Capitolo XXVIII

1.9K 77 39
                                    

BETTY'S POV
Mentre lui chiudeva la porta io rimasi in silenzio ed immobile.
Stare vicino a lui in uno spazio stretto e senza uscita mi spaventava: mi sembrava di risentire il formicolio alla guancia ogni volta che lo guardavo.
E parallelamente la voglia di abbracciarlo e di baciarlo di nuovo cresceva in me sempre di più.
Poi si girò: eravamo incredibilmente vicini, se avessi alzato anche di poco la testa sarei finita sulle sue labbra.
Un motivo in più per tenere lo sguardo basso.
Io volevo spiegazioni riguardante il suo comportamento nei miei confronti, il perché d'un tratto era fidanzato e di come mai mi avesse abbandonata dopo il primo bacio, quello sotto la pioggia.
Aprì la bocca per parlare ma lui mi precedette.

-che cosa significa?

Feci una faccia confusa. A cosa si stava riferendo? Lui lo capì e continuò.

-non fare quella faccia- mi disse come sprezzante. La prima lancia al cuore -vuoi davvero entrare nei Serpents?

Annuì. Non ero in grado di parlare: sembrava non avessi voce e le parole mi morivano in gola.

-perché? Perché vuoi protezione? Quella te la danno già nel North Side non c'è bisogno che tu venga qui

-in..inv..invece si- riuscì finalmente a dire balbettando all'inizio.

Cominciavo ad agitarmi e strinsi con forza i pugni. Nonostante le unghie spingessero contro la pelle del palmo iniziando soltanto a graffiarla non allentai la presa.

-cosa è successo con Malachai? Voglio dettagli

Ecco. L'unica cosa che non volevo sapesse ora me la chiede, anche dettagliata.
Non volevo, sul serio, quindi decisi di giocare d'attacco. Avrei tirato fuori la voce.

-perché ti dovrebbe interessare?- affermai decisa

-perché ci tengo a te- ammise.

Non sapevo se credergli.

-talmente tanto da dirmi cose orribili e da picchiarmi- dissi abbassando lo sguardo poiché delle lacrime sottili si stavano affacciando agli occhi.

-non volevo farlo, ma la situazione me lo ha imposto- disse con una voce roca

Ma ciò non fece altro che aumentare di più la mia rabbia.

-non è la situazione che te lo impone, sei tu che scegli se farlo o no- lo dissi alzando la voce e stringendo ancora di più i pugni. Ora la pelle bruciava perché si stavano formando i tagli superficiali.

-perché non me lo vuoi dire Elizabeth, sinceramente?- chiese anche lui stavolta urlando.
Si stava spazientendo ed io avendo paura gli dissi tutto tenendo sempre gli occhi bassi.

-ero uscita per fare una camminata quando un ragazzo mi ha tappato la bocca e mi ha bloccato i polsi mentre un secondo lo fece con le gambe sollevandomi da terra. Entrambi erano nascosti da dei passamontagna ma il terzo che mi si avvicinò no.
Malachai era a viso scoperto perché voleva che sapessi chi fosse e che me lo ricordassi. Mi ha detto che stava cercando il punto debole di qualcuno e che io potevo esserlo. Poi mi hanno lasciata andare, ho chiamato Sweet Pea e poi sono svenuta. E mi sono risvegliata in ospedale.

-aspetta, aspetta. Hai chiamato Sweet Pea? E da quando vi conoscete?- chiese curioso

-da quando tu hai iniziato a fare lo stronzo- ironizzai facendo un sorrisino beffardo.

Girai la testa dall'altro lato mentre dalla mia bocca usciva una risata amara che sapeva di nostalgia e rabbia.

-ora tocca a te!- quasi gli ordinai -mi avevi promesso la verità a Natale. Beh ora la pretendo

I CAN'T FALL IN LOVE!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora