Capitolo VI

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JUGHEAD'S POV
Dopo 4 anni avevo deciso di tornare nella mia città natale, Riverdale. Ormai avevo 19 anni, ero maggiorenne ed indipendente, ma soprattutto volevo stare con mio padre, volevo farlo riprendere.
Quella mattina mi recai a scuola per il mio primo giorno e mi fecero firmare una miriade di fogli prima che il preside mi potesse ricevere. Dunque entrai nel suo ufficio chiedendogli di poter essere ammesso alla Riverdale High per frequentare l'ultimo anno. Lui ne fu entusiasta e mi diede il benvenuto. Ero dopo molto tempo felice: sarei rimasto più tempo con mio padre, avrei vissuto nella cara e vecchia roulotte, avrei conosciuto e magari fatto parte dei Serpents, di cui mio padre era il leader. Ma più di tutto non vedevo l'ora di rivedere i miei migliori amici: Archie e Betty.
Ed è proprio con questi pensieri nella testa che quando uscimmo dalla stanza per andare a chiamare il mio cicerone la vidi: quella che 4 anni fa era la mia migliore amica, che ho lasciato senza aver potuto salutare, Betty.
Stava iniziando a correre verso l'uscita quando il preside la fermò. Lei sì girò lentamente senza guardarmi e restando davanti a me entrò nuovamente dentro. Lì si sedette ma i suoi occhi erano sempre rivolti verso il basso. Il preside mi affidò a lei per vedere la scuola. Quando uscimmo finalmente mi guardò: era cresciuta, i capelli erano più lunghi e biondi, la corporatura più da donna e gli occhi come al solito azzurrissimi.
Iniziò a parlare della scuola e rimasi incantato dal suono della sua voce ma non capivo del tutto il motivo del suo comportamento così freddo nei miei confronti. Quindi la interruppi mettendomi davanti a lei e sovrastandola con la mia altezza.

-ehi ciao Betty.- cominciai il più normalmente possibile però il mio imbarazzo era evidente

-ciao, chi si rivede- mi rispose lei fredda e sarcastica

Rimasi interdetto dalla sua risposta.

-tutto qui? Sono 4 anni che non ci vediamo e hai da dirmi solo questo?

-cosa vuoi che ti dica Jughead?- sbottò -       Hai detto bene: sono passati 4 anni da quando te ne sei andato senza avvisare nessuno, nemmeno me o Archie. Sei tu che devi dare spiegazioni a me, non il contrario.

Sembrava arrabbiata e di sicuro delusa. Ma io ero tornato per farmi perdonare e l'avrei fatto anche se sarebbe servito del tempo

-lo so che mi sono comportato da stronzo, con te e con tutti gli altri, però sono tornato adesso, e vorrei ritornare a come eravamo prima, felici.- tentai io. Lo volevo seriamente e più guardavo i suoi occhi più ne ero convinto

-bisogna parlarne anche con Archie: se per lui andrà bene mi impegnerò anche io, però devi comunque darmi tempo. Non pensavo saresti mai tornato ed ora riaverti qui mi destabilizza.

Mi sentii malissimo ascoltare tutto il male che le avevo provocato, ma ero più che sicuro che tutto prima o poi si sarebbe aggiustato.
Così insieme continuammo il giro: mi mostrò il mio armadietto, il 106, la palestra, la mensa, i vari laboratori. Stavamo per entrare in un'altra stanza quando la campanella suonò ed allora andammo a cercare Archie.
Lo trovammo nella sala relax dove gli studenti potevano fare una pausa tra una lezione e l'altra. Era semi-vuota. Betty richiamò la sua attenzione.

-ehi Archie, guarda chi è tornato?

Il rosso si girò, alzò lo sguardo su di me. Il suo viso esprimeva dapprima stupore, poi rabbia ed infine fece la cosa che meno mi sarei aspettato: mi abbracciò. Lo ricambiai subito, felice che almeno uno dei miei due migliori amici mi abbia perdonato. Ma quando ci sciogliemmo dall'abbraccio, ci accorgemmo che Betty era uscita dalla stanza sbattendo forte la porta.

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