Capitolo 26

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Lorenzo


Sono un imbecile e su questo non c'erano dubbi.

Sto rischiando di perdere l'unica cosa bella, o meglio persona, capitata nella mia vita.

Tutta per colpa di quella drogata e succhia soldi di mia madre.
Ho passato un'infanzia di merda a causa sua e ora ha anche il coraggio di ripresentarsi a casa mia dopo che ho fatto tutti questi sacrifici per uscire da quello schifoso giro e stare alla larga da lei e da quel coglione di Bob.

Da quando papà è morto, lei si è lasciata completamente andare, ha iniziato a bere un bicchiere di vino al giorno prima di andare a letto ed ora è un'alcolizzata che spaccia persino droga pur di guadagnare qualcosa e comprarsi altra vodka.

Bob è stato il suo miglior cliente, finché non è nato "l'amore" e hanno deciso di diventare soci e spacciare insieme per vivere felici e contenti.

Solo puttanate.

Quel figlio di troia non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Ero riuscito a convincere mia madre ad andare in clinica, ma lui continuava a ripetere <<Tua madre sta benissimo, non vedi com'è contenta?>> e se solo provavo a rispondere, ricevevo un pugno nello stomaco e finivo a letto senza cena.

Lei è sempre stata zitta, vedeva suo figlio venir trattato di merda da quell'uomo che si definiva mio 'padre' e non alzava un dito, anzi, alzava la bottiglia per continuare a bere.

Appena ne ebbi la possibilità, non aspettai un minuto di più ad andare via. Volevo vivere in modo normale e sano, senza botte e regole del cazzo.
È così che ho ottenuto la mia indipendenza, è così che sono stato lontano da mia madre.

Almeno fino ad ora.

<<Tesoro, possiamo parlare senza urlare?>> sussurra lei cercando di impietosirmi.
<<Tesoro? Da quando io sono il tuo tesoro? Tu per me non sei più nessuno. Quindi dimmi cosa vuoi e poi vattene da casa mia>> dico senza voce perché non ho più le forze e la pazienza di affrontare una discussione.

<<Io voglio solo rimediare ai miei errori... Non sono stata una buona madre per te>> e guarda in basso perché si vergogna ad ammettere di non essere stata per niente presente.
<<Sei arrivata tardi, mi sono rifatto una vita e tu non sei inclusa, quindi torna da Bob>>. Sono stufo delle sue patetiche scuse, ha avuto anni per farsi perdonare e si presenta a casa mia dopo tutto questo tempo? No, non posso accettarlo.

Lei si incammina verso la porta di ingresso e finalmente forse ha capito che non la voglio intorno.
<<Bob sarebbe felice di riaverti a casa>> dice come se quella persona può provare dei veri sentimenti per me.
<<Parliamo dello stesso Bob che mi picchiava per dare libero sfogo alla sua rabbia? Lo stesso che ha tentato di abusare di me?>> alzo il tono della voce perché adesso non ne posso più.

<<Bob non farebbe mai una cosa del genere!>> tenta di giustificarlo.
<<Lo difendi pure? Certo, eri troppo ubriaca o fatta per ricordarlo>> dico con amarezza.
Lei non mi ha mai difeso, offuscata dall'alcol e dalla droga, non si è resa conto di quello che stavo subendo.
<<Non ti permettere di parlarmi in questo modo, sono pur sempre tua madre>> mi rimprovera come se avessi cinque anni.

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