23 - Il mio gioco

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Alex

Davvero arrapante, Dahlia.

Calca le passerelle di mezzo mondo, ma nel tempo di una serata mi ha dimostrato che la bellezza non è tutto. Fa beneficienza, dipinge e studia anche legge. Nelle sue idee vi è quella di diventare una avvocatessa affermata e difendere le donne dagli abusi fisici e psicologici. Che spettacolo. La mia sapiosessualità si è sentita appagata e ha ballato persino una danza tribale. Per non parlare di che coro da stadio ha elevato la mia filantropia.

Dice che quando si lavora nel campo della moda è bene mantenersi con i piedi ancorati a terra. Perché è precaria e inaffidabile, in senso effimero e in un senso più profondo: passano i pantaloni a vita bassa, e passi anche tu quando cominciano a venirti le rughe e non hai più il fisico di un'adolescente. Se i tipi grossi scoprono che sei una nonnina, ti mettono alla porta senza farsi troppi problemi, assoldando una nuova ragazzetta di belle speranze, felice di soffiarti il posto. È un ciclo continuo.

Bisogna fare altro, studiare, tenersi aperte quante più strade possibili. Anche se può risultare inconciliabile con i serrati impegni di lavoro.

Mi ha espresso un mucchio di aforismi di questo calibro, insomma, mordicchiandosi le labbra scarlatte e facendo piedino sotto il tavolo.

Arrapante, Dahlia.
L'ho già detto?

Mi ha confidato che ha un quoziente intellettivo pari a 177. Ciò significa che è una delle donne più intelligenti al mondo. Il rovescio della medaglia è che è iper sensibile, con un'insolita vena di umorismo. Ma io ho sorriso alle sue battute ciniche, lo ammetto, perché le ho trovate godibili. Mi hanno ricordato le cazzate che spara Coccolotta a tutto spiano.

Ecco. Emma, secondo me, ha un QI ancora più alto. 210 forse, della serie che farebbe il culo persino a Leonardo Da Vinci.

Anche lei è molto sagace, con un'ottima capacità d'osservazione. È conscia di cose che gli altri non ipotizzano neppure.

Esempio? Ha già capito che le mie sinapsi si sono ammalate dal loro ritorno a Comendeen. Ogni antro di me, in realtà, è stato intaccato. Perché una delle Brown è il mio grasso idrogenato e l'ho assunto con la stessa fame di uno scellerato ingordo.

Stasera ne ho avuto conferma, purtroppo: dopo il risotto agli asparagi da due stelle Michelin e un paio di calici di vino, la serata con Dahlia, per mio volere, è giunta al capolinea.

L'avevo organizzata accecato da una fitta coltre di pensieri rabbiosi, da intendere come una sorta di vendetta nei confronti di Eloise. Sono partito in quarta, lo dichiaro senza remore. Non ho pensato subito al fatto che mia cugina avesse imbastito uno dei suoi giochetti, perché quando si tratta della stronzetta che si approccia a umanoidi che respirano, io non capisco più niente. Mi imbestialisco.

Cado sempre in errore con lei, ormai. E sono sempre confuso, a cento passi dal mollare tutto e a uno dal dirle di concentrarsi solo su di me. Sempre sul punto di respingerla o schernirla per farla piangere, ma anche di aiutarla e baciarla finché non le finisce il fiato.

Non sopporto tutto questo. È una baraonda che mi scuote a un livello sfiancante. Fernando Pessoa diceva che esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta. Bene, la sto vivendo.

Quello che mi ha raccontato Scott circa il loro matrimonio a Las Vegas è stata solo l'ultima goccia esondata da un vaso di ingerenze. Mi dà fastidio che si sia intrattenuta al castello dopo il compleanno di papà: questa è la verità. Perché vivo male l'immagine di lei, qui, con Fabian. Sono geloso persino di lei con Charlotte, ora che ho capito quanto siano larghe le vedute di Eloise. Non mi stupirebbe se in futuro si infatuasse di una donna.

Io sono reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora