Capitolo 37

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<<Potevi dirmelo prima che avevi tutta questa fame>> mi prende in giro mentre addento il panino. Proprio come ogni uomo romantico che si rispetti, Alex mi ha portato un fast food, ma non potevo di certo pretendere un ristorante di lusso dato che è quasi mezzanotte.

<<Ed io credevo che mi avresti portata in un luogo più...>> mi guardo intorno e mi accorgo che nonostante sia relativamente tardi, ci sono molte persone sedute, <<privato>> finisco di dire. <<Dobbiamo parlare, non fare cose zozze>> mi fa un occhiolino e mettendosi in bocca una patatina mi sussurra <<Non ancora...>>. Dopo averlo fulminato con lo sguardo si raddrizza per bene sulla sedia e torna improvvisamente serio. <<Credo sia arrivato il momento di scoprire tutte le carte, non possiamo continuare con i tira e molla perchè non è questo che voglio>>.

<<E cosa vuoi da me Alex?>> chiedo incuriosita, anche se so già la risposta ed è la stessa che darei io se fossi al suo posto. <<Verità. Chiarire una volta per tutte quello che siamo e quello che vogliamo, ma per farlo bisogna tornare indietro e ripercorrere quello che è successo tre anni fa perchè è evidente che la ferita è ancora aperta>>. L'ultima parte mi ha decisamente spiazzato, non pensavo volesse riaprire il discorso e non so se anche io lo voglio fare.

<<Non so se sia davvero il caso...E' ormai acqua passata>>, ma lui sa bene quando mento e ora glielo leggo in faccia che non mi crede, così sbuffo e alzando gli occhi al cielo chiedo <<Va bene, cosa vuoi sapere?>>. <<Non ho mai saputo che cosa hai fatto dopo quella sera in cui ti ho raccontato tutto. Lo hai rivisto?>> <<Chi? Lorenzo?>> chiedo con un sorriso ironico.

<<Non ho fatto assolutamente nulla Alex. Ero troppo distrutta e volevo lasciarmi tutto alle spalle, così ho semplicemente fatto le valige e sono scappata fuori città per qualche mese>> ammetto sinceramente e spero che lui non pensi che sia stata una vigliacca, ma non sarei mai riuscita ad affrontare tutto quanto. <<Ti ha mai ricontattato o visto? Lo sai che ora potrei rintracciarlo se solo me lo chiedessi>> <<Rintracciarlo? E perchè dovrei? Ti ringrazio ma non mi serve un aiuto dopo tre anni, se avessi voluto fare davvero qualcosa, lo avresti fatto prima>> rispondo in modo acido, ma infondo è quello che ho sempre pensato.

<<Non posso darti torto Marta. Tre anni fa, per quanto siano obiettivamente pochi, ero un completo incosciente. Non ho lottato abbastanza per te, sono sempre scappato via proprio come quella volta in cui ho ottenuto la borsa di studio e me ne sono andato senza avvisare. Non potrei mai perdonarmi per quello che ho fatto, anzi, che non ho fatto. Tu mi hai dato tutto, sei una splendida ragazza ed io non ho saputo tenerti stretta quando avevi più bisogno di me>> dice tutto d'un fiato guardandomi dritta negli occhi e non mi accorgo che durante il suo discorso mi ha anche afferrato la mano.

<<Io ti credo. L'ho sempre fatto e ho promesso a me stessa che non avrei mai più rimuginato sul passato. Quel che è successo è acqua passata, non so se credere al destino, ma credo alle coincidenze e se quella volta ci siamo rivisti nella stessa questura di polizia, allora vuol dire qualcosa>>. <<Allora stai pensando quello che penso io?>> <<Andare via da questo posto?>> chiedo ridendo, ma la verità è che mi sento un pò in imbarazzo perchè alcune persone stanno iniziando ad accorgersi del nostro 'lussuoso' abbigliamento. Alex si alza, paga i nostri menù e afferrando la mia mano mi dice <<Anche questo, ma voglio parlare di noi e di cosa siamo>>.

<<Ti sei rammollito in questi anni? L'Alex che conoscevo io non voleva mai parlare dei suoi sentimenti>> e rido, ma la verità è che anche questa sua versione mi piace molto, scopro il suo lato sensibile. Ma prima che possa finire questo pensiero, mi sento trascinata verso l'auto che si trova nel parcheggio ormai isolato e mi sbatte contro la portiera. Appoggia le mani alle estremità dei miei fianchi e avvicina pericolosamente il suo corpo al mio. <<A chi hai detto rammollito?>> sussurra facendo risalire la mano lungo la mia gamba e dei piccoli brividi iniziano ad impadronirsi del mio corpo. <<Sai, non mi piace quando la gente mi sottovaluta>> mi bacia dietro l'orecchio e la sua mano si trova sulla mia natica. La stringe leggermente, un leggero ansimo esce dalle mie labbra, ma lui lo sente ugualmente e sorride compiaciuto. <<Specialmente se a dirlo è una ragazzina come te>> e la sua mano si intrufola più in basso fino a toccare l'elastico delle mutandine.

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