Capitolo 39 - Addison

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Dopo averci detto tutto quello, ci stendemmo sull'erba per un momento in silenzio. Lui era perso nei suoi pensieri, così come lo ero anch'io. Non so quello che avrebbe detto o quello che avrebbe fatto.

So che siamo più di due amici, ma non so esattamente che cosa siamo. Stiamo insieme? Ci sono così tante cose complicate per me.

Mi piace, mi piace tanto. Forse provavo molto di più di questo ma non volevo ammetterlo. Ma le mie relazioni passate sono state sofferenze ed errori per tutto quello che i miei genitori mi hanno fatto passare , erano dei coglioni, ma sapevo che Liam non era così solo che lo associavo alle negative relazioni che mi hanno mandato fuori di testa.

Non sono mai stata in una relazione libera prima, è una cosa strana e nuova per me.

"Andiamo, saltiamo." Liam si alzò e ruppe il silenzio. Mi porse una mano per farmi alzare ed io la presi perchè mi fidavo di lui e perchè sapevo che ci sarebbe sempre stato per me.

Era un pò differente dall'ultima volta che ho saltato da qui. L'ultima volta ero timida e spaventata e li avevo spinti. Fu una delle mie prime volte che creai un contatto con altre persone ed ero terrificata dentro di me mentre saltai dalla collinetta.

"Pronta?" mi chiese ed io annuì.

"Uno, due." Contai e al tre entrambi corremmo e saltammo nel lago sotto di noi. Appena colpimmo l'acqua ci prendemmo la mano e calciammo per tornare in superficie. La collinetta non era molto alta così non andammo molto in profondità.

"Ragazzi, venite, è l'ora della cena." Gridò la zia ed io schizzai Liam una volta prima di nuotare verso la riva. Il nuoto era un'altra cosa che facevo molto bene.

Per tutto il resto del giorno sorrisi con la mia famiglia e mi godetti lo stare con loro. Mangiammo degli hamburger e giocammo ad altri sport. Quando giocammo a rugby, Liam mi mostrò come fare, il rugby era un gioco a cui non ero brava.

Poi facemmo la rivincita a calcio, ma ancora una volta la mia squadra vinse. Era divertente stare contro Liam e senza avere delle vere e proprie regole, Asher prese Kalila mentre lei aveva la palla così che gliela rubò, era un movimento completamente irregolare, ma la mia squadra si assicurò di riprendersi la palla.

Ci rinfrescammo di nuovo nel lago, ma non eravamo più iperattivi come prima, uscimmo fuori e ci rilassammo ma per il resto della giornata, pensai a quello che mi aveva detto Liam. Perchè voglio andare a casa? Il perchè avevo troppa paura di non ritornare, era una scusa?

Anche mentre ci stavamo divertendo non riuscivo a mandare via le sue parole.

Quella notte, gli adulti portarono a casa le bambine perchè erano completamente andate per aver corso tutto il giorno. I quattro di noi dormimmo fuori nelle tende e accendemmo il fuoco. Aspettammo fino a quando le bambine se ne andarono perchè la zia non voleva che loro restassero fuori.

Mentre restammo intorno al fuoco mi persi nei miei pensieri di nuovo mentre tutti gli altri parlarono tra di loro.

Questa era la mia vita. Non ho mai avuto la possibilità di vivere in questo modo; non posso permettere ai miei genitori di controllarmi. Devo provare ad alzarmi per me stessa e scoprire come fare sarà il miglior modo per sopravvivere. Se io dicessi qualcosa, credo che nessuno mi crederebbe.

Ho diciannove anni, e se tornassi a casa, è come scegliere di farmi controllare da loro.

"Addie." Kalila mi riportò alla realtà.

"Si?" chiesi all'oscuro di quello che si stavano dicendo.

"Ne vuoi un altro?" mi chiese alzando il bastoncino con i marshmallows.

Secrets in silence - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora