Capitolo XIV

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BETTY'S POV
Mi sembrava di aver appena varcato le porte del paradiso, e lui me le aveva aperte.
Eravamo sotto la pioggia e lui mi baciò, così, all'improvviso. Le sue labbra si poggiarono delicatamente sulle mie. Era un bacio a stampo, uno solo che però in quel momento bastava.
Ci staccammo emettendo un lieve schiocco con le bocche. D'istinto mi venne da sorridere. Solo dopo aprii gli occhi: ora ci stavamo guardando a vicenda avendo ancora le nostre labbra molto vicine tra loro. Ma poi lui si allontanò bruscamente, come se si fosse scottato, si girò e se ne andò correndo. Ed io rimasi lì, immobile senza capire. Perché mi aveva baciata? Perché poi se n'era andato via senza dirmi niente?
Con tutti questi interrogativi ripresi, stavolta camminando, la strada verso casa. La mia mente iniziò a riempirsi di paranoie come: se non gli fosse piaciuto? In fondo era il mio primo bacio. Oppure del tipo: e se avesse pensato che fosse stato uno sbaglio? Forse non prova i miei stessi sentimenti.
Così parecchie lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance mischiandosi con la pioggia. Entrai in casa come al solito vuota, presi un asciugamano e mi asciugai il più possibile, poi mi misi qualcosa di comodo addosso, una coperta di pile, mi riscaldai una tazza di tè e mi misi semi-seduta sul divano a riflettere. Osservavo insistentemente il cellulare in attesa di una sua chiamata o messaggio ma niente di niente. Mi rassegnai: salii al piano di sopra, spensi il cellulare e mi misi sotto le coperte cercando di prendere sonno, anche se mi aspettavo di passare una lunga e tormentata notte, perché mi ero resa conto che mi aveva abbandonata una seconda volta.

Sei giorni dopo

È un'intera settimana scolastica che non lo vedo a scuola. E nonostante i miei tentativi di approccio lui mi evita e ignora: e non so il perché. Non è ho parlato ancora con nessuno ma il mio comportamento è fin troppo evidente: non partecipo più attivamente alle lezioni, mangio poco o niente, sono molto più taciturna e solitaria, e non scrivo più al Blue and Gold. Perfino il preside si è lamentato questa mattina della mia assenza al giornalino; ed io ho usato come scusa la mia febbre del weekend prima.
Comunque oggi ho visto Veronica che parlava con Archie e Kevin e intanto mi guardava, quindi penso voglia parlarmi, ed io non so se sarò pronta. Ma quando mi incammino per la mensa e mi siedo ad un tavolino isolato, tutti e tre mi si siedono vicino e Veronica inizia il suo interrogatorio.

-B che succede?- mi chiede Veronica decisa

Sono tentata dal non dirle la verità ma il mio cuore non regge e iniziò a piangere silenziosamente. Tutti e tre mi capiscono al volo ed insieme ci alziamo per andare verso l'aula relax. Una volta lì dò sfogo a tutti i miei pensieri e alle mie lacrime tanto tempo trattenute.

-io sto male ok? Perché lui mi ha fatta sentire bene, mi ha fatta sentire speciale. Pensavo di piacergli sul serio, mi ha anche baciata, poi se n'è andato via correndo ed è da sei giorni che non lo vedo ne ho notizie di lui perché per la seconda volta nella mia vita vengo abbandonata dalla stessa persona- e termino con un singhiozzo rumoroso accompagnato da lacrime.

Vengo avvolta in un mega-abbraccio che mi fa sentire un po' meglio. Quando ci stacchiamo li fisso attentamente: Kevin ha gli occhi lucidi ma lo capisco dalla sua espressione che non sa di chi io stia parlando;(qua ho fatto un buco di trama ops: Kevin ha conosciuto Jughead però non è ancora amico intimo da sapere tutto)
Veronica è dispiaciuta e forse ha qualcuno in mente; Archie dalla mia ultima affermazione ha capito tutto ed esce furioso dalla stanza e da scuola. Non lo fermo. Dovrei ma non lo faccio. Perché lui mi manca e vorrei davvero tanto che Archie possa aiutarmi.

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ARCHIE'S POV
Appena sentii quella frase da Betty capì tutto: si riferiva palesemente, per me che l'avevo vissuto, a Jughead. Poi cominciai ad unire i puntini e cercare di capire qualcosa: lui l'ha baciata, poi è andato via e non si fa vivo da sei giorni. Io lo ammazzo. Perché togliere il sorriso a Betty è quasi impossibile e lui purtroppo c'è riuscito. Quindi preso dalla rabbia esco in fretta sia dall'aula che da scuola dirigendomi verso il South Side.
Arrivo al parco roulotte, individuo la sua e busso tre volte con decisione.
Sento un "arrivo" da dentro la casa, così aspetto impaziente con la rabbia che sale sempre di più. Quando sento la porta aprirsi mi giro di scatto: davanti a me c'è un Jughead assonnato nonostante siano le due del pomeriggio, che appena mi vede accenna ad un sorriso ma io lo blocco subito.

-che cazzo ti prende Jughead?- lui mi guarda come se non stesse capendo

-non fare quella faccia. Sono sei giorni che non ti fai vedere né sentire. Siamo tutti preoccupati ma più di tutti Betty. Mi spieghi perché l'hai fatto?- chiedo urlando

Lui abbassa la testa facendo un sorrisino sarcastico mentre usciva e chiudeva la porta dietro di sé.

-l'ho fatto perché era uno sbaglio. Per me Betty non significa nulla in quel senso e non so onestamente perché ci siamo baciati. Sarà stato un momento di debolezza per entrambi. E mi dispiace se vi ho fatto preoccupare ma ho cose più importanti a cui pensare, i Serpents per esempio. Ora sono parte di loro e non li posso abbandonare per una ragazzina viziata che crede che il mondo giri solo attorno a lei!-terminò

Io rimasi allibito. Non riuscivo a credere a ciò che aveva detto di Betty. Non riuscivo a credere che lui lo pensasse davvero. I miei pugni si chiusero e uno andò a finire sulla sua guancia. Una volta colpito cadde a terra tenendosi la faccia dolorante. Stavo per continuare quando...

-Archie!

Mi bloccai e girai il viso. Dietro di me c'era Veronica con Betty. Veronica aveva una mano sulla bocca e continuava a far rimbalzare il suo sguardo dalla mia mano al naso di Jughead insanguinato. Mentre Betty era distrutta, ciò voleva dire che aveva ascoltato tutto, perché stava piangendo e i suoi occhi erano fissi solo su di lui.
Anche Jughead si riprese alzandosi ed appena la vide fece una faccia strana: sembrava dispiaciuto e pentito ma anche con una sfumatura di compiacimento. Betty notando Io lo stesso che avevo notato io si accasciò a terra iniziando a piangere ed a urlare disperatamente coprendosi con le mani. La soccorse subito Veronica andandole vicino abbracciandola. A quel punto mi aspettavo che Jughead si avvicinasse per aiutarla ma non lo fece, al contrario richiamò la mia attenzione.

-portatela via e non mi cercare più- disse con una voce disgustata

Io lo guardai malissimo, gli diedi uno spintone e mi avvicinai alle ragazze: aiutai Betty ad alzarsi ed insieme, senza girarci indietro, ce ne andammo.

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