Capitolo 16 - Liam

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Mi sdraiai sul piccolo letto con Addison e non ci mise molto ad addormentarsi. Sembrava spaventata di dormire e non la biasimavo. Non potevo neanche immaginare quanto i suoi incubi siano brutti, lo erano anche prima, ma ora con il suo ultimo attacco, saranno ancora peggio.

Si rannicchiò stretta contro il mio lato ed io l'abbracciai mentre dormiva, se mi muovevo anche di poco mi stringeva ancora di più e qualche volta le uscivano dei lamenti.

Mi fece così arrabbiare vederla, era così piccola e Jack non è un ragazzo piccolo, non riesco proprio a capire come possa averle fatto quello, non riesco a capire come possa farlo a qualsiasi persona. Sapevo che Ethan non lo avrebbe assunto se non fosse un bravo ragazzo, però non riuscivo a capire come si sia infilato, come abbia fatto a lavorare con loro per così tanto tempo.

Quello era il ragazzo con cui ho passato molto tempo a lavorare e siamo anche usciti qualche volta. Ha cinque anni in più di me ed è sempre sembrato un bravo ragazzo, come ha fatto a cambiare così facilmente?

Guardai Addison dormire, era così bella. Ero orgoglioso di lei per non aver fatto un passo indietro, ha spinto lontano i pensieri paurosi e ha continuato ad andare avanti.

Guardai verso di lei e fui fottuto perchè quando la guardavo non volevo più fermarmi, volevo stringerla per tutto il tempo e volevo stare con lei, santo Dio lo volevo davvero.

Non mi importa se ha dei problemi, non mi interessa se ci avrei messo degli anni per aiutarla ed il sesso non è una cosa che sto cercando fino a quando sarò con mia moglie, quindi non avrei assolutamente problemi ad aspettarla. C'era qualcosa in lei che era indescrivibilmente fantastico.

Le baciai la fronte e chiusi gli occhi così da poter dormire anche io.

La mattina successiva i dottori le controllarono il polso e le misero una nuova fascia, stava guarendo bene. La fecero restare per un'altra settimana fino a quando fossero più tranquilli con il danno alla testa, la perdita di sangue e le altre ferite. Stava sempre più migliorando e, a cause del gesso che le impediva di comunicare, si pisciava quasi addosso.

So che non dovrei, ma la trovai tenera quando fu frustrata ed irritata. Il modo in cui aveva uno sguardo feroce e la sua faccia diventava rossa. Non venivo più rifiutato da lei e mi sentivo cose se forse, un giorno, si possa sentire nel mio stesso modo. Era ancora indecisa se restare qui ed io sperai davvero che restasse fino alla fine dell'estate.

Dubitai che volesse andarci, se c'era una cosa che avevo capito della sua famiglia, era che non le avevano mai dato una scelta. Addison dovrà andare a casa alla fine dell'estate ed io ero abbastanza sicuro che avrebbe fatto tutti i passi indietro, cancellando tutti i suoi progressi.

Restò all'ospedale ancora per due settimane e prima di andarsene, i dottori le controllarono di nuovo il polso dicendole che stava guarendo velocemente, dovrebbe guarire completamente tra altre due settimane. Non era una terribile frattura, era stata fortunata. La sua frustrazione non durerà per sempre.

Con il suo ritorno a casa, pensai che sarebbe stata più comoda, potevo dire che odiava l'ospedale, provava a farlo sembrare come se fosse tutto a posto, ma sembrava come se le riportasse a galla tutti i brutti ricordi o qualcos'altro, non lo sapevo perchè e quando cercavo di chiederlo, cambiava argomento ed io non insistevo, anche se stavo morendo per saperlo.

Quando tornò a casa la prima cosa che decise di fare era una camminata, ma aveva paura di andare da sola. Mi chiese di andare con lei così ci dirigemmo vero l'area del fienile.

Personalmente non pensai che fosse una buona idea, è dove era stata attaccata, così quando lei si avvicinò le presi la mano e le diedi una piccola stretta. Sapevo che era un pò rischioso toccarla ma mi fece un piccolo sorriso e continuammo a camminare mano nella mano.

Sperai che volesse più contatto con tutti noi, sarebbe più semplice per lei e la farebbe sentire meglio. Ero un pò preoccupato per questa notte, ho sempre dormito con lei all'ospedale e non sapevo come si sarebbe sentita a restare da sola. Ero tentato di chiederle se voleva che restassi, ma non ero sicuro di come l'avrebbe presa, credo che lo scoprirò il giorno dopo.

Quando raggiungemmo il campo mi chiese di stare fermo e continuò a camminare, non ero sicuro di quello che volesse fare, ma sembrava importante per lei ed io ero molto curioso. Il suo silenzio era strano. Non dice niente, ma dice tutto.

Desiderai solo che potesse parlare. La mia mente si bloccò quando parlò per la prima volta, la sua voce non era come me l'aspettavo, ma allo stesso tempo si adattava a lei. Era stata solo una parola e la sua voce era un pò rauca, ma era così leggera e delicata.

Rimasi lì e aspettai che facesse qualsiasi cosa volesse fare, e quando finalmente riapparse, aveva un enorme sorriso sulla sua faccia ed io ero ancora più curioso, non sapevo quando comincerò a non essere più confuso da lei.

Quando tornammo a casa, Addison aiutò a fare la cena mentre rimasi fuori per andare ad aiutare mio papà con la fattoria, non lo facevo più spesso come prima, ma a lui non importava e non insisteva.

"Ehi Liam." Disse quando lo raggiunsi.

"Ehi papà, hai bisogno di aiuto?" gli chiesi.

"Devo solo aggiustare il recinto, non c'è molto da fare oggi."

Feci spallucce e lo aiutai comunque.

"Allora come sta Addison?" chiese.

"Sta bene, credo che stia cercando di non pensare a ciò che è successo."

"Sta attento, Liam" mi disse ed io lo guardai.

"Riguardo a cosa?"

"Per favore, ho visto come la guardi."

"Come la guardo?" chiesi come se non avessi idea di ciò che stava dicendo; si girò per guardarmi ed aveva uno sguardo davvero serio sul suo viso.

"Nello stesso modo in cui io guardo tua madre" disse ed io rimasi zitto gemendo, era così ovvio?

"Grande" mormorai e tornai a riparare il recinto.

"Non ti preoccupare; è ovvio per tutti quanti tranne che per Addison; questo è il perchè devi stare attento a non spaventare quella ragazza."

"Non lo farò."

"Lo so, e stai facendo un ottimo lavoro. Solo continua a farlo."

"Le ho stretto la mano oggi." Sorrisi e lui roteò i suoi occhi in modo giocoso.

"Hai fatto molto peggio di quello che sospettavamo." Gli sparai uno sguardo divertito e lui rise. Lo spinsi di lato e lui mi diede una gomitata, decisi che fargli la linguaccia in questo momento era appropriato; ciò lo fece solo ridere ancora di più.

"Okay Kaylis." Gli urlai, stupidi genitori.

Secrets in silence - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora