Capitolo venti - Feeling Wanted. (Seconda parte)

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Sto pubblicando adesso la seconda parte perchè non so se domani  ci sarei riuscita. Correggerò eventuali errori dopo; sto pubblicando dal cellulare e sto impazzendo c.c

Ecco a voi :)

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"Harry, Harry, svegliati." sentii una voce sussurrare, sembrava vicina ma allo stesso tempo ancora lontana. "Harry, caro." venni tipo scosso e solo allora aprii un po' gli occhi;  mi ritrovai mia madre davanti. Sbuffai e li chiusi nuovamente, nascondendo il viso nel petto di Louis, e cercai di addormentarmi di nuovo.

"Harry, sono seria, svegliati." mia madre disse, questa volta con tono severo.

"Va bene, calmati, mi alzo." borbottai e mi sedetti ai piedi del letto, cercando di non muovermi troppo per non svegliare Louis.

"Che c'è?" Passai una mano fra i miei ricci e la guardai esitante.

"C'è qualcuno di sotto che vuole vederti."

Alzai un sopracciglio. Chi poteva mai essere? L'unico amico che avevo si trovava proprio accanto a me, che dormiva tranquillamente. Mia madre forse lesse l'espressione confusa sul mio volto.

"Vieni di sotto e guarda chi è." Lei girò i tacchi e uscì dalla mia stanza, probabilmente aspettandosi che io la seguissi.

Sbuffai, mi alzai e uscii dalla mia camera silenziosamente dato che Louis era ancora nel mondo dei sogni. Scesi giù, pensando a chi potesse essere la persona al piano di sotto che voleva vedermi. Ma non ne avevo idea.

Andai nel salone e vidi la persona che non mi sarei mai aspettato di vedere nuovamente: mio padre.

"Harry!" esclamò e si alzò, dirigendosi verso di me.

Indietreggiai instintivamente, senza distogliere lo sguardo da lui. "C-Cosa ci fai qui?" mormorai.

Lui continuò ad avvicinarsi a me, deglutii, lo guardai con occhi spalancati, non sapendo cosa fare. L'uomo che mi ha abbandonato quando ero piccolo si trovava qui, dopo che per tutta la mia intera vita non mi ha mai chiamato o parlato, lui era qui, che camminava verso di me; non vidi nessuna via di fuga per scappare da questa situazione.

Lo guardai e sentii il mio petto tendersi, il mio cuore iniziare a battere velocemente, le mie gambe iniziare ad abbandonarmi e il mio corpo riscaldarsi e raffreddarsi allo stesso tempo.

"Harry, stai bene?" mia madre mi guardò con la preoccupazione nei suoi occhi.

Annuii lentamente, non riuscendo a muovermi velocemente. "V-Va tutto b-bene." mormorai, sentendo come se l'aria che il quel momento stavo respirando non raggiungesse i miei polmoni.

Chiusi gli occhi e mi appoggiai al muro, scivolando piano su di esso fino a ritrovarmi seduto sul pavimento.

"Harry!" sentii mia madre gridare; sapevo fosse vicina ma la sua voce sembrava essere così lontana. Si sedette accanto a me, posando una mano sul mio ginocchio e l'altra sulla mia spalla.

"Harry, fai dei respiri profondi!" disse. Deglutii e inspirai profondamente, una volta, una seconda volta, una terra volta, sentendo il mio cuore rallentare. Aprii leggermente gli occhi come mi calmai un pò.

"Mamma, che cazzo sta succedendo?!" sentii Gemma chiedere a mia madre mentre io piano piano mi alzavo.

"Attacco di panico, il suo terapista mi ha detto che Harry poteva averne qualcuno e mi ha spiegato cosa fare durante uno di questi." lei spiegò. Presi un altro respiro profondo.

"Voi.. voi non avete ancora risposto alla mia domanda.." dissi, guardando mia madre e mio padre.

"Guarda.." mia madre iniziò a parlare. "Des mi ha chiamato qualche settimana fa chiedendomi come stessi e-" alzai un sopracciglio. "Dopo quasi sedici anni in cui non gli è importato niente, all'improvviso cambia idea?" chiesi ad entrambi, cercando di non sembrare come se mi stessi prendendo gioco di loro.

Echo ➸ Larry Stylinson [italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora