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Rimasi a fissarlo per un momento, cercando di catturarne una visuale migliore. Era un pò lontano e la pioggia che offuscava la mia vista non era di grande aiuto. Tutto quello che riuscivo a vedere era che lui continuava ad essere bellissimo; non sembrava molto alto. La sua statura non era grande, piuttosto piccola direi, ma in qualche modo sembrava non essere fragile.
"Harry, amore, per favore chiudi la porta. Il pavimento si sta bagnando" La voce di mia madre mi distolse dai miei pensieri.
Annuii prima di chiudere la porta. Mi voltai e corsi per le scale fino a rifugiarmi nella mia camera, chiudendo la porta a chiave.
Che mi prendeva?
Non conoscevo quel ragazzo, non ci avevo neanche mai parlato e non avevo mai visto il suo viso. Sbuffai e mi buttai sul letto, nascondendo il viso nel cuscino. Sentii ancora una volta il rumore della tempesta mentre lentamente mi addormentavo senza nemmeno accorgermene.
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La prima cosa che notai quando mi svegliai il giorno dopo fu che fuori era ancora buio. Cercai il mio telefono e sbloccai lo schermo. Il mio sguardo cadde sul piccolo orologio sullo sfondo e mi lamentai internamente. Erano le 5 appena passate, il che significava che era troppo presto per alzarsi e troppo tardi per tornare a dormire.
Mi alzai e mi stiracchiai prima di incamminarmi verso il bagno. Tolsi il pigiama e mi infilai velocemente nella doccia. Nel momento in cui l'acqua calda sfiorò il mio corpo l'immagine sfuocata del ragazzo dell'altra parte della strada invase di nuovo la mia mente.
Questo ragazzo si rifiutava di lasciare la mia mente -non sapevo nè perchè e nè cosa mi stesse facendo senza nemmeno conoscerlo.
Uscii dalla doccia e misi un asciugamano intorno alla vita. Il mio sguardo cadde verso il basso e portai lentamente il braccio più vicino al viso. Con un dito tracciai lentamente i segni sul polso e sull'avambraccio. Era passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che mi ero tagliato e le cicatrici stavano scomparendo, anche se erano chiaramente visibili. Chiunque poteva vederle se solo il loro sguardo si fosse poggiato sul mio polso; questo era il motivo per cui non indossavo mai magliette a maniche corte.
Entrai di nuovo in camera e indossai i miei soliti vestiti: degli skinny jeans neri e la mia vecchia felpa grigia. Alzai lo sguardo verso lo specchio e mi morsi il labbro inferiore; non mi piaceva la persona che mi si parava davanti. Affatto. Non ero mai stato felice con me stesso, per tutto quello che potevo ricordare, avevo sempre avuto dei motivi per odiarmi. Non ero drammatico o altro, era solo il mio modo di vedere le cose. E tutti erano d'accordo con me.
Ero vittima di bullismo fin da piccolo. Parole come frocio, brutto o inutile erano solo le più innocue di quelle che mi erano state dette. Nessuno voleva uscire con me e nel corso degli anni questa idea mi era iniziata a piacere. Avevo avuto soltanto un migliore amico, il suo nome era Liam ma lui se n'era andato quando la scuola media iniziò e lui fu l'ultima persona alla quale feci oltrepassare le mie mura, eccezione fatta per mia madre, anche se non mi fidavo molto di lei.
Le persone mi distruggevano ed io non ce la facevo più. Allontanavo le persone e non ne avevo rimpianti. Avevo troppi difetti e non volevo che qualcuno sprecasse il proprio tempo con me.
La porta si aprì e mia madre si fermò sulla soglia, sorridendomi. Lei non sapeva dei miei problemi ed io non volevo preoccuparla.
"Ero venuta a svegliarti, Harry" mia madre disse. "Ho preparato la colazione, vieni giù?"
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Louis' POV:
Odiavo il Cheshire. Beh, più o meno. Odiavo mia madre perchè si era risposata e ci aveva obbligati a trasferirci da Doncaster nel Cheshire. Aveva piovuto da fare schifo il primo giorno e anche se il sole avesse ripreso a splendere il mattino seguente, non avrebbe migliorato il mio stato d'animo.
Arrivò la mattina seguente e con questo il mio primo giorno nella scuola superiore locale. Non ero esattamente di buon umore ma mia mamma e le mie sorelle lo erano. Sorridevano come delle idiote mentre mi sedevo a tavola, non trovando la volontà di fare lo stesso. Loro ovviamente erano entusiaste di vivere qui quando io invece non lo ero. Alzai gli occhi al cielo e mi alzai, prendendo il mio zaino.
"Sto andando, ci vediamo piú tardi," dissi e mia madre annuì con un sorriso, lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Divertiti a scuola, Louis. A dopo."
Annuii, uscii e mi incamminai verso la mia auto. Guidai fino a scuola e, come scesi dalla macchina, rimasi abbastanza sorpreso. La scuola era sorprendentemente grande e mi diressi verso le scale. Entrai nell'edificio e tirai fuori l'orario. Normalmente avrei dovuto prenderlo nell'ufficio del preside ma mia mamma aveva fatto in modo che la scuola glielo inviasse tramite email per non farmi preoccupare più di tanto il primo giorno.
Il mio sguardo vagava sulle prime lezione quando improvvisamente un forte rumore mi distrasse; alzai lo sguardo e quello che vidi non era di certo un motivo per sorridere.
Tre ragazzi che sembravano avere la mia stessa età spintonavano un quarto ragazzo contro gli armadietti, sorridendo diabolicamente. Il ragazzo che era stato appena spinto guardava i suoi tre bulli ma non riuscivo a leggere nessuna espressione sul suo viso. Era privo di emozioni, quasi come se si aspettasse tutto questo.
I suoi ricci cadevano sul suo occhio sinistro mentre guardava un ragazzo dai capelli corvini avvicinarsi a lui. Non ero molto lontano e potei sentire chiaramente le sue parole.
"Stai per piangere, Styles? Che femminuccia."
Rise e colpì "Styles" nello stomaco. Il ragazzo ferito gemette dal dolore e il suono della campanella fece eco nei corridoi. Il ragazzo con i capelli neri lo colpì un'ultima volta.
"Ci vediamo a pranzo, frocio" disse prima di voltarsi e camminare altrove, i suoi amici alle calcagne. Il ragazzo dai capelli ricci scivolò contro gli armadietti prima di sedersi per terra, le braccia strette intorno al proprio stomaco. Non si muoveva.
Lo raggiunsi e mi inginocchiai difronte a lui. "Stai bene?" dissi a bassa voce e lui alzò lo sguardo, i suoi occhi verde smeraldo incontrarono i miei.
I suoi occhi sono bellissimi, fu il mio primo pensiero. Sono spenti, fu il secondo.
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Ehy ciao! :) questo è il primo incontro dei larry, anche se non è dei migliori. Piaciuto? Spero proprio di si! Vi ricordo che questa storia non è mia e se volete leggere quella originale (in inglese) potete trovarla qui: http://www.wattpad.com/story/4018587-echo-larry-stylinson
Ora vado! Penso che mi metterò a tradurre il terzo capitolo e per stasera lo pubblico, solo perchè non ho nulla da fare hahaha. Bene, fatemi sapere come vi sembra la storia e se c'è qualche errore ditemelo e lo correggerò! Ciao!
Federica x
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Echo ➸ Larry Stylinson [italian]
FanfictionLe parole fanno male. Le parole ti feriscono, lasciandoti in mille pezzi. Ti feriscono come migliaia di coltelli. Harry Styles è una persona infelice, vittima di bullismo a scuola. Essere chiamato in svariati modi ed essere picchiato fanno parte de...