18 - Noi due non saremo mai niente

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Eloise

Questo è il Natale più strano della mia vita.

Non è soltanto l'intelletto a sancirlo percorrendo a ritroso la carrellata di eventi susseguitisi senza pause. Ma anche tutto il resto.

Lo stomaco, tra le sale del castello, è continuamente annodato.
Il cuore in sovraccarico di palpiti.
Le mani in perenne sudorazione.
Milioni i bocconi di tensione inghiottiti.

E per chi? Per cosa? Per due onde oceaniche che mi trascinano con violenza sulla riva di una passione sconosciuta e smodata. Non riesco a non lasciarmi sopraffare. Non ho barca, non ho remi. Ho solo braccia incapaci a nuotare verso il mio atollo privo di guai.

Un'altalena di forti emozioni si è impiantata nelle fibre del corpo già al mio arrivo qui. Con il ritorno di Alex, poi, addio. Si è trasformata in una giostra con il più pericoloso giro della morte.

Dio, lui.
Che strano effetto mi fa, quel principe dannato.

Inizialmente, rivederlo mi ha spiazzata.

Poi... beh...

Posso ammettere che averlo intorno mi anima in senso positivo? Sì. Lo dico. Lo confermo.

Nonostante sia un concentrato di volgarità e azioni singolari, quando fa ingresso in una stanza la irradia di eterea luce. È una fiamma nel buio. Non so spiegarmi come sia possibile.

L'ho vista la scintilla che scaturiva dal suo viso al nostro casuale incontro in salotto, ieri notte. E che fulgore baluginava nei suoi occhi perversi mentre mi sfilavo le calze per lui.

Stamattina, in chiesa, ho persino formulato pensieri grondanti di impudicizia. Mi chiedevo quando le avrebbe utilizzate per fare quello che mi ha detto che avrebbe fatto.

Sì, mentre l'arcivescovo elevava il corpo di Cristo e proclamava "Prendete e mangiatene tutti", io immaginavo quel ragazzo seduto due banchi più avanti, in ginocchio e con le mani giunte, intento a masturbarsi in altri luoghi sulle mie calze. Che sacrilegio.

Ci ho pensato anche con l'eucarestia sulle papille gustative.

E chissà, forse ci penserò ancora tra una portata e l'altra, mentre saremo seduti intorno al tavolo imperiale.

Dovrò confessarmi, prima di Capodanno.
Trovare il coraggio di dire a padre George che ho peccato di lussuria e che non sono più così tanto innocente.

La purezza, negli atti più pratici e spinti, è rifuggita ufficialmente da Pearl Harbor, senza alcun dubbio.

Un altro ragazzo – questo decisamente meraviglioso in ogni suo aspetto – ha assaporato parti di me rimaste da sempre celate. Ha bevuto su di me. E, solo a ripensarci, mi si intirizziscono i capezzoli anche ora.

Alex e Fabian.
Il mio Atlantico, il mio Pacifico.

In quale spregiudicata mareggiata di intrighi mi sto infilando?

Qualcuno si farà male. Perché non sono solo due ragazzi totalmente diversi che mi adulano senza farsi troppi problemi, ma anche due fratelli che si amano, senza contare il ruolo d'altissimo spicco che ricoprono nel Paese dove vivo. Con un nonnulla si potrebbe appiccare uno scandalo incendiario.

Io sono reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora