Capitolo 32

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Mi aggiro per le vie del centro alla ricerca di un abito per la festa di beneficenza della prossima settimana. Da qualche mese mi tengo informata soprattutto su questa causa perchè ci tengo particolarmente e i fondi ricavati attraverso un'asta andranno ad un'associazione che aiutano i medici in zone di guerra e li riforniranno di attrezzature adeguate per operare soldati, donne e bambini. Non so esattamente cosa aspettarmi siccome è la mia prima volta, ma penso che metteranno all'asta qualche oggetto di valore o dei buoni vacanze. 

Sto girando per i negozi da almeno 2 ore e ancora non trovo quello che cerco. Se solo sapessi anche io cosa voglio, ma aspetterò che sia l'abito a scegliere me e non il contrario. Come sono patetica...

Dopo un pò capito in un negozio vintage e finalmente lo vedo. E' bordeaux con le spalline sottili, corto fino al ginocchio e con una gonna molto svolazzante. Semplice ma allo stesso tempo molto elegante e sobrio. Lo userò sicuramente in altre occasioni così decido di prenderlo senza pensarci due volte e poi mi precipito fuori per tornare a casa, ma essendo sabato pomeriggio c'è un sacco di gente in giro e non riesco ad andare veloce quanto vorrei.

Mentre mi avvicino alla macchina prendo le chiavi ed il cellulare per avvisare Cristina che ho portato a termine la missione 'trova un abito o vai in pigiama', ma non appena porto il telefono all'orecchio vengo sbattuta con violenza all'auto e strattonata per un braccio. Non ho nemmeno il tempo di capire cosa sia successo e di reagire che un ragazzino sfreccia via alla velocità della luce con qualcosa fra le mani. Mi è così familiare...

La mia borsa cazzo!

Sento Cristina urlarmi dal telefono siccome l'avevo chiamata e poi non ho avuto il tempo di risponderle. Le attacco il telefono in faccia e inizio a correre verso chissà dove alla ricerca della mia borsa e di quel ladro, ma ovviamente non so nemmeno da dove iniziare e di lui non c'è l'ombra. Così dopo una serie di parolacce, imprecazioni verso tutti i santi e chi ne ha più ne metta, ritorno alla macchina per andare a fare denuncia e bloccare tutte le mie carte.

Cristo santo devo avere addosso una sfiga assurda, il malocchio o non so che altro, ma devo farmi vedere da qualcuno. Una cartomante, una medium o persino un prete, mi va bene qualsiasi cosa.

Arrivo in centrale e dopo aver atteso il mio turno racconto alla poliziotta l'accaduto e lei mi dice di seguirla per andare nel suo ufficio e mettere per iscritto la denuncia. 

<<Con la denuncia potrà andare in ufficio a rifare i documenti, ora richiedo una copia della sua patente e dovrebbe arrivare fra qualche settimana al suo domicilio>> mi spiega la donna e continua a scrivere al computer per filo e per segno il mio racconto. Si ferma solo quando sente il suo telefono squillare e dice alla persona dall'altra parte che può passare qui che tanto ha finito.

<<Se nei prossimi giorni saltano fuori i miei documenti rubati, con quelli nuovi cosa faccio?>> chiedo nella speranza di riavere tutto, ma so che le possibilità sono minime.  <<Fossi in lei non mi aggrapperei a questa speranza, ma se dovesse davvero accadere deve tornare qui così buttiamo via i vecchi documenti perchè non può averne più di una copia>> mi spiega il tutto. 

<<Molly hai tu il fascicolo di quel pezzo di merda?>> sento chiedere da qualcuno che entra nell'ufficio senza nemmeno bussare o accertarsi che la donna sia impegnata. Mi giro per dare un volto alla voce prepotente e non appena i miei occhi lo puntano rimango sbigottita. I battiti del cuore aumentano, il mio torace fa su e giù più veloce del solito, i miei occhi rimangono sgranati e la bocca mezza aperta colpita dallo stupore. Lui non sembra accorgersi di me finchè non sente addosso uno sguardo insistente e non appena anche i suoi occhi si scontrano con i miei mi sento completamente sciogliere. Lui tenta di mascherare lo stupore, ma dopo tre anni senza vederci gli viene parecchio difficile ed anche lui non trova le parole. 

Effettivamente siamo in silenzio da qualche minuto e nell'aria si può sentire quanto sia tesa la situazione. <<Si capo, ecco a lei i documenti>> dice la poliziotta a voce un pò più alta. Evidentemente lo ha ripetuto e la prima volta nessuno dei due l'ha sentita. Lui sembra riprendersi un momento, si avvicina alla scrivania e prende il fascicolo. Lo sguardo gli cade sulla denuncia appena stampata e appena la legge si volta di scatto verso di me.

<<Stai bene? Ti hanno fatto male>>" chiede preoccupato se qualcuno mi ha fatto qualcosa e il fatto che si preoccupa per me dopo tutto questo tempo, mi scalda il cuore. Una parte di me vorrebbe tanto abbracciarlo e farmi cullare dalle sue enormi braccia, ma l'altra mi dice di stare piantata su questa sedia perchè l'uomo che ho di fronte non è più il ragazzo che conoscevo.

<<No Alex, sto bene, era solo un ragazzino>> rispondo dolcemente e abbassando lo sguardo tornando a torturarmi le mani dall'ansia perchè non riesco a reggere il suo sguardo per più di dieci secondi. Lui nota il mio stato e sfodera un bellissimo sorriso. Non il suo solito arrogante o malizioso, ma molto sincero.

<<Bene signorina, può tenere la copia della denuncia per rifare gli eventuali documenti e la contatteremo noi se ci dovessero essere delle novità>> mi comunica la famosa Molly e mi porge il foglio. Solo adesso mi ricordo della sua presenza, così stacco gli occhi da Alex, mi alzo e la saluto ringraziandola.

Mi avvio verso l'uscita quando mi sento afferrare in modo delicato dal polso e non appena mi giro vedo Alex a due passi da me che cerca di dirmi qualcosa, ma sembra bloccato così ne approfitto per osservarlo meglio.
Sono passati altri tre anni e il suo corpo è finalmente diventato quello di un bellissimo uomo, una statua greca che trasuda sex appeal da tutti i pori. Si vede che si sta allenando, la sua divisa gli va giusta e mette in risalto tutti i suoi muscoli. Un brivido mi corre lungo tutta la schiena fino ad arrivare al basso ventre e mentre mi godo questa fantastica sensazione, lo vedo fare un passo avanti verso di me e sorridermi questa volta con il suo solito sguardo arrogante.

<<Ti piace quello che vedi ragazzina?>> sussurra per non farsi sentire dagli altri ed io inizio ad andare in iperventilazione.
<<Non chiamarmi ragazzina...>> dico con la voce tremolante.
Marta non iniziare a balbettare, è solo Alex!
<<Eppure ti piaceva quando lo usavo anni fa>> ribatte sicuro.
<<Appunto, è stato tanto tempo fa. Non sono più una ragazzina>> dico fissandolo dritto negli occhi e incrociando le braccia al petto quasi in segno di sfida.
Lui abbassa lo sguardo sul mio seno e si sofferma per qualche secondo finché non riporta lo sguardo alle mie labbra e poi avvicinandosi al mio lobo mi risponde <<Questo lo vedo bene>> fa una pausa, mi annusa i capelli e poi mi richiama con quel nomignolo in maniera così sensuale e con voce roca che un leggerissimo gemito mi esce dalle labbra. Un gemito così impercettibile che però lui nota lo stesso e sorride soddisfatto.

***

Alex

La vedo uscire dalla centrale e non posso fare a meno di osservare quello splendido corpo che si ritrova.
Come io sono cambiato in questi anni, anche lei lo ha fatto.
Non ha più la frangetta, ma i capelli sono corti fino alle spalle e sono più chiari, un castano scuro rispetto al nero che aveva prima.
Il suo fisico è più snello, ha le curve ai punti giusti e lo adoro.
Sono stato un emerito coglione a farmela sfuggire così tante volte e dopo altri tre anni credevo che la voglia di lei si sarebbe affievolita e invece no, anzi.

Mentre gira l'angolo per salire poi in macchina penso solo ed esclusivamente ad una cosa.

Questa volta non mi scappi.
Questa volta lotterò per te e sarai mia, ragazzina.

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Autrice

Salve a tutti!
Purtroppo non sono riuscita a pubblicare in tempo per San Valentino, ma infondo lo sapete che non sono mai in orario con le pubblicazioni hahahah
C'è stato un altro salto temporale e ora i nostri personaggi sono cresciuti e hanno vite diverse. Cosa ne pensate?

Vi aspettavate il ritorno di Alex?

Fatemi sapere cosa ne pensate e votate la mia storia se volete un prossimo capitolo 🌟🌟🌟

Bye ❣️

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