25 - San Valentinork

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Emma

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Emma

San Valentinork, la festa di ogni cretinork, che crede di essere amatork e invece è soltanto fregatork.

Non c'è frase più vera.
La lingua Pork, poi, la rende incisiva.

Questa ricorrenza è l'emblema del nulla impastato con il niente, più tossica di una centrale nucleare che scoppia in aria. Ma che diamine, dai. Chi l'ha inventata? Un toporagno?

Ebbene sì, secondo quanto mi ha raccontato Eloise dall'alto dei suoi studi. Il toporagno in questione si chiama Gelasio I, un papa del quinto secolo dopo Cristo. Istituì la festività religiosa in onore del martire Valentino di Terni, e andò a sostituire la precedente festa pagana dei Lupercalia, con lo scopo di cristianizzarne il giorno.

Da qui il caos, la sciagura. Il consumismo delle coppiette cuci cuci-bao bao.

Attenzione. Non brontolo perché sotto sotto rosico, anzi, lungi da me invidiare la gente fidanzata. Io sono già sposata con me stessa. Mi basto. È solo che... l'amore non andrebbe festeggiato tutti i giorni?

E lo so che appare come una frase fatta, ma in realtà cela la vera essenza di questo sentimento, ciò che lo fa diventare presumibilmente eterno: la cura intinta nella semplice quotidianità.

E quei cazzo di fiori pro-allergie? Non dovrebbero essere donati a prescindere da una festa?

Chissà, poi, quanti saranno gli uomini che in questa giornata acquisteranno composizioni floreali talmente voluminose da sfoltire i roseti, ma che in realtà non si ricorderanno neppure di dare una carezza alla propria donna prima di addormentarsi.

Le mie compagne di scuola single sono disperate: sui social impazzano foto e video di bocche che si baciano con frasi di Osho già da stamattina alle otto. Le ho consolate in aula e ho continuato anche poco fa, per messaggi. Ripeto questa celeberrima frase: "Non preoccuparti, sii felice", che dovrebbe divenire il mantra di chiunque. Tutto, in verità, passa. Anche questo giorno. E se indossiamo un sorriso sulle labbra dovrebbe passare persino prima. È quello che mi dice sempre Jorg. Sembra però non sortire alcun effetto in loro, che sono depresse e invidiose peggio di qualche ora fa.

Chissà che altro vedranno su Instagram stasera. Cene in ristoranti gourmet e forse un cumulo di ulteriore roba che a loro farà piangere, ma che a me porterà sull'orlo di un vomito da gastro-miele-enterite.

A mio avviso, non soffrono perché vorrebbero avere un ragazzo, ma per l'idea di non avere un ragazzo. Essere volute da qualcuno gli fornirebbe la certezza di essere appetibilmente accettate. E sbagliano. Mi dispiace per loro. Dimenticano che la vita può essere davvero straordinaria solo nel caso in cui ci percepiamo forti e lucenti da intere. Quel dannato uno più uno, la metà della mela e altre stronzate varie non risolvono le nostre insicurezze più profonde.

Io sono reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora