Secrets in silence - Italian translation

Capitolo 7 - Addison

L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Ieri è stato fantastico. Mi trovavo qui da pochi giorni e mi sentivo sopraffatta dalla genuina gentilezza con cui sono stata ben voluta e non solo dalla mia famiglia ma anche da Liam. Forse ma solo forse, questo è il modo in cui ci si dovrebbe sentire in una famiglia, in una vita normale. Sopraffatta.

Stetti seduta nel campo, era bellissimo, restammo lì sdraiati e lui non insisteva a parlargli, questo era il perchè adoravo spendere il mio tempo con Liam. Lui aspettava e c'era se avevo bisogno di comunicare e se non volevo, lui capiva e cambiava argomento o mi lasciava stare.

Lui era fantastico e sapeva quando avevo bisogno del mio spazio e non sembrava annoiato dal silenzio. Lo vedevo alcune volte voltarsi verso di me per dirmi qualcosa ma lo ricambiavo sempre con un piccolo sorriso rispettando la quiete che c'era attorno a noi.

Mi addormentai e dopo un pò lui mi svegliò per dirigerci verso casa. Ammirai solamente la bellezza che c'era attorno a me di nuovo ed era una fantastica giornata, come il giorno al laghetto.

Ma come quel giorno era stato fantastico fino a quando salì nella mia camera e sentì che il vuoto e il dolore tornarono di nuovo.

Mi sentivo come se cercassero di far esplodere il mio cuore, anche da centinaia di migliaia di distanza, facendomi desiderare di morire così che non sentirei più fastidio. Sentì un dolore al petto mentre mi stendevo sul letto. Cercai di non permettere che tornassero ma una volta che le lacrime iniziarono, non riuscì a fermarle.

Mi rannicchiai nella mia ormai posizione familiare; provai a rendermi una palla il più piccola possibile mentre seppellì la mia faccia nel cuscino e singhiozzai.

Piangevo per tutto quello che era andato male due anni fa nella mia vita. Piangevo per dei genitori che non si preoccupavano per me. Piangevo di gelosia per questa famiglia che mi ospitava che avrebbero fatto di tutto per proteggersi a vicenda.

Odiavo la mia vita ed ero stanca di combattere. Ero stanca di pretendere. Tutti sapevano ora che non era tutto qui, sapevano che c'era qualcosa che non andava, ma non sapevano quanto male andasse. Se loro pensavano di aver visto quanto male andasse, loro non sapevano niente, ma io non li incolpavo. Non voglio che lo sappiano.

Questo era il mio problema e se gli dicessi la verità, non mi guarderanno più nello stesso modo, e non si prenderanno più cura di me come fanno. Se loro sapessero la verità tutto si sarebbe rovinato e mi spediranno da dove sono venuta.

Ora che ero qui non volevo andarmene. Volevo restare il più possibile che potevo e presi la decisione di fare tutto ciò che è possibile per tenerli lontano da me. Beh tranne fisicamente, ma lo sguardo nelle loro facce diceva che volevano scoprire qualcosa sulla mia vita, e io non potevo farlo succedere.

Scivolai fuori dal letto e feci una doccia calda per poi mettermi dei pantaloncini e una cannottiera. Mi rimisi nel letto ma era così solitario, molto di più di come mi sono sentita in questi giorni. Dopo circa un ora e mezza di agitamento decisi di dirigermi giù per le scale, attenta a non svegliare nessuno, e uscì per andare a prendere Keisha.

Fui velocemente attaccata dalla piccola palla di pelo ed ero sicura che anche lui voleva rannicchiarsi contro di me e lasciarmi fare le coccole con uno sguardo perfettamente contento.

Mi rannicchiai contro di lui e il cucciolo voltò la sua piccola testa per leccarmi la faccia facendomi sorridere. Beh almeno sapevo che un piccolo cucciolo mi avrebbe sempre amato.

Chiusi gli occhi e mi stesi affianco a lui mentre si aggiustava per farmi sentire più comoda e dopo poco tempo di addormentò e io lo seguì ascoltando il suo piccolo russare. Non era un rumore che ti infastidiva; si sentiva a mala pena ed era come un respirare pesantemente. Il suono del suo dormire pacificamente mi portò a far dormire anche me, ma questa volta non mi svegliai urlando.