40 - Omissioni e bugie

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Ciao amori miei, eccomi quiii!
Pronti ad affrontare un nuovo capitolo?

Ricordatevi di cliccare sulla stellina e, se vi va, di lasciare un commento. È un piccolo gesto, ma significa molto per me e per il futuro di ISR. Mi fa sentire supportata qui su Wattpad e, credetemi, ne ho tanto bisogno. 🥹

Bene! Facciamo un po' di premesse.

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Attention, please 🇬🇧: spicy dal talking molto dirty a causa del punto di vista alexiano.
A vostro rischio e pericolo 🔞👆
Perdonatemi por suo linguaggio loco 🇪🇸
Danke schön 🇩🇪
Je t'aime 🇫🇷

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Alex

Eloise cade in uno stato di preoccupante apnea, sgrana gli occhi e si tasta il petto come se accusasse dolore. Povera piccola. Questa notizia deve averla colpita come mille coltellini svizzeri nella carne. L'espressione è smarrita, migrata in un continente a noi lontano. Asia, forse. O Oceania.

Nel tentativo di riportarla nella stabilità del qui e dell'ora, le accarezzo la mandibola e, lentamente, scendo lungo il profilo del suo collo slanciato, fino a sfiorare la linea raffinata della clavicola.

«Non è mica la fine del mondo, sai? Il nostro mondo, in realtà, inizia adesso» bisbiglio con un sorriso entusiasta, ormai impossibile da smorzare, facendo scivolare i miei occhi su ogni dettaglio del suo viso. Dalla fronte al naso alla francese, dalla bocca a cuore al mento.

Che capolavoro.

Dio, se ti è possibile, fa' che il nostro bambino erediti ogni suo tratto somatico. Non permettere che ci sia spazio per me nei disegni del suo volto. Affinché la giustizia trionfi. Perché lei è bella come la luna piena, ammaliante nel suo splendore inconfutabile.

«Forza, cerca di normalizzare la respirazione. Piano, amore» le suggerisco, dopo aver notato che la sua gabbia toracica è vittima di un sussulto incessante.

Eloise annuisce, il respiro si fa più profondo. Poi, con voce tremante, mi chiede di vedere il test. Quando finalmente posa gli occhi sul risultato, le sue emozioni esplodono in un pianto liberatorio.

Incaglia i suoi occhi nei miei. «Al...»

«È uno sballo! Non trovi?» le dico.
La mia reazione è euforica, e anche strana. Infatti, un'inappropriata ondata di divertimento mi pervade, facendo vibrare la mia gola e spingendo le mie spalle in avanti in più scatti. «E a me viene da ridere e non dovrei ridere.»

«Perché ti viene da ridere?» mugugna.

«Immagina» rispondo. «Ti dice niente New York?»

Tira su col naso e socchiude gli occhi. Poi li riapre. «Risparmiati, ti prego, perché io sono confusa e in preda al panico, al momento.»

Io sono reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora