia giornata.
Così cercai di arrivare subito al punto.

-senti papà non giriamoci attorno: c'è qualcosa che devi dirmi?

-in effetti si figliolo. Tu hai accettato di diventare uno di noi, è il momento di renderlo ufficiale. Quindi oggi comincia la tua prima prova: devi tenere a bada la nostra mascotte.

D'un tratto si aprì la porta dietro di me e da questa ne uscì un cane pastore.

-devi prenderti cura di Hot Dog per 6 ore, dopo di chè ti dirò la tua prossima sfida.

Ringraziai mio padre ed uscii tenendo al guinzaglio il cane. Era simpatico dopo tutto ma soprattutto non mi sarei mai aspettato una mascotte del genere, che però non mi dispiaceva affatto. Facemmo un giro al parco per qualche ora poi lo portai a casa mia perché dovevo ancora fare i compiti per il giorno dopo. Come un orologio svizzero, al termine delle 6 ore prestabilite un gruppo di ragazzi bussò alla mia porta, capitanati da uno con una corporatura robusta e muscolosa, capelli neri e messi indietro con il gel, e il tatuaggio col serpente sul collo dalla parte sinistra.
Mi squadrarono attentamente prima di parlare.

-bene pivello, ora che hai terminato la prova della Bestia puoi affrontare la seconda- mi comunicò il ragazzo

-comunque io sono Sweet Pea- si presentò successivamente

-Jughead- dissi io ricambiando

-piacere. Seguici Jughead.

Senza fare altre domande lo feci e mi portarono sul retro del Wyrm.

Mi fecero imparare tutte le leggi dei Serpents ed ogni volta che ne sbagliavo una ricevevo un pugno, come incoraggiamento. Finì pure quella prova esausto e sanguinante. Infine mi portarono dinnanzi a mio padre, che con una faccia soddisfatta mi fece accomodare su una poltrona. Mi chiese la parte del corpo dove volevo che mi facesse il tatuaggio. Gli indicai il braccio destro e lui cominciò a disegnare. Il dolore era sopportabile. Era ormai notte fonda quando mi permisero di andarmene. Purtroppo alcune delle mie ferite erano profonde e sanguinavano molto, ma a casa mia non avevo nulla per curarmi. Quindi i miei piedi si mossero da soli portandomi alle 3 del mattino di fronte ad una porta rossa alla quale bussai aspettando una risposta.

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