29 - Prigione invisibile

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Alex

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Alex

Marte ha un'atmosfera diversa da quella terrestre, composta per lo più di anidride carbonica. È molto sottile, pertanto sprovvista di una schermatura atta a impedire alle radiazioni solari più nocive di penetrare. Questo dettaglio renderebbe difficile la mia permanenza lì. Mi squaglierei come un cubetto di ghiaccio esposto al sole estivo, per intenderci.

Su Giove il tasso di sopravvivenza è meno di un secondo. Tutto nella norma, visto che è un pianeta gassoso. Ammoniaca, metano, idrogeno ed elio. Potrei raggiungerlo solo se volessi cambiare la voce per assomigliare a una fatina. Ma non ne varrebbe la pena, perché per provare tale ebrezza mi basterebbe risucchiare l'aria da un palloncino di compleanno.

Su Saturno? Che cazzo si dice?
Recenti studi hanno avanzato l'ipotesi che ci sia vita aliena. L'oceano di Encelado è ricco di fosforo disciolto, che è un ingrediente essenziale per la vita. Ma non so se sono disposto a incontrare nuovi "bro". Vent'anni di umanoidi sul pianeta Terra mi hanno fatto comprendere che da soli si potrebbe vivere tendenzialmente meglio.

Urano. Oh mio caro Urano. Già fai rima con ano, il che potrebbe sottintendere pratiche che mi aggraderebbero, se non fosse per il fatto che non possiedi una superficie solida definita. Come le inculo le improbabilissime aliene se non posso inchiodare i piedi al suolo?

Davvero.
Io non so dove andarmene.

Ma dovrei andarmene da qualche parte per smettere di soffrire. Non ci sarebbe sollievo per un povero maledetto come me in uno dei cinque continenti. È opportuno cambiare pianeta, galassia, universo per smettere di pensare, e di adorare, e di idolatrare la mia Eloise.

Anzi.
La mia Is.

Perché io sono il suo Al, e ora lei lo sa bene.

Ho atteso questo momento per mesi, e quando ho sentito vibrare il nomignolo sulla sua bocca ho fatto finta che non mi importasse.

Bello schifo che sono, vero?

Mi importa eccome, invece. È solo che gli eventi concatenatisi attorno al ricordo e il mio umore nero non mi hanno permesso di godermi il momento appieno.

Ricordo persino la prima volta che l'ha pronunciato, al cottage. I miei sensi erano annebbiati dall'alcol, tranne l'udito, rimasto ben funzionante quasi per miracolo. La sorpresa di sentirlo ha instillato in me un germe di rabbia, perché lei si ricordava di noi, ma nel frattempo Fabian, con un disegno di merda, si era già guadagnato terreno per minare quel noi. E non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Ho trovato quella "sciccheria" artistica sul sedile dell'aereo, poco prima di scendere. Forse Eloise voleva imboscarlo, ma per un po' di distrazione non ha centrato la tasca dei pantaloni. E me la sono preso con lei, malgrado sia consapevole che c'entri poco in questa faccenda.

Io sono reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora